giovedì 3 maggio 2012

Esce il bando per il campetto di Sant'Antonio. Giuseppe Diana. "E' un bando che taglia le speranze delle società"

di Giuseppe Diana
E’ stato pubblicizzato sul sito istituzionale del Comune di Piazza Armerina il bando di gara per l’assegnazione in gestione del campo di calcetto di via Caltanissetta meglio conosciuto come campetto di S. Antonio. Purtroppo, come spesso accade nella pubblica amministrazione, chi si trova gestire un settore è lontano, per mancanza di esperienza diretta, dalla realtà quotidiana per cui dopo una gestazione elefantiaca è stato partorito il cosiddetto topolino che in verità scontenta tutti in quanto, tra le righe, mantiene lo status quo delle cose.
Il campetto è stato completato nel maggio 2009 e non è mai entrato realmente in funzione se non per lo svolgimento di qualche torneo estivo. In questi tre anni l’Amministrazione si è disinteressata del bene pubblico evitando accuratamente da un lato che potessero utilizzarlo le Associazioni sportive che ne facevano regolare richiesta lasciandolo dall’altro in mano a chiunque volesse scavalcare le recinzioni per giocarci, ma anche fare i giri sul manto sintetico con biciclette, motorini e persino a portare a passeggiare il cane, provocando danni alle cose che hanno reso la struttura parecchio degradata. Adesso questo bando, promesso in campagna elettorale ed arrivato ad un anno dalle elezioni amministrative del 2013, taglia definitivamente le speranze delle Associazioni sportive che utopisticamente pensavano di poter utilizzare uno spazio all’aperto per lo svolgimento dell’attività istituzionale. Entrando nello specifico, oltre ad un versamento di 700 euro per partecipare alla gara, è richiesto al soggetto aggiudicatario il completamento di tutti i lavori necessari per ripristinare la struttura, renderla agibile ed omologabile per lo svolgimento di gare ufficiali, necessario quindi l’acquisto di panchine e ulteriori spogliatoi, accollarsi le spese per le opere straordinarie necessarie all’allaccio delle utenze di luce, acqua e gas attualmente assenti, intestarsi le stesse utenze, le spese d’atto, di contratto, di registrazione e conseguenti, pagare un canone d’affitto annuale di 7.000 € per cinque anni, canone che può essere ammortizzato dalle spese di manutenzione iniziali ma solo per l’80%, garantire il pagamento del canone con una fidejussione bancaria di 14.000 €,ed alla fine dopo tutte le spese sostenute, tutte le strutture acquistate, dagli arredamenti alle strutture fisse, rimarranno di proprietà del Comune quindi con un ulteriore perdita del 20 % di investimento per il soggetto gestore. Ma se ciò non bastasse, l’Amministrazione scrive che dopo aver, per propria incuria e disinteresse, permesso che venissero provocati danni alla struttura e scaricato il problema delle riparazioni al soggetto aggiudicatario che dovrà provvedere a riparare i cocci rotti dagli altri, quest’ultimo dovrà versare una fidejussione bancaria di 50.000 € a garanzia dei danni che potrebbero essere provocati, per cui, in parole povere, mi dai una cosa rotta, te la riparo a mie spese e devo darti anche una cauzione a garanzia. Se pensate che questo possa essere il top, c’è di meglio, infatti l’Amministrazione si riserva il diritto di rescindere unilateralmente il contratto per motivi di pubblico interesse senza specificare quali possano essere tali motivi (ad esempio il cambio dell’Amministrazione a seguito di nuove elezioni?) ed effettuare, in qualsiasi momento lo vorrà, dei lavori straordinari che costringono il gestore al blocco dell’attività senza peraltro esonerarlo dal pagamento del canone d’affitto! Per cui, se un ‘Amministratore volesse liberarsi del nostro bravo gestore, gli basterebbe iniziare dei lavori straordinari, interromperli come spesso accade nel settore dei lavori pubblici e mandare in rovina in soggetto aggiudicatario costretto a pagare ugualmente il canone d’affitto anche per più mesi.

