Sono lieto di presiedere questa eucaristia nella vigilia della festa di san Sebastiano, l’eroico martire patrono e protettore della Polizia Municipale.
Il 3 maggio 1957 il papa Pio XII ha formalmente proclamato il santo martire patrono della Polizia Municipale.
Il Breve Pontificio così recita "Tra gli Illustri martiri di Cristo, i militari occupano un posto di primissimo piano presso i fedeli, per la loro peculiare religiosità e per l'ardente impegno a compimento del dovere. Tra questi brilla San Sebastiano che, come viene riferito dalla tradizione, durante l'impero di Diocleziano fu comandante della coorte pretoriana e fu onorato con grandissima devozione …a lui come patrono si consacrano molte associazioni sia militari che civili attratte dal suo esempio e dalle virtù cristiane…. per cui costituiamo e dichiariamo per sempre San Sebastiano Martire custode di tutti i preposti all'ordine pubblico che in Italia sono chiamati "Vigili Urbani" e Celeste Patrono “
Le
due principali caratteristiche di san Sebastiano furono la fede e la carità,
che sono bussola per l’intera comunità cristiana.
La tradizione cristiana
presenta il giovane militare Sebastiano come coraggioso nella professione
cristiana, astuto e deciso nella diffusione della fede, leale e fedele
nell'esecuzione dei comandi, caritatevole nell'assistenza ai prigionieri e
nella pia opera di sepoltura dei martiri.
Sebastiano, era nato e cresciuto
a Milano, da padre di Narbona (Francia meridionale) e da madre milanese, era
stato educato nella fede cristiana, si trasferì a Roma nel 270 e intraprese la
carriera militare intorno al 283.
Sebastiano, per essersi
distinto tra i pretoriani di Massimiano, venne chiamato a far parte della
guardia personale di Diocleziano, con il grado di ufficiale.
A Roma, godendo della
fiducia dell'imperatore svolse un'efficace ed instancabile azione caritativa di sostegno e conforto dei
cristiani carcerati o condannati a morte.
A queste manifestazioni di esemplare carità, aggiungeva una coraggiosa testimonianza difede,
che lo portava a svolgere una capillare diffusione del messaggio cristiano presso
i soldati, i magistrati e le famiglie nobili. Fra le numerose e prodigiose conversioni
compiute da Sebastiano sono da ricordare quelle del Prefetto di Roma.
Scoperto mentre è intento a
dare sepoltura ad alcuni martiri
cristiani Sebastiano fu chiamato in giudizio e, dopo un processo sommario,
venne condannato a morte mediante il supplizio delle frecce.
Subì impavido il martirio, meritando il
domicilio dell’eterna immortalità là dove era giunto come ospite” e lasciando
ai posteri la sua testimonianza luminosa, animata da limpida lealtà alle
autorità civili, ma altresì dalla chiara affermazione del primato di Dio su tutti
i valori terreni.
Meditando il suo esempio di
uomo e di cristiano, fedele all’imperatore ma ancor più al suo Dio, ognuno di
voi possa lasciarsi guidare ogni giorno dalla parola di Dio.
L'immagine delle nozze occupa un posto centrale
nella liturgia di oggi.
Nell'Antico
Testamento si menziona con frequenza la figura dello sposo per parlare delle
relazioni di Dio con il suo popolo Israele.
La prima lettura (Is 62, 1-5) valorizza l'immagine delle
nozze per indicare il legame tra Dio e il suo popolo. Dio si rivela come sposo
fedele, che, nonostante tutto, mantiene la sua parola di alleanza, di
indissolubilità e di lealtà. Dio è uno sposo gioioso che diffonde la gioia in tutto il popolo d’ Israele, come
un dono prezioso e magnifico per la sposa.
La lettura profetica di Isaia anticipa la promessa dello sposalizio fra
Dio e l’umanità.
Nel Nuovo Testamento Gesù Cristo appare sotto la figura dello
sposo atteso che realizza le nozze fra
Dio e il suo popolo in un clima di tenero amore e di gioia sovrabbondante.
Gesù partecipando ad una festa di nozze a Cana , assieme a sua madre e ai suoi discepoli,
insegna che il suo posto nel mondo non può essere ristretto a qualche momento
della vita dell'uomo, ma si fa presente a tutta la sua vita, alle sue gioie e
alle sue sofferenze. Gesù permette che
la gioia degli sposi e dei commensali possa continuare.
Gesù cambiando
l'acqua in vino si fa conoscere come lo sposo del suo popolo, colui che lo fa
passare dall'acqua della prima alleanza, al vino della nuova.
Gesù è lo Sposo che
viene a confermare, e rende definitivo e stabile il patto di amore non più solo
con il popolo della Prima Alleanza, ma con tutti i popoli, chiamati alla nuova
e definitiva Alleanza, che anticipa il banchetto delle nozze eterne.
Nel primo dei segni miracolosi che Gesù compie
a cana , in occasione di una festa di nozze, ha un ruolo importante sua
madre.
Lo sguardo di Maria è uno sguardo penetrante,
capace di accorgersi e di prevenire l'imbarazzo degli sposi ai quali viene a
mancare il vino durante il banchetto nuziale, capace di leggere nell'intimo del
cuore di Gesù, fino a percepirne i sentimenti nascosti e farli venire alla luce
e indovinarne con l'intuito della madre le scelte.
Maria è colei che è attenta al bisogno e alla
necessità e che fa conoscere al Figlio quanto il suo occhio materno ha
scoperto: "Non hanno più vino ".
Maria spinge Gesù a
iniziare la sua missione con un segno di amore apportatore di gioia e di
novità.
