Perquisita un’abitazione sita in una contrada Serafina Scarante che ha fruttato il sequestro di diverse armi impropriamente tenute, e parti di arma non denunciate, nonché un laboratorio di oreficeria illegale e commercio abusivo di preziosi: un denunciato e diverse violazioni amministrative contestate. Questo il bilancio dell’operazione condotta dagli uomini della Squadra Mobile di Enna, diretti dal Vice Questore Aggiunto dott. Giovanni Cuciti, quelli del Commissariato di Piazza Armerina - diretti dal Commissario Capo Gabriele Presti in occasione dei servizi straordinari di controllo – svolti con il supporto del reparto prevenzione Crimine di Catania - predisposti al fine di contrastare la perpetrazione dei fenomeni criminosi in genere, soprattutto inerenti la verifica del regolare possesso di armi ed i fenomeni di illegalità diffusa, ed implementare i già esistenti dispositivi di vigilanza e monitoraggio del territorio.
Nei particolari nel corso di una delle numerose perquisizioni eseguite nelle contrade del centro armerino, effettuata in una abitazione sita in contrada Serrafina-Scarante, hanno proceduto alla denuncia di un giovane piazzese, per avere detenuto illegalmente parti di armi da sparo ed una cartuccia cal.7,65 non denunciate e per aver avere custodito le numerose armi descritte senza la prescritta diligenza e senza avere adottato le necessarie cautele previste dalla normativa in ordine proprio alla custodia delle armi, contestualmente, hanno proceduto amministrativamente nei confronti della madre, per aver, nel medesimo stabile, nella zona seminterrata, condotto abusivamente un laboratorio di oreficeria dedito alla produzione, trasformazione, riparazione e commercio di oggetti in oro, argento e preziosi, in maniera imprenditoriale - utilizzando numerosi ed avanzati macchinari per la lavorazione dei metalli – senza la prescritta licenza di Pubblica Sicurezza. Secondo il racconto degli investigatori si constatava che il giovane denunciato piazzese deteneva nell’abitazione in questione, così come debitamente denunciato al Commissariato di P.S. armerino, diverse armi e munizioni (18 fucili da caccia, 3 carabine da caccia, 4 pistole), le cui modalità di custodia, però, risultavano non corrispondenti alla prescritta diligenza e senza l’adozione delle necessarie cautele previste dalla legge. Infatti, si appurava che un fucile da caccia semiautomatico, si trovava riposto montato e privo di fodero, adagiato ad una parete, immediatamente visibile e non custodito con la dovuta diligenza, all’interno di un piccolo sgabuzzino ricavato in un sottoscala, sgabuzzino accessibile tramite una porticina tipo saloon, totalmente sprovvisto di serratura, comunicante con la zona a giorno dell’abitazione. Tutte le altre armi e munizioni sequestrate 17 fucili da caccia, 3 carabine, 3 pistole, 1 coltello a molla e le munizioni, invece, venivano rinvenute in un mobile di antica fattura in legno, tipo vetrina a giorno, posto nel corridoio al primo piano dell’immobile, immediatamente visibile, con una debole anta a vetro non di sicurezza. Mobile di certo non ritenuto idoneo alla custodia delle citate armi e munizioni in quanto facilmente accessibile, protetto semplicemente da un’antica serratura. Inoltre, dagli atti in possesso degli investigatori, a sottolineare la gravità della negligente custodia, risultava che il padre del ragazzo denunciato era sottoposto al “Decreto di divieto detenzione armi e munizioni” emesso dalla Prefettura di Enna.
Nei particolari nel corso di una delle numerose perquisizioni eseguite nelle contrade del centro armerino, effettuata in una abitazione sita in contrada Serrafina-Scarante, hanno proceduto alla denuncia di un giovane piazzese, per avere detenuto illegalmente parti di armi da sparo ed una cartuccia cal.7,65 non denunciate e per aver avere custodito le numerose armi descritte senza la prescritta diligenza e senza avere adottato le necessarie cautele previste dalla normativa in ordine proprio alla custodia delle armi, contestualmente, hanno proceduto amministrativamente nei confronti della madre, per aver, nel medesimo stabile, nella zona seminterrata, condotto abusivamente un laboratorio di oreficeria dedito alla produzione, trasformazione, riparazione e commercio di oggetti in oro, argento e preziosi, in maniera imprenditoriale - utilizzando numerosi ed avanzati macchinari per la lavorazione dei metalli – senza la prescritta licenza di Pubblica Sicurezza. Secondo il racconto degli investigatori si constatava che il giovane denunciato piazzese deteneva nell’abitazione in questione, così come debitamente denunciato al Commissariato di P.S. armerino, diverse armi e munizioni (18 fucili da caccia, 3 carabine da caccia, 4 pistole), le cui modalità di custodia, però, risultavano non corrispondenti alla prescritta diligenza e senza l’adozione delle necessarie cautele previste dalla legge. Infatti, si appurava che un fucile da caccia semiautomatico, si trovava riposto montato e privo di fodero, adagiato ad una parete, immediatamente visibile e non custodito con la dovuta diligenza, all’interno di un piccolo sgabuzzino ricavato in un sottoscala, sgabuzzino accessibile tramite una porticina tipo saloon, totalmente sprovvisto di serratura, comunicante con la zona a giorno dell’abitazione. Tutte le altre armi e munizioni sequestrate 17 fucili da caccia, 3 carabine, 3 pistole, 1 coltello a molla e le munizioni, invece, venivano rinvenute in un mobile di antica fattura in legno, tipo vetrina a giorno, posto nel corridoio al primo piano dell’immobile, immediatamente visibile, con una debole anta a vetro non di sicurezza. Mobile di certo non ritenuto idoneo alla custodia delle citate armi e munizioni in quanto facilmente accessibile, protetto semplicemente da un’antica serratura. Inoltre, dagli atti in possesso degli investigatori, a sottolineare la gravità della negligente custodia, risultava che il padre del ragazzo denunciato era sottoposto al “Decreto di divieto detenzione armi e munizioni” emesso dalla Prefettura di Enna.