lunedì 18 marzo 2013

Mons. Pennisi su Papa Francesco

L’Arcivescovo eletto di Monreale e Amministratore diocesano di Piazza Armerina S. E. Mons. Michele Pennisi , si trovava in piazza San Pietro quando c’è stata la fumata bianca. 
Appresa l’elezione di Papa Francesco alla guida della Chiesa, lo indica a tutto il popolo di Dio come punto di riferimento ineludibile per la carità ecclesiale.
L’Arcivescovo non conosceva personalmente il Card. Bergoglio ma sente questa scelta dei Cardinali come facente parte del Mistero dello Spirito di Cristo che guida la sua Chiesa in persone, modi, tempie culture che possono essere diversi da quelle che ciascuno professa. Per questo l’Arcivescovo fa un gesto di incondizionata obbedienza alla volontà di Cristo e chiede al suo popolo di seguirlo.

Nelle messe di domenica prossima i parroci rivolgano al popolo un pensiero che illustri la funzione del Papa nella Chiesa. A mezzogiorno di domenica prossima in occasione della recita dell’Angelus e del 19 marzo solennità di San Giuesppe patrono della Chiesa universale, sarenanno suonate a festa le campane di tutte le chiese.

Ieri il Vescovo ha celebrato l’Eucaristia di ringraziamneto per il nuovo Pontefice Romano a Gela con il movimento del Rinnovamento dello Spirito Santo.

Ecco alcuni brani dell’omelia.

Carissimi fratelli e sorelle,

siamo riuniti a celebrare l’Eucaristia per ringraziare il Signore per l’elezione a vescovo di Roma e pastore della Chiesa universale di Papa Francesco in occasione dell’XI anniversario dell’approvazione dello Statuto da parte della CEI.



Rifacendomi al mesasggio sulla elezione del nuovo Papa del Presidente nazionale Salvatore Martinez sono convinto chelo Spirito Santo e i cardinali in Conclave hanno scelto contro ogni previsione, un Papa "carismatico" che viene per la prima volta dal nuovo mondo dell’America.



Dall’America Latina , evangelizzateadal fervore dei cattolici europei, verrà ora la nuova evangelizzazione del mondo, in special modo della nostra Europa, stanca, delusa, portatrice di speranze tristi.

Il Papa imponendosi il nome di "Francesco" traccia il profilo missionario del suo ministero petrino, all'insegna di una semplicità evangelica, di una popolarità di tratto, di un'attenzione verso i poveri, di una fratellanza universale che da subito si sono imposte alla considerazione del mondo intero che lo osservava nella sua prima uscita pubblica.

E stata meravigliosa, e assolutamente inconsueta nella memoria collettiva, l'immagine di un Papa che "si fa preghiera" inchinandosi dinanzi alla Comunità e chiedendo che si preghi "su di lui". Con questo gesto ci ricorda che più sarà capace di "rimanere in preghiera", più la Chiesa sarà profetica, vigilante, innamorata del suo Signore, audace, incidente.



Il Nuovo Papa è stato difensore della fede tra la gente, soprattutto povero in spirito tra i più poveri. E che nel segno del "poverello di Assisi" voglia ora proseguire il suo cammino con i fedeli della Chiesa di Roma e del mondo intero, ci pare un messaggio di straordinaria bellezza.



Papa Francesco si è ripetutamente definito "Vescovo di Roma che presiede alla carità".

Osservando l'umiltà con la quale si è presentato, ho subito ripensato alla celebre definizione di Sant'Agostino: "Nel momento in cui mi dà timore l'essere per voi, mi consola il fatto di essere con voi. Per voi, infatti, sono vescovo, con voi sono cristiano".

Papa Francesco si pone idealmente in continuità con l’ urgenza richiamata da Benedetto XVI di riscoprire la bellezza e l’entusiasmo della fede e con l’impegno per una nuova evangelizzazione.

Vogliamo significare la nostra gratitudine al Signore per l'attenzione ai Movimenti ecclesiali e alle Nuove Comunità che Papa Francesco non mancherà di assicurare, in ragione dell'accompagnamento pastorale fin qui testimoniato. La sua sensibilità spirituale e carismatica saranno di grande impulso per l'impegno missionario dei "laici associati", per una nuova presenza dei cattolici nel mondo, nelle istituzioni, nelle frontiere della carità.
          


Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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