lunedì 16 gennaio 2012

“Levati tu che mi ci metto io ”


del cittadino Angelo Conti
Commento alla mozione di sfiducia al sindaco.
Penso che sia arrivato il momento in cui i “ veterani politici amministratori” armerini (quasi tutti), di destra o di sinistra, programmino un “c’è un seguito” e diano la possibilità ad altri di cimentarsi nella gestione della cosa pubblica.

I motivi di questa mia conclusione sono certamente riscontrabili nella coscienza degli stessi , in quanto uomini (loro certamente sanno quello che di positivo hanno prodotto per la collettività e quello che hanno ricavato personalmente in benefici morali e materiali in tanti, troppi anni quali delegati dai cittadini a curare i loro interessi, senza esiti positivi anzi al contrario danneggiandoli) e nella verifica che ogni piazzese, soprattutto quelli di una certa età, può fare sempicemente girandosi intorno e confrontando la realtà locale di quarant’anni orsono e quella odierna e questa anche nel contesto provinciale; basti pensare a come erano, negli anni settanta, i comuni di Barrafranca, Pietraperzia, Aidone, per non parlare nel versante nord-est i comuni di Troina, Cerami, Nicosia ecc.



E’ chiaro a tutti come solamente Piazza Armerina sia andata indietro con “l’aggravante” che nessuno degli altri comuni citati è in possesso di beni artistico-culturali, comunque minimamente assimilabili e che tutto il mondo vorrebbe per trarne prestigio e quindi ricchezza.

Indubbiamente i “tizi” amministratori che si sono avvicendati in tutti questi anni, quasi mezzo secolo, certamente, non sono stati consapevoli e quindi incapaci di prevedere gli effetti che l’enorme tesoro tramandatoci avrebbe prodotto e i benefici economici che avrebbe portato ad esempio il turismo culturale, proprio in questi tempi di profonda crisi di cui, fra l’altro, non si intravede un’ uscita a breve e medio termine, ammesso che ciò avvenga.

Amministratori dalla vista corta, capaci d’iniziare a lavorare dal giorno dopo l’essere stati eletti ma, solamente o prevalentemente, per “curare” (ossia prendere per i fondelli) l’elettorato che alla successiva consultazione li avrebbe dovuti rieleggere. Ecco che ci ritroviamo “gente” che sembra essere stata assunta dal Comune e che invece di essere a disposizione dei loro “datori di lavoro”, i cittadini, si pongono in una veste che non è assolutamente loro consentita di “padroni del Comune” sempre più abbarbicati al potere gestito con le risorse che però sono degli stessi cittadini.

Tutto ciò deve assolutamente finire! Non sono più i tempi dell’approfitto! Gli amministratori ripetutamente “provati” nella loro incapacità o malafede debbono dedicarsi ad altro e se soffrono l’astinenza dal potere vadano dallo psicologo o dallo psichiatra e lascino spazio a chi ha a cuore il bene della propria città!

Certamente, per il bene di Piazza Armerina, non tutti hanno operato male; ci sono stati diversi veri Signori Uomini di Cultura dalla Personalità Eccellente e Ineccepibile ma in ruoli che non hanno permesso loro di portare a compimento progetti atti a valorizzare le risorse di Piazza Armerina.

Andando all’argomento in oggetto cioè la mozione di sfiducia al sindaco, dopo aver letto la lettera pubblicata dai firmatari, ho ricevuto l’impressione che si tratti di una comunicazione diretta all’intestatario nella quale gli si dice “levati tu che mi ci metto io” e basta!

Infatti tutti gli argomenti citati nella medesima lettera trattano fatti, inadempienze, disservizi e altro che sono vecchi come il tempo e quindi le eventuali responsabilità semmai sono da condividere, essendo ii firmatari, come sopra detto, coinvolti in quanto facenti parte delle amministrazioni precedenti.

Al contrario penso che anche se lentamente, si stia imboccando la strada giusta, si incomincia a respirare aria diversa e bisogna dare altro tempo a questo sindaco di continuare nei suoi programmi e semmai incoraggiarlo ad essere più determinato e più vigile nello scegliersi i diretti collaboratori, assessori e altro.

Incoraggiarlo ad allontanare gli “assetati di potere”, questi certamente lo danneggiano; che vadano a spadroneggiare nelle loro case! Non fanno parte della cultura e del benessere collettivo presente e futuro.

Buon lavoro sindaco.

Il cittadino

Angelo Conti

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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