PIAZZAARMERINA. Descritto come un genio dell’imbroglio con innata capacità di far "bere al prossimo" la panzana più inverosimile l’ex poliziotto G.L. F., 38 anni ha varcato per la prima volta un’aula di giustizia del tribunale di Enna.
L’uomo è conosciuto dalle forze dell’ordine e dalla procure di mezza Italia per le incredibili truffe che avrebbe messo a segno, e tra realtà e leggenda si parla anche di un assegno a firma "Silvio Berlusconi" che sarebbe riuscito a piazzare. Anche la vicenda per la quale G. L. F., espulso da
mesi dalla Polizia, è comparso ieri dinanzi al gup del tribunale è incredibilmente ben architettata.
Basti pensare che tra le parti lese ci sono il Sisde, servizio segreto civile, la Presidenza del Consiglio dei ministri, la Rai l’Università Lluis di Roma. G. L. F., spacciandosi per un incaricato del Sisde avrebbe commissionato servizi di vigilanza antiterrorismo ad una nota società di sicurezza privata. Vigilanza che venne realmente effettuata dal personale della società presso i "siti sensibili" come la fontana di Trevi o Città del Vaticano.
Per dare credibilità alla proposta di sottoscrivere il contratto l’uomo, che avrebbe preteso una
"commissione percentuale" sul valore del contratto, presentava documenti, lettere di accredito e incarichi di alti organismi istituzionali.
Nel procedimento in corso dinanzi al Gup di Enna è stata archiviata l’accusa di truffa, ma gli
vengono contestati la calunnia e il falso oltre all’utilizzo di timbri istituzionali e alla falsificazione di
firme. Per presentarsi "a dovere" alla società di vigilanza aveva esibito una lettera del Sisde e firmata dal prefetto Mori, una della Rai firmata dal direttore dell’ufficio risorse umane, e inviato una mail con il logo della Presidenza del consiglio dei ministri. Abili contraffazioni che hanno ingannato i truffati che nell’ufficio del sedicente agente segreto potevano ammirare la sua laurea, anche quella falsa, conseguita alla prestigiosa università Lluis. Un meccanismo che però si è inceppato. G. L. F. per rendere tutto più credibile e forse per riscuotere la sua percentuale, aveva rilasciato ai titolari della ditta un assegno da 180 mila euro.
Messo all’incasso era risultato scoperto e lui aveva denunciato i titolari, sostenendo che l’assegno
era stato contraffatto dai due che lo avevano ottenuto per l’acquisto di una società, di qui l’accusa di calunnia. Il difensore avvocato Sinhue Curcuraci, ha chiesto il rinvio a fronte di nuove contestazioni di falso e il Gup ha fissato per metà gennaio.
GIU.MA. da La Sicilia