mercoledì 4 maggio 2011

Giampierluigi Cannetti, di 35 anni, di Piazza Armerina ucciso a sprangate

Luogo dove è stato ritrovato Cannetti ad Alessandria
Ucciso a sprangate e nascosto in un vecchio bidone di olio minerale in un garage di un quartiere residenziale di Alessandria: è morto così Giampierluigi Cannetti, di 35 anni, di Piazza Armerina (Enna), da anni trasferito in Piemonte. A far scoprire il cadavere sono stati la ex moglie, di 34 anni, e il patrigno di quest'ultima, di 59 anni, sottoposti a fermo dalla Procura di Alessandria con l'accusa di concorso in omicidio pluriaggravato.


Ai magistrati e ai carabinieri hanno raccontato di aver ucciso Cannetti nella notte fra sabato e domenica e di aver poi portato il corpo nel garage. Per quanto riguarda il movente, dopo il giallo, delle prime ore, è emersa l'ipotesi che al momento appare la più probabile e che hanno indicato la stessa donna e il patrigno. I due hanno detto di aver commesso il delitto per maltrattamenti pregressi che sarebbero stati compiuti negli anni passati da Cannetti.

Tutto però è ancora al vaglio dei carabinieri del comando provinciale di Alessandria e dei sostituti Procuratori della Repubblica della città piemontese ai quali l'uomo e la figliastra si sono rivolti dopo essere stati, sempre oggi, accompagnati da un avvocato, alla Procura della Repubblica di Torino.

Secondo il loro racconto, il delitto è stato commesso, a colpi di spranga, nella casa dove vive la donna, nel quartiere Cristo di Alessandria e dove Cannetti ha continuato a mantenere il domicilio anche dopo la separazione. Il cadavere è stato poi portato nel garage e sistemato in un fusto utilizzato in passato per contenere olio minerale.

Secondo alcuni testimoni che abitano vicino al garage, effettivamente nella giornata di domenica è stato visto un furgone bianco avvicinarsi al garage e alcune persone scaricare qualcosa e poi andare via. I Carabinieri hanno fatto un sopralluogo nella casa della donna e - da quanto si è riusciti a sapere - hanno trovato tutto in ordine.

da La Repubblica.it

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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