martedì 22 febbraio 2011

Vecchia fontana recuperata dalla polizia

TITOLO: “erano state scoperti parti di armi non denunciate, ed un vasto laboratorio abusivo per preziosi all’interno della loro abitazione; ora, attraverso il sopralluogo allora effettuato, è stata recuperata una antica fontana in marmo rubata: marito e moglie denunciati per ricettazione”.
Nella mattinata scorsa, gli uomini della Squadra Mobile – diretti dal Vice Questore Aggiunto, dott. Giovanni Cuciti – unitamente ai colleghi del Commissariato di Piazza Armerina - diretti dal Commissario Capo Gabriele Presti – hanno proceduto alla denuncia in stato di libertà di due coniugi, C. R., classe ’58, e C.B., classe ’62, residenti nel centro armerino, ma originari di altra località, poiché gravemente indiziati, in concorso tra loro del delitto di cui agli art. 110 e 648 c.p., per avere ricettato parte della fontana in marmo e pietra, di antica fattura, risalente al XVIII secolo, asportata nel febbraio 2010 presso una villa, in agro armerino, recuperata a seguito di perquisizione delegata da parte dell’Autorità Giudiziaria.

Lo scorso mese di ottobre, gli uomini della Squadra Mobile e del Commissariato di P.S. armerino, intervenivano in un fabbricato – gran parte del quale risultato abusivo – sito in una contrada della città dei mosaici, domicilio dei due, accertando che la famiglia conduceva abusivamente un laboratorio di oreficeria dedito alla produzione, trasformazione, riparazione e commercio di oggetti in oro, argento e preziosi, senza la prescritta licenza di Pubblica Sicurezza.



A seguito dell’intervento di Polizia Giudiziaria in argomento, venivano eseguiti dei rilievi fotografici di Polizia Scientifica del sito, sia in relazione alla detenzione e custodia di numerose armi detenute da un congiunto (deferito alla competente A. G. per possesso illegale di parti di arma non denunciate e per omessa custodia di armi), sia in relazione alla medesima costruzione, per la maggior parte, risultata essere frutto di abuso edilizio e, pertanto, successivamente sottoposto a sequestro da parte della Polizia Municipale .



Nello specifico, veniva documentata la presenza di diversi oggetti di antica fattura, collocati in vari punti del fabbricato in via di ultimazione, quali giare, capitelli, architravi in pietra arenaria e pietra rossa, vasche in pietra, lastre in marmo, arredi antichi, acquasantiere ed altro.



Essendosi consumati in passato, in varie località del circondario, furti in abitazione, in occasione dei quali sono stati, altresì, asportati oggetti con caratteristiche analoghe a quelle dei beni sospetti notati nella proprietà dei congiunti indagati, dando specifico impulso ad attività di natura info-investigativa, si veniva a conoscenza che proprio nei primi mesi dell’anno 2010, in una contrada armerina, era stata asportata un’antica fontana in marmo e pietra, e comprendente una pregevole scultura raffigurante la testa di un’animale mitologico, tipo serpente.



Allo scopo di acquisire ulteriori informazioni in ordine alle caratteristiche della fontana in questione, si recuperava del materiale fotografico riproducente l’opera artistica in argomento, accertandosi la precisa corrispondenza del pezzo rinvenuto nell’abitazione degli indagati con quello asportato presso una antica e prestigiosa costruzione, che risale alla fine del XVIII secolo, riscontrando alcune somiglianze, in relazione, tra l’altro, ad una porzione mancante del labbro e dei denti, una leggera scalfitura dell’occhio.



Le risultanze investigative sopra illustrate, venivano positivamente accolte dalla Autorità Giudiziaria, che decideva di delegare la Squadra Mobile ed il Commissariato di P.S. della città dei mosaici, ad effettuare una perquisizione, volta a ricercare e recuperare l’antico manufatto illecitamente trafugato.



I poliziotti, avuto accesso all’immobile dei congiunti, potevano così recuperare l’antica scultura, appesa ancora ad una parete dell’abitazione.



In considerazione della gravità dei fatti, desumibili da quanto sopra evidenziato, i due coniugi venivano, pertanto, segnalati alla Procura della Repubblica Erea, per il reato di ricettazione.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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