lunedì 24 agosto 2009

Chiarito il macabro mistero dei respiri che provengono dall'interno del cimitero Bellia "Si tratta di Gufi in calore" afferma Pernicone dell'Anta.

di Guglielmo Bongiovanni. Un gruppetto di ragazzi scovati dall’Anta di Dario Pernicone all’interno del cimitero Bellia incuriositi da “respiri” che provenivano dall’interno del luogo sacro. Sono ormai diverse sere che il luogo di riposo eterno dei nostri cari sembra sia stato trasformato in uno scenario da film horror. Tutti alla ricerca dei respiri che pare la notte salgono dal regno dell’Ade per giungere a noi poveri mortali. Le interpretazioni, come di consueto in questi casi, sono frutto dell’immaginazione più macabra che ci sia: chi parla di Satana, chi sostiene che i nostri defunti la notte si sveglino per compiere chissà quale macabro rito. Basta un piccolo rumore che l’immaginazione comincia a volare per tessere trame da romanzi horror. Piazza Armerina trasformata nel Maine, regione americana, che ha ispirato molti romanzi horror del maestro del terrore Stephen King. Ma cosa ci sta dietro la fantasia di chi è alla ricerca del brivido, della trasgressione o semplicisticamente dello strumento che possa rendere più frivole le banali serate dei nostri giovani? Dei gufi in calore. A confermarcelo è lo stesso Dario Pernicone responsabile dell’Anta di Piazza Armerina: “Si tratta dei versi cupi di gufi in calore il cui suono dà l’impressione di un respiro”. Quindi il sogno svanisce all’alba per questi giovani alla ricerca di brividi notturni. Il gufo (nella foto) un meraviglioso rapace i cui versi possono udirsi all’imbrunire e per tutta la notte. Un tempo cacciato dall’uomo oggi è una specie protetta e sembra in pericolo di estinzione. “Questi rapaci – aggiunge Dario Pernicone – sono uccelli che nel periodo dell’accoppiamento emettono un suono particolare che se all’uomo può sembrare macabro per la loro specie è un richiamo della femmina per accoppiarsi, quindi ai giovani consiglio di rimanere in città piuttosto che recarsi al cimitero di notte per raccontare baggianate che non hanno nessun fondamento.” Mistero chiarito. La città è salva!

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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