Parlare delle problematiche
gestionali, amministrative, funzionali dell’asp4 di Enna è cosa assai ardua e
finanche deprimente. E per chi vive le
vicende tristissime che si vivono e che si consumano all’interno delle
strutture della più grossa azienda della provincia è mortificante constatare
come la sanità pubblica ennese si sia così degradata, impoverita ( anche
umanamente), annichilita e resa “una barzelletta” che però non fa certo ridere.
Personale demotivato, motivazioni scomparse, interlocuzione sindacale zero,
dispotismo dirigenziale tanto, opposizione sottozero.
A fronte di una eclatante
situazione di minorità del personale non dirigenziale in genere ( con vicende
personali e singole che raggiungono vette di dikensoniana memoria in termini di
sottoposizione e di umiliazione della dignità umana!), di una tangibile
disparità di trattamento gestionale al di fuori di qualunque schema
contrattuale delle categorie considerate “subalterne” che da un po’ di tempo
arriva a contemplare anche il personale infermieristico e non solo,
contrattazione decentrata “fatta in famiglia” come se i diritti, le
rivendicazioni e le proposizioni dei lavoratori fossero cose da barattare tra
amici e conoscenti, una RSU silenziata, in gran parte, proprio perché non
compatta, se non a parole, nel lottare contro il dispotismo , poco illuminato
in verità, di una dirigenza aziendale e amministrativa che ha potuto, può e potrà gestire l’azienda
sanitaria a proprio piacimento, navigando a vista, giorno per giorno, alla
deriva , senza un piano individuabile, verificabile e credibile, con delle
ricadute disastrose sui servizi che si offrono al cittadino ( e lo scrivente ne
è stato recentemente vittima), alla faccia dei tanto declamati comunicati
pseudo rassicuranti di servizio, che non hanno nessun riferimento alle
argomentazioni che veramente interessano i lavoratori: organizzazione della
prestazione lavorativa, salario accessorio, un fondo per la produttività da
distribuire con equità e giustizia, la regolamentazione della mobilità, la tutela
della sicurezza sul posto di lavoro, il riconoscimento della professionalità
dei lavoratori di settori della sanità emarginati, una piena agibilità
sindacale, l’attivazione o il potenziamento di alcuni servizi, opposizione
strenua a ogni tentativo di ridimensionamento ( anticamera dell’annullamento)
dei servizi offerti, trasparenza e conoscenza piena e documentata del numero di
lavoratori effettivamente presenti in pianta organica, attivazione dei
concorsi, lotta alla precarietà, cercando così di dare risposte certe e chiare
a centinaia di lavoratori che aspettano ancora la stabilizzazione. Su queste
argomentazioni si deve confrontare il sindacato e la RSU presente, non sulle
lotte intestine nate solo per interessi personali e per meschini compromessi.
Perché se le organizzazioni sindacali veramente lo volessero, tutte
insieme e compatte, insieme ai lavoratori, tra le mura dell’ASP 4 suonerebbe
un’altra musica. Perché la forza di chi comanda è inversamente proporzionale alla debolezza di chi subisce.
Luigi Bascetta
Coordinatore provinciale COBAS