in allegato ci sono scritte due parole sulla triste questione dei posti riservati in prima fila al concerto di ieri.
Il file è firmato da diverse persone, non è solo una mia iniziativa.
ciao ciao e a presto!
Riccardo Lionti
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Ieri sera, fra le 20 e le 21, si è consumato un episodio poco piacevole che non fa onore ad alcuni nostri concittadini in un contesto di grande festa e divertimento quale è stato lo splendido concerto di Pino Daniele allo stadio Sant’Ippolito di Piazza.
Ma veniamo ai fatti. Alle 20.00 si apre il cancello e le decine di persone che si erano accalcate davanti ad esso affluiscono velocemente verso le poltrone. Inizia subito la gara per chi si deve sedere in prima fila, in un clima sempre di festa e di scherzo. Arrivati all’agognata meta (c’era gente che era lì dalle 18.00) ci accorgiamo, con un po’ di delusione, che la prima fila era totalmente riservata, e allora, con un po’ di rassegnazione e pensando a posti riservati a disabili o forze dell’ordine, ci accomodiamo nelle file immediatamente successive.
Invece attorno alle 21 vediamo arrivare gli occupanti della prima fila e con sgomento notiamo che sono dei semplici cittadini, parenti probabilmente di qualche amministratore. Qualcuno comincia giustamente ad innervosirsi, ma la gioia per l’avvenimento che si sta per compiere è troppo grande e così anche la rabbia si diluisce e lascia spazio all’indifferenza.
Però reputiamo corretto non far passare inosservato questo semplice episodio, che nella sua semplicità è paradigma di un modo di pensare molto gretto, chiuso nella sua meschinità, non rispettoso di persone che han fatto una lunga fila pagando il proprio biglietto.
Ancora più triste è stato vedere, fra i “prescelti”, alcuni bambini. Come hanno fatto i loro genitori a coinvolgerli? Cosa hanno detto loro? Come hanno giustificato un simile comportamento? Una persona normalmente dotata di senso di comunità non si permetterebbe mai di assumere tali atteggiamenti, educando i propri figli alla “scorciatoia” e, peggio ancora, al classismo.
Non vogliamo fare della finta retorica buonista, ma essere cittadini di una capitale della Cultura quale Piazza ambisce ad essere, significa anche superare simili atteggiamenti nepotistici, a favore invece di una sana e compiuta emancipazione da parte di tutte le classi sociali, quelle medio-basse, ma anche quelle che fanno riferimento alla cosiddetta classe dirigente. In questa ottica sarebbe bello se i protagonisti di questo spiacevole episodio chiedessero pubblicamente scusa, dalle pagine di questo stesso blog, facendo un atto sicuramente onorevole, in grado di cancellare un neo ad una serata di certo stupenda.
Mario Conti
Riccardo Lionti
Paolo Bonfiglio
Verena Vincifori
Paolo Stimolo
Erica Galati
Claudia Nisi
Salvatore Montemagno
Ma veniamo ai fatti. Alle 20.00 si apre il cancello e le decine di persone che si erano accalcate davanti ad esso affluiscono velocemente verso le poltrone. Inizia subito la gara per chi si deve sedere in prima fila, in un clima sempre di festa e di scherzo. Arrivati all’agognata meta (c’era gente che era lì dalle 18.00) ci accorgiamo, con un po’ di delusione, che la prima fila era totalmente riservata, e allora, con un po’ di rassegnazione e pensando a posti riservati a disabili o forze dell’ordine, ci accomodiamo nelle file immediatamente successive.
Invece attorno alle 21 vediamo arrivare gli occupanti della prima fila e con sgomento notiamo che sono dei semplici cittadini, parenti probabilmente di qualche amministratore. Qualcuno comincia giustamente ad innervosirsi, ma la gioia per l’avvenimento che si sta per compiere è troppo grande e così anche la rabbia si diluisce e lascia spazio all’indifferenza.
Però reputiamo corretto non far passare inosservato questo semplice episodio, che nella sua semplicità è paradigma di un modo di pensare molto gretto, chiuso nella sua meschinità, non rispettoso di persone che han fatto una lunga fila pagando il proprio biglietto.
Ancora più triste è stato vedere, fra i “prescelti”, alcuni bambini. Come hanno fatto i loro genitori a coinvolgerli? Cosa hanno detto loro? Come hanno giustificato un simile comportamento? Una persona normalmente dotata di senso di comunità non si permetterebbe mai di assumere tali atteggiamenti, educando i propri figli alla “scorciatoia” e, peggio ancora, al classismo.
Non vogliamo fare della finta retorica buonista, ma essere cittadini di una capitale della Cultura quale Piazza ambisce ad essere, significa anche superare simili atteggiamenti nepotistici, a favore invece di una sana e compiuta emancipazione da parte di tutte le classi sociali, quelle medio-basse, ma anche quelle che fanno riferimento alla cosiddetta classe dirigente. In questa ottica sarebbe bello se i protagonisti di questo spiacevole episodio chiedessero pubblicamente scusa, dalle pagine di questo stesso blog, facendo un atto sicuramente onorevole, in grado di cancellare un neo ad una serata di certo stupenda.
Mario Conti
Riccardo Lionti
Paolo Bonfiglio
Verena Vincifori
Paolo Stimolo
Erica Galati
Claudia Nisi
Salvatore Montemagno