Non ci soffermiamo su tutte le altre incongruenze che abbiamo riscontrato, dall’obbligo di rendere fruibile liberamente l’utilizzo della struttura per alcune ore al giorno a canone zero a minorenni non accompagnati senza poter peraltro accertare l’idoneità alla pratica sportiva con assunzione totale delle responsabilità da parte del gestore, all’orario obbligatorio di apertura minima dalle 10:00 alle 22:00 anche durante l’inverno, all’obbligo di far praticare attività sportiva agli anziani senza essere peraltro presenti degli spazi al chiuso, tutti obblighi e garanzie a determinate fasce d’utenza che l’Amministrazione non prevede minimamente nell’unico impianto fruibile e che gestisce direttamente, vale a dire il Palaferraro, dove più volte ragazzini con la racchetta in mano hanno chiesto di poter giocare a tennis ed il custode, anche se controvoglia, ha dovuto negare l’accesso perché non autorizzati.

In ogni caso l’incongruenza più evidente è rappresentata dal fatto che il povero gestore, dopo aver ipotecato casa ed essersi indebitato, anche se volesse applicare tariffe d’utilizzo minime per l’attività amatoriale andando anche sottocosto per esempio 25 € all’ora, avrà nell’Amministrazione Comunale il più grande concorrente in quanto non ha provveduto a sottoporre al Consiglio Comunale un nuovo regolamento tariffario per l’utilizzo del Palaferraro che prevede attualmente il pagamento di 10 € all’ora, per giocare al coperto ed al caldo rispetto che all’aperto ed al freddo. Non crediamo nemmeno alla promessa che tale regolamento cambierà in quanto se ne parla e se ne discute da almeno due anni, per cui non pensiamo proprio che in tempi brevi il soggetto che parteciperà alla gara potrà avere garanzie certe in tal proposito.

Questa non vuole essere solo una critica distruttiva senza alcuna proposta, da anni la Studentesca Armerina propone delle soluzioni alternative non solo per questo impianto ma per tutti gli altri, abbiamo realizzato uno studio approfondito che abbiamo portato al Comune e rimasto in chissà quale cassetto a prendere polvere, abbiamo cercato di essere partecipi in quello che in questi giorni viene richiesto anche dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, la cosiddetta cittadinanza attiva, ma niente. Probabilmente, dopo la chiusura di quasi tutte le altre associazioni sportive di Piazza Armerina, i prossimi a chiudere saremo noi del Calcio a 5, strozzati dalle tasse e dai costi.

I problemi si trascinano stancamente da anni senza alcuna programmazione concreta sul da farsi e si chiudono gli impianti per evitare di affrontarli.

Se il messaggio che state lanciando è quello di indurci a mollare tutto, Vi assicuriamo che state centrando il bersaglio. Il grande limite delle Associazioni Sportive negli anni è che ci siamo presentati agli appuntamenti importanti con le varie Amministrazioni in modo sbagliato, tra noi litigiosi e poco propensi a perseguire l'interesse collettivo e proprio questo limite ha rappresentato la Vostra forza, costringendoci a subire le scelte senza possibilità di dialogo o di confronto.

Ci auguriamo che la risposta a questa nostra lettera non sia la chiusura a tempo indeterminato del Campo Sportivo S. Ippolito o del Palaferraro, gli unici punti di incontro giovanile rimasti in città. Accetteremo anche questo e chissà dedicheremo il nostro tempo diversamente, magari verremmo maggiormente apprezzati se ci impegnassimo nell'apertura di centri di aggregazione sociale giovanili quali sale giochi, sale da Poker, centri scommesse, disco pub oppure perchè no, una bella discoteca!!!! Non che queste siano necessariamente attività negative, ma non possono rimanere l'unica alternativa a Facebook o alla Play Station dei giovani di Piazza Armerina.

Sappiamo di essere stati troppo lunghi e melodrammatici, purtroppo non abbiamo il dono della sintesi o della loquacità politica, così come sappiamo che non riceveremo alcuna risposta ufficiale come ormai accade da più di un anno, conosciamo il Vostro pensiero e, dall'operato degli uffici, anche il Vostro modo di fare.

Da bravi sportivi l'importante, per un pò, è stato partecipare

ecco il link del comune per il bando

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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