A Cana è presente in germe la Chiesa che si presenta come la
comunità dei discepoli del Signore che nella fede aderiscono a Gesù Cristo,
mettono in pratica i suoi precetti, si fanno attenti alle necessità dei
fratelli e nella concordia pregano ed affrettano l'avvento del Regno di Dio.
Maria con la sua presenza discreta ed efficace non solo a Cana ma anche sul
calvario e nel cenacolo si rivela come la prima discepola che mostra la sua
fede dicendo ai servi: Fate quello che egli vi dirà" .
Come Maria alle nozze di Cana compì la sua funzione
benefica in favore degli sposi così oggi dalla gloria dei cieli la continua a
favore di tutta la Chiesa. Essa sollecita del bene dell'umanità e di ognuno dei suoi figli prega
il suo Figlio divino perché ci venga incontro nelle nostre necessità e ci
invita a mettere in pratica ciò che Cristo ci ha insegnato nel vangelo.
E' bello pensare
come Maria, che noi forse pensiamo assente dalle nostre difficoltà, ha invece
gli occhi bene aperti sulla sofferenza, sulle difficoltà che sono sempre le
ombre che possono apparire improvvisamente sulla nostra vita.
Oggi noi dobbiamo
essere certi che ancora una volta lei saprà dire al Figlio di cambiare l'acqua
in vino ossia la sofferenza in gioia, la paura in speranza, il buio nella luce.
Oggi le nostre vecchie giare vuote, simbolo di un egoismo
triste e di un legalismo sterile e incapace di salvare l'uomo, vengono riempite
dalla novità gioiosa della donazione totale di Cristo, che nell'Eucaristia
compie per noi un miracolo più strepitoso di quello di Cana e chiede a noi una
fede più ardita di quella che ebbero i suoi discepoli: riconoscere ne pane e
nel vino il suo corpo donato e il suo sangue sparso come segno efficace della
nuova ed eterna alleanza fra Dio e l'umanità.
Il Signore ci nutre
con l’unico pane di vita e ci disseta con l’unico calice perché nella chiesa
formiamo un cuore solo e un anima sola.
Il dono nuziale è il simbolo dell'alleanza tra gli sposi. Il
dono che Gesù-sposo offre alla Chiesa-sposa sono i carismi, che concede mediante il suo Spirito. Lo Spirito
indirizza tutti loro all'utilità comune di tutta la Chiesa. Con essi, la Chiesa
può garantire la sua fedeltà all'alleanza sponsale con Cristo.
Alla
intercessione di san Sebastiano affido allora oggi tutti gli appartenenti alla
Polizia Municipale, con l’augurio che sappiano non soltanto onorare lasua
gloriosa memoria, ma altresì imitare la sua coerenza cristiana nelle
scelte di ogni giorno.
Il servizio che ogni giorno prestate ai cittadini è impegnativo e a
volte non pienamente compreso da coloro stessi per i quali vi affaticate. I
molteplici servizi cui siete preposti esigono impegno: il controllo del
traffico cittadino, accertamenti, controlli, prevenzioni, sorveglianza, difesa
pubblica e privata, interventi di ogni tipo.Senza dimenticare i rischi, cui
potete andare incontro nel quotidiano svolgimento del vostro compito.
Vi invito a compiere generosamente al vostro dovere, che dovete sentire
come una vera “missione”.
Pio XII delineò la figura del vigile con queste parole: “Il vigile urbano è, in qualche modo,
l’occhio, l’orecchio, la mano e il cuore della pubblica autorità a vantaggio
del bene comune della cittadinanza” (Discorsi di Pio XII, XIX, p. 172).
Vi raccomando che il vostro occhio sia il più possibile limpido e puro;
che il vostro orecchio sia costantemente attento; che la vostra mano sia sempre
pronta non solo ad indicare la direzione o a regolare il movimento delle
persone, ma in primo luogo a soccorrere chi si trova in difficoltà. Soprattutto
il vostro cuore - che è il cuore della pubblica autorità - sia vigile,
sensibile, aperto e premuroso: sono tante le persone bisognose, sole o
indifese, che invocano un po’ di calore umano e che possono trovare, nella
vostra premura, un segno di nuova speranza.
Tutto questo è ancor più vero e impegnativo per chi, come noi, è
cristiano, e sente di essere chiamato a imitare quel Gesù che “non è venuto per
essere servito, ma per servire” (Mt 20, 28). Voi siete ben consapevoli del dono
della fede e capite pienamente quanto l’ordine esteriore sia favorito
dall’ordine interiore, dal giusto rapporto con Dio, dalla piena rettitudine
morale.
Il tutore dell’ordine pubblico sarà tanto più all’altezza della sua
missione quanto più sarà capace di mantenere “ordinata” la sua vita spirituale
e quanto più ispirerà la sua condotta familiare e sociale ai valori religiosi.
A tutto il personale della
Polizia Municipale oggi dico: Siate
pronti a favorire con ogni mezzo la coraggiosa costruzione della legalità,
della sicurezza e della giustizia.
Seguendo
l’esempio di San Sebastiano continuate a
svolgere con generosità il vostro dovere. Innumerevoli persone guardano a voi e
in voi confidano nella speranza di poter godere di un'esistenza nella serenità,
nell'ordine, nella pace.
Questa mia esortazione vuol essere anche un augurio sincero: che le
riflessioni a cui ho fatto cenno si traducano, per ognuno di voi, in linee
direttrici della vostra vita privata e professionale.
Preghiamo insieme il Signore,
datore di ogni bene, invochiamo l’intercessione di san Sebastiano, affidiamo
tutte queste intenzioni alla protezione della Madonna delle Vittorie Patrona
della nostra città.