sabato 27 novembre 2010

Successo per l'iniziativa sulle tracce dei Pellegrini alla riscoperta della città medievale


L’iniziativa sulle tracce dei Pellegrini, Cavalieri e Viaggiatori che si è svolta lo scorso fine settimana partendo dalla chiesa di Santa Cristina la Vetere nella via dei Pellegrini, strada antica e dimenticata di Palermo, per giungere al Gran Priorato di Sant’Andrea, porta di Piazza Armerina è stata un successo senza precedenti. A confermarcelo il responsabile dell’associazione Fiab I Vispi Siciliani.
“Questo viaggio cicloturistico – dice il presidente dell’associazione Totò Trumino - ci ha condotto come moderni “Pellegrini”, in sella alle nostre biciclette, alla “scoperta” di un percorso “insolito”, immersi nell’atmosfera dell’“itinerario culturale relazionale” che taglia la Sicilia sino a giungerne al cuore. I percorsi, trasformati ma riconoscibili, facenti capo alla “stagione” dei grandi pellegrinaggi del Medioevo (le vie Francigene, esistenti ma poco o per niente conosciute in Sicilia) sono stati il filo invisibile che abbiamo “pedalato” in questo viaggio. Insieme, e lentamente, la via ci ha raccontato storie e svelato le ragioni del suo essere attuale; abbiamo incontrato luoghi e simboli in cui la pietra “racconta”: castelli (come Misilmeri, Cefala Diana e Vicari), eremi e luoghi di sosta (Bilici o il feudo Friddani) ed una fittissima rete di casali e masserie che proprio come hanno fatto nel medioevo hanno offerto ospitalità, testimoni di un frammento della storia siciliana e dei suoi abitanti passati ed odierni (il casale di Riena tra Lercara freddi e Castronovo è uno di questi). Questo viaggio – conclude Trumino - è stato una esperienza di sensazioni fisiche ed emozionali pervasive, di quelle che restano dentro, che ci ha coinvolto a sentirci parte del territorio, non semplici osservatori, ma protagonisti della sua natura. Siamo partiti in 15 ed arrivati in 30, ma in 5 (Daniele, Sebastiano, Vincenzo, Clara e Totò) abbiamo percorso le tre tappe ognuno con uno spirito diverso, ma siamo tornati a casa con la medesima convinzione e pronti a ripartire per il prossimo “viaggio” e cioè che l’essenza dello spirito dell’uomo sta nelle nuove esperienze e nel condividerle anche con chi non si è mai conosciuto.”

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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