lunedì 31 gennaio 2011

Nietta Bruno: "Inventiamoci qualcosa per far restare i turisti due notti."

da La Sicilia del 30/11/2011, pag 24
Tony Zermo
Nietta Bruno è presidente dell'associazione culturale «Bannata» di Piazza Armerina e ha dedicato molte attenzioni alla grande area archeologica ennese che comprende Morgantina e Piazza Armerina. Il suo secondo nome è Cassandra, «nel senso che predico le cose senza essere mai ascoltata», dice ridendo. Le chiedo come vede in prospettiva l'arrivo della Venere e la piena fruibilità della Villa romana del Casale, una accoppiata straordinaria. «Il vero rischio - dice - è che si ripetano gli errori del passato, cioè che si continui a impostare l'offerta turistica "mordi e fuggi", magari non chiamiamola così perché è un termine abusatissimo, ma la sostanza è questa. Il territorio dovrebbe essere preparato invece in modo diverso e offrire un turismo finalmente più fantasioso».



Come?

«Dobbiamo inventarci delle cose. Hanno gran merito coloro che hanno fatto rientrare la Venere ad Aidone e che hanno restaurato la villa romana di Piazza Armerina, ma se poi i riti sono sempre uguali non risolviamo nulla. Di siti archeologici importanti è pieno il mondo intero, con prezzi anche più bassi dei nostri, con offerte turistiche più armoniose. O si stringe un patto del territorio che unisce i cittadini e gli imprenditori in un turismo relazionale integrato, che non è una parola vuota, oppure rischiamo di restare delusi. I turisti debbono trovare sì le bellezze archeologiche, ma c'è bisogno di chi li accompagni, di chi spieghi la storia di questi siti, di come Venere sia arrivata in un museo americano per poi tornare a casa, o chi abitava alla Villa romana e quali abitudini di vita aveva. Dobbiamo cercare una impostazione diversa, anche perché il territorio non può muoversi solo due mesi l'anno. Invece propongo un teatro danza, per intenderci quello di Maurice Bejart o di Pina Bausch, che è una forma di spettacolo che ha che fare con la danza, con la musica, ma anche con il canto. Siccome non si fa da nessuna parte della Sicilia, immaginare un festival di teatro-danza, oppure anche un festival degli artisti di strada. Cioè dobbiamo proporre delle cose nuove, perché di festival di jazz o di cinema ce ne sono dappertutto, in modo che la gente venga sì a vedere i mosaici restaurati e la Venere, ma abbia voglia di restare, e per restare ci dev'essere all'interno una motivazione forte. Noi dovremmo almeno guadagnarci queste famose due notti e penso anche che non si dovrebbe toccare la strada che porta ad Aidone e che ha scorci campagnoli bellissimi. Togliere le buche e ripulirla va bene, sistemare i punti di criticità va bene, ma scegliere una strada alternativa no».

Ma se gli spettacoli di cui parlava si possono tenere nello spazio antico di Morgantina, dove tra l'altro c'è un teatro, non vedo un adeguato spazio a Piazza Armerina.

«Anche Piazza Armerina ha grandi piazze dove questi spettacoli di teatro-danza si potrebbero tenere. E poi perché non pensare a suoni e luci come avviene sotto le Piramidi o nei castelli francesi? Tra l'altro costano pochissimo perché anche i suoni sono registrati. Lei si ricorda che al tempo di Enzo Bianco sindaco di Catania ci furono spettacoli straordinari con artisti volanti e coreografie fantastiche? Ecco, quella era una bella idea. Si dovrebbe tentare qualcosa del genere».

T. Z.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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