Per spiegare l’accaduto occorre chiarire che: 1. nel dicembre scorso il decreto-legge “Salva-Italia” (n. 201/2011) ha stabilito un rilevantissimo taglio alle retribuzioni degli alti dirigenti pubblici superiori ai 300.000 euro; 2. quella disposizione ha determinato una situazione nella quale numerosi alti dirigenti pubblici che hanno già maturato i requisiti per il pensionamento sono fortemente incentivati a scegliere di andare in pensione subito, invece che continuare a lavorare, per evitare che il nuovo stipendio decurtato determini una riduzione corrispondente del trattamento pensionistico già da loro maturato, a cui altrimenti avrebbero già diritto; per evitare questo effetto (che solo loro subirebbero, e lo subirebbero in misura molto più che proporzionale alla decurtazione delle retribuzioni perché si ripercuoterebbe sull’intera pensione maturata fino a fine 2011), il Governo si è impegnato a fare in modo che, rimanendo in servizio, essi non subiscano quel pregiudizio; 3. in un decreto-legge adottato ultimamente (n. 29/2012), il Governo ha quindi inserito una disposizione che stabilisce che il taglio operato con il decreto “Salva-Italia” non possa incidere sul trattamento pensionistico già maturato da quei dirigenti alla fine del 2011 nel vecchio regime, bensì – come per tutti gli altri lavoratori passati dal regime pensionistico retributivo a quello contributivo - incida soltanto sul trattamento che maturerà a loro favore dal 1° gennaio 2012 in poi, decidendo essi di restare in servizio; 4. quest’ultima disposizione corrisponde a un orientamento giurisprudenziale costante della Cassazione e della Corte costituzionale (sent. n. 264/1994), secondo il quale il trattamento pensionistico per il quale una persona ha già maturato i requisiti, ma che non viene attivato poiché essa decide di continuare a lavorare, costituisce un diritto acquisito che non può essere inciso da nuove disposizioni e non può subire decurtazioni per effetto di eventuali successive riduzioni della retribuzione: regola, questa, che vale per le pensioni di tutti i lavoratori; 5. la disposizione inserita dal Governo nel nuovo decreto-legge mira(va) dunque anche a evitare una pioggia di ricorsi dei dirigenti interessati, che avrebbero avuto, oltre a costi certi per l’Erario, soprattutto una probabilità di successo molto elevata. Mercoledì 2 maggio in Senato il sottosegretario Claudio De Vincenti, a nome del Governo, ha sintetizzato in questi termini le ragioni per le quali il Governo esprimeva parere contrario all’emendamento soppressivo presentato dalla Lega: “Questo articolo fa sì che i dirigenti della Pubblica amministrazione che hanno già maturato i requisiti di pensionamento, ma che volontariamente prolungano la loro attività, al momento dell’andata in pensione avranno l’assegno calcolato sulla situazione maturata al 22 dicembre 2012». Così stando le cose, mi era parso ragionevole l’accordo tra i partiti della maggioranza nel senso di respingere l’emendamento soppressivo presentato dalla Lega. E quando in Senato mercoledì scorso si è delineata la defezione quasi in blocco del Gruppo del PdL (con la significativa eccezione dei suoi esponenti di vertice), ho compreso la scelta del PD di mantenere invece l’impegno preso, nonostante che questo rischiasse di esporlo alla disapprovazione dell’opinione pubblica meno informata. Aggiungo soltanto che, se anche non avessi approvato questa scelta del PD, non avrei esitato a dirlo chiaro e tondo in questa sede e in ogni altra, ma nel voto in Senato mi sarei comunque attenuto alle indicazioni del mio Gruppo per disciplina di partito. Questo – piaccia o no ai portabandiera dell’antipolitica - impone la lealtà e correttezza nei rapporti politici. E questo è il patto in base al quale ho accettato l’elezione nelle liste del PD, che si legge nella home page del sito fin dalla sua nascita: “ho accettato il mandato parlamentare assumendo due impegni: verso il partito che ho contribuito a fondare, la massima lealtà nel voto; verso i miei lettori ed elettori, continuare a dire, scrivere e proporre in modo chiaro e diretto tutto quello che penso”. (p.i.) Postscriptum del 7 maggio - Su queste mie note sto ricevendo un numero straordinario di messaggi, in parte di approvazione, in parte (prevalente) di disapprovazione. Me ne farò interprete nei confronti della Presidenza del Gruppo. Questo può significare che il 2 maggio scorso abbiamo compiuto una scelta