Cari signori se non fossi stato corretto non avrei pubblicato la vostra mail. Ritengo che la correttezza di questo mestiere sia quello di dare spazio a tutti e sopratutto non usare questo straordinario strumento di crescita democratica per fini personali o peggio ancora politici. Per chi ama la cronaca non può permetterselo. Diversa cosa per la carta stampata o lo strumento via web che nasce come gruppo politico privilegiando sopratutto l’approfondimento della notizia in chiave squisitamente politica e di parte. Legittimo anche quello se dettato da onestà intellettuale e chiaramente guidato da un progetto politico che può o non può essere condiviso. Se mi consentite vorrei rispondere alle vostre precisazioni premettendo, senza nessuna critica, che io sto scrivendo a persone ignote che non so chi siano e quanti siano ma questo credo che possa rientrare, nei limiti consentiti, nell’ambio del nostro lavoro. Dite di non essere di estrema destra. Perfetto. Non credo però di meritare l’etichetta di scorretto perché ho solo ipotizzato che il gruppo nasceva dentro l’ambito ideologico dell’estrema destra. Il simbolo usato e il nome dato al gruppo lo faceva pensare. Se ciò vi può essere da conforto nel periodo universitario mi iscrissi a Catania ad un gruppo extraparlamentare di estrema sinistra chiamato “Circolo Marxista-Leninista”. Non mi sono mai sentito offeso se qualcuno mi ha dato dell’estremista o peggio ancora del terrorista. Ne condividevo l’impostazione ideologica e sognavo un mondo diverso che secondo il mio punto di vista non andava nella direzione dell'estremismo e della lotta armata anzi al contrario nasceva come scelta forte di difesa di alcuni valori costituzionalmente garantiti contro gli oppressori. Ho fatto la mia scelta libera e me ne sono assunto la responsabilità.
Secondo dite di essere l’estremo centro alto e di interpretare i sentimenti della popolazione. Scusatemi ma anche con il massimo sforzo di immaginazione che mi sono dato in queste ore non riesco a capire cosa significhi. Così come interpretare i sentimenti della popolazione mi sembra un qualcosa di aver sentito parecchie volte nella mia breve esperienza politica da militante attivo ma con l’unico gap che a distanza di anni ho capito che la massa di rivoluzionari, la massa proletaria pronta a prendere le armi della cultura per liberare il nostro paese dagli oppressori, dagli imperialisti o dallo stato imperialista delle multinazionali non esisteva così come la intendevo io. Ma questo è un’altra storia. Ciò che conta e chi siete? Cosa volete? Rendete pubblico il vostro messaggio e le vostre facce. Fateci conoscere la vostra piattaforma di lotta e anche se questa va fuori dal palazzo e nasce in mezzo alla gente, insieme al popolo, come lo chiamate voi, sarò il primo ad essere presente e darvi voce con il nostro piccolo blog. A cominciare dalla battaglia sulle strisce blu.
Non ho scritto che