mercoledì 5 agosto 2009

Un mistero o una manovra della politica dietro il minacciato sciopero dei vigili urbani?

di Guglielmo Bongiovanni. Dietro il minacciato sciopero degli agenti di Polizia Municipale, dietro le reali e giuste esigenze rivendicate dagli agenti di P.M. o dietro i colpi di fioretto delle sigle sindacali sembra che si nasconda il solito modo di fare politica. Accordi trasversali, manovre politiche di basso profilo con il solo e vero obiettivo prendere il posto del comandante attuale Piero Viola. Allora diamogli addosso. Sputiamo veleno se decide di fare multe o decide di non farle, diamogli addosso dell’inciviltà che appartiene a ognuno di noi quando siamo al volante; diamogli addosso se parcheggiamo la vettura ovunque; Diamogli addosso se ci sono abusivi in città o non ci sono. Diamogli addosso se decide di controllare i commercianti che non rispettano l’ordinanza del Sindaco che stabilisce orari precisi per buttare i rifiuti. Diamogli addosso se dopo un concerto a trionfare è l’inciviltà. Diamogli addosso perché in fondo noi amiamo una città senza regole, una città del vivere e lascia vivere. Legalità, educazione stradale, rispetto della legge sembrano solo maschere, formule vuote. Slogan utilizzati al momento opportuno per mascherare il vero obiettivo: il comando della Polizia Municipale. Il fine giustifica i mezzi avrebbe scritto Machiavelli. C’è chi cerca vendette politiche inopportune, secondo il mio punto di vista, e chi cerca, invece, di scalare la vetta della dirigenza. Nessuno ha mai scritto, che oggi, il problema centrale della Polizia Municipale di Piazza non sono i comandanti ma il numero dei “soldati” chiamati a svolgere un servizio che risulta articolato in diversi settori di intervento alcuni dei quali delicati e complessi. Oggi la P.M. non si limita alla sola contravvenzione per violazione del codice della strada. Il comando di Piazza ha solo 6 vigili effettivi il resto appartiene al personale contrattista chiamato a lavorare, per contratto, a 18 o 24 ore settimanali. Ciò che andrebbe fatto è quello si costringere l’assessore alla viabilità Lillo Cimino a uno sforzo maggiore in una sola direzione: reperimento di risorse finanziarie da destinare a un monte ore supplettivo e avere così a disposizione per più ore un personale in numero maggiore. Oppure spingere per i famigerati concorsi pubblici; un comune di generali non va da nessuna parte e a dimostrarlo sembra l’organizzazione amministrativa-burocratica del nostro ente. Troppi comandanti, nessun soldato; le rivendicazioni del personale contrattista, poi, sono legittime e giuste: è giusto che vada dato ai vigili non effettivi lo straordinario dell’agosto scorso. Ritengo che sia una vittoria dei sindacati l’aver costretto nei giorni scorsi l’amministrazione comunale a siglare un patto che prevede, entro il prossimo mese di ottobre, l’avvio delle procedure di concertazione con la concreta possibilità di prevedere un sistema di turnazione a 35 ore settimanali o costringere l’amministrazione a lavorare sull’ipotesi di una banca dati delle ore. Ritengo che sia una vittoria l’aver trovato 5000 euro da destinare al lavoro straordinario del personale effettivo. Ritengo che sia giusto continuare la battaglia per la stabilizzazione del personale precario. Ciò che ora andrebbe fatto, e di cui dovrebbe farsi garante il comandante dei Vigili Urbani Piero Viola e la ricerca di risorse economiche per il personale contrattista da destinare al lavoro straordinaro cui gli agenti di P.M. sono chiamati in questi duri giorni di agosto. Il problema, visto l'assenza di un comandante di ruolo, è di natura politico gestionale e di linee guida che l'Amministrazione di governo vorrà e saprà sposare in materia e sul contenuto dei rapporti che deciderà di avere con i sindacati di categoria. Solo ad Ottobre, quando l'amministrazione avvierà le procedure di contrattazione con i sindacati, riusciremo ad avere delle risposte concrete. Allora solo un comando organizzato in modo ottimale legittima le critiche a chi lo dirige. In caso contrario, a mio modo di vedere, cadiamo nella solità banalità che a tratti sconfina nella volgarità e nella cattiveria gratuita di cui questa città non più bisogno.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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