tecnicamente corretta, ma politicamente sbagliata o quanto meno inopportuna. Saluti cordiali, L'Ufficio Relazioni Esterne Gruppo PD Camera dei Deputati RISPOSTA Vi ringrazio PER L'APPROFONDIMENTO E mi scuso per l'errore in effetti la mia mail novefili corrisponde a novello filippo.. mI PRESENTI MI ERO tesserato per la prima volta a 58 anni al PD sede di Desio MB perchè era un momento grave per la città e mi sembrava giusto dare un contributo. Non condivido la vostra analisi, in un momento in cui il governo che state sostenendo ha tolto a tanti di noi ben altri diritti acquisiti ..e non mi sembra giusto avere cittadini di seria A e di serie B Vi consiglio di guardare con attenzione a Paolo Ferrero quando propone stipendi con limite massimo per tutti dirigenti e funzionari ..è una vergogna che il Presidente dell'INPS abbia stipendio d'oro e faccia incetta di incarichi . Vi ringrazio per la risposta ,evidentemente avete capito che in questi momento conviene ascoltare, veramente, i cittadini. .Io non vi voterò più ma spero che ciò serva ad aprire una strada nuova di vera democrazia con parlamentari "veramente" scelti dal popolo . ----- Original Message ----- From: "PD.comunicazione"
martedì 15 maggio 2012
NON CI POSSO CREDEREEE LA CAMERA DEI DEPUTATI SI DEGNA DI RISPONDERE ...LA PAURA FA 90
Da: PD.infodeputati@camera.it
Data: 15/05/2012 15.53
A:
Ogg: Re: DOVE SIETEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE
Caro cittadino che non ti firmi, ti ringraziamo per averci scritto. Per
quanto riguarda il tema che poni, visto che questa votazione si è tenuta al
Senato, ti rispondiamo con le parole che il Senatore Ichino ha pubblicato
sul suo sito come risposta alle numerose richieste di chiarimenti:
Per spiegare l’accaduto occorre chiarire che: 1. nel dicembre scorso il decreto-legge “Salva-Italia” (n. 201/2011) ha stabilito un rilevantissimo taglio alle retribuzioni degli alti dirigenti pubblici superiori ai 300.000 euro; 2. quella disposizione ha determinato una situazione nella quale numerosi alti dirigenti pubblici che hanno già maturato i requisiti per il pensionamento sono fortemente incentivati a scegliere di andare in pensione subito, invece che continuare a lavorare, per evitare che il nuovo stipendio decurtato determini una riduzione corrispondente del trattamento pensionistico già da loro maturato, a cui altrimenti avrebbero già diritto; per evitare questo effetto (che solo loro subirebbero, e lo subirebbero in misura molto più che proporzionale alla decurtazione delle retribuzioni perché si ripercuoterebbe sull’intera pensione maturata fino a fine 2011), il Governo si è impegnato a fare in modo che, rimanendo in servizio, essi non subiscano quel pregiudizio; 3. in un decreto-legge adottato ultimamente (n. 29/2012), il Governo ha quindi inserito una disposizione che stabilisce che il taglio operato con il decreto “Salva-Italia” non possa incidere sul trattamento pensionistico già maturato da quei dirigenti alla fine del 2011 nel vecchio regime, bensì – come per tutti gli altri lavoratori passati dal regime pensionistico retributivo a quello contributivo - incida soltanto sul trattamento che maturerà a loro favore dal 1° gennaio 2012 in poi, decidendo essi di restare in servizio; 4. quest’ultima disposizione corrisponde a un orientamento giurisprudenziale costante della Cassazione e della Corte costituzionale (sent. n. 264/1994), secondo il quale il trattamento pensionistico per il quale una persona ha già maturato i requisiti, ma che non viene attivato poiché essa decide di continuare a lavorare, costituisce un diritto acquisito che non può essere inciso da nuove disposizioni e non può subire decurtazioni per effetto di eventuali successive riduzioni della retribuzione: regola, questa, che vale per le pensioni di tutti i lavoratori; 5. la disposizione inserita dal Governo nel nuovo decreto-legge mira(va) dunque anche a evitare una pioggia di ricorsi dei dirigenti interessati, che avrebbero avuto, oltre a costi certi per l’Erario, soprattutto una probabilità di successo molto elevata. Mercoledì 2 maggio in Senato il sottosegretario Claudio De Vincenti, a nome del Governo, ha sintetizzato in questi termini le ragioni per le quali il Governo esprimeva parere contrario all’emendamento soppressivo presentato dalla Lega: “Questo articolo fa sì che i dirigenti della Pubblica amministrazione che hanno già maturato i requisiti di pensionamento, ma che volontariamente prolungano la loro attività, al momento dell’andata in pensione avranno l’assegno calcolato sulla situazione maturata al 22 dicembre 2012». Così stando le cose, mi era parso ragionevole l’accordo tra i partiti della maggioranza nel senso di respingere l’emendamento soppressivo presentato dalla Lega. E quando in Senato mercoledì scorso si è delineata la defezione quasi in blocco del Gruppo del PdL (con la significativa eccezione dei suoi esponenti di vertice), ho compreso la scelta del PD di mantenere invece l’impegno preso, nonostante che questo rischiasse di esporlo alla disapprovazione dell’opinione pubblica meno informata. Aggiungo soltanto che, se anche non avessi approvato questa scelta del PD, non avrei esitato a dirlo chiaro e tondo in questa sede e in ogni altra, ma nel voto in Senato mi sarei comunque attenuto alle indicazioni del mio Gruppo per disciplina di partito. Questo – piaccia o no ai portabandiera dell’antipolitica - impone la lealtà e correttezza nei rapporti politici. E questo è il patto in base al quale ho accettato l’elezione nelle liste del PD, che si legge nella home page del sito fin dalla sua nascita: “ho accettato il mandato parlamentare assumendo due impegni: verso il partito che ho contribuito a fondare, la massima lealtà nel voto; verso i miei lettori ed elettori, continuare a dire, scrivere e proporre in modo chiaro e diretto tutto quello che penso”. (p.i.) Postscriptum del 7 maggio - Su queste mie note sto ricevendo un numero straordinario di messaggi, in parte di approvazione, in parte (prevalente) di disapprovazione. Me ne farò interprete nei confronti della Presidenza del Gruppo. Questo può significare che il 2 maggio scorso abbiamo compiuto una scelta tecnicamente corretta, ma politicamente sbagliata o quanto meno inopportuna. Saluti cordiali, L'Ufficio Relazioni Esterne Gruppo PD Camera dei Deputati RISPOSTA Vi ringrazio PER L'APPROFONDIMENTO E mi scuso per l'errore in effetti la mia mail novefili corrisponde a novello filippo.. mI PRESENTI MI ERO tesserato per la prima volta a 58 anni al PD sede di Desio MB perchè era un momento grave per la città e mi sembrava giusto dare un contributo. Non condivido la vostra analisi, in un momento in cui il governo che state sostenendo ha tolto a tanti di noi ben altri diritti acquisiti ..e non mi sembra giusto avere cittadini di seria A e di serie B Vi consiglio di guardare con attenzione a Paolo Ferrero quando propone stipendi con limite massimo per tutti dirigenti e funzionari ..è una vergogna che il Presidente dell'INPS abbia stipendio d'oro e faccia incetta di incarichi . Vi ringrazio per la risposta ,evidentemente avete capito che in questi momento conviene ascoltare, veramente, i cittadini. .Io non vi voterò più ma spero che ciò serva ad aprire una strada nuova di vera democrazia con parlamentari "veramente" scelti dal popolo . ----- Original Message ----- From: "PD.comunicazione"
To:
Sent: Thursday, May 03, 2012 10:44 AM
Subject: Fw: DOVE SIETEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE
Per spiegare l’accaduto occorre chiarire che: 1. nel dicembre scorso il decreto-legge “Salva-Italia” (n. 201/2011) ha stabilito un rilevantissimo taglio alle retribuzioni degli alti dirigenti pubblici superiori ai 300.000 euro; 2. quella disposizione ha determinato una situazione nella quale numerosi alti dirigenti pubblici che hanno già maturato i requisiti per il pensionamento sono fortemente incentivati a scegliere di andare in pensione subito, invece che continuare a lavorare, per evitare che il nuovo stipendio decurtato determini una riduzione corrispondente del trattamento pensionistico già da loro maturato, a cui altrimenti avrebbero già diritto; per evitare questo effetto (che solo loro subirebbero, e lo subirebbero in misura molto più che proporzionale alla decurtazione delle retribuzioni perché si ripercuoterebbe sull’intera pensione maturata fino a fine 2011), il Governo si è impegnato a fare in modo che, rimanendo in servizio, essi non subiscano quel pregiudizio; 3. in un decreto-legge adottato ultimamente (n. 29/2012), il Governo ha quindi inserito una disposizione che stabilisce che il taglio operato con il decreto “Salva-Italia” non possa incidere sul trattamento pensionistico già maturato da quei dirigenti alla fine del 2011 nel vecchio regime, bensì – come per tutti gli altri lavoratori passati dal regime pensionistico retributivo a quello contributivo - incida soltanto sul trattamento che maturerà a loro favore dal 1° gennaio 2012 in poi, decidendo essi di restare in servizio; 4. quest’ultima disposizione corrisponde a un orientamento giurisprudenziale costante della Cassazione e della Corte costituzionale (sent. n. 264/1994), secondo il quale il trattamento pensionistico per il quale una persona ha già maturato i requisiti, ma che non viene attivato poiché essa decide di continuare a lavorare, costituisce un diritto acquisito che non può essere inciso da nuove disposizioni e non può subire decurtazioni per effetto di eventuali successive riduzioni della retribuzione: regola, questa, che vale per le pensioni di tutti i lavoratori; 5. la disposizione inserita dal Governo nel nuovo decreto-legge mira(va) dunque anche a evitare una pioggia di ricorsi dei dirigenti interessati, che avrebbero avuto, oltre a costi certi per l’Erario, soprattutto una probabilità di successo molto elevata. Mercoledì 2 maggio in Senato il sottosegretario Claudio De Vincenti, a nome del Governo, ha sintetizzato in questi termini le ragioni per le quali il Governo esprimeva parere contrario all’emendamento soppressivo presentato dalla Lega: “Questo articolo fa sì che i dirigenti della Pubblica amministrazione che hanno già maturato i requisiti di pensionamento, ma che volontariamente prolungano la loro attività, al momento dell’andata in pensione avranno l’assegno calcolato sulla situazione maturata al 22 dicembre 2012». Così stando le cose, mi era parso ragionevole l’accordo tra i partiti della maggioranza nel senso di respingere l’emendamento soppressivo presentato dalla Lega. E quando in Senato mercoledì scorso si è delineata la defezione quasi in blocco del Gruppo del PdL (con la significativa eccezione dei suoi esponenti di vertice), ho compreso la scelta del PD di mantenere invece l’impegno preso, nonostante che questo rischiasse di esporlo alla disapprovazione dell’opinione pubblica meno informata. Aggiungo soltanto che, se anche non avessi approvato questa scelta del PD, non avrei esitato a dirlo chiaro e tondo in questa sede e in ogni altra, ma nel voto in Senato mi sarei comunque attenuto alle indicazioni del mio Gruppo per disciplina di partito. Questo – piaccia o no ai portabandiera dell’antipolitica - impone la lealtà e correttezza nei rapporti politici. E questo è il patto in base al quale ho accettato l’elezione nelle liste del PD, che si legge nella home page del sito fin dalla sua nascita: “ho accettato il mandato parlamentare assumendo due impegni: verso il partito che ho contribuito a fondare, la massima lealtà nel voto; verso i miei lettori ed elettori, continuare a dire, scrivere e proporre in modo chiaro e diretto tutto quello che penso”. (p.i.) Postscriptum del 7 maggio - Su queste mie note sto ricevendo un numero straordinario di messaggi, in parte di approvazione, in parte (prevalente) di disapprovazione. Me ne farò interprete nei confronti della Presidenza del Gruppo. Questo può significare che il 2 maggio scorso abbiamo compiuto una scelta tecnicamente corretta, ma politicamente sbagliata o quanto meno inopportuna. Saluti cordiali, L'Ufficio Relazioni Esterne Gruppo PD Camera dei Deputati RISPOSTA Vi ringrazio PER L'APPROFONDIMENTO E mi scuso per l'errore in effetti la mia mail novefili corrisponde a novello filippo.. mI PRESENTI MI ERO tesserato per la prima volta a 58 anni al PD sede di Desio MB perchè era un momento grave per la città e mi sembrava giusto dare un contributo. Non condivido la vostra analisi, in un momento in cui il governo che state sostenendo ha tolto a tanti di noi ben altri diritti acquisiti ..e non mi sembra giusto avere cittadini di seria A e di serie B Vi consiglio di guardare con attenzione a Paolo Ferrero quando propone stipendi con limite massimo per tutti dirigenti e funzionari ..è una vergogna che il Presidente dell'INPS abbia stipendio d'oro e faccia incetta di incarichi . Vi ringrazio per la risposta ,evidentemente avete capito che in questi momento conviene ascoltare, veramente, i cittadini. .Io non vi voterò più ma spero che ciò serva ad aprire una strada nuova di vera democrazia con parlamentari "veramente" scelti dal popolo . ----- Original Message ----- From: "PD.comunicazione"
Chi sono
Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com
___________
"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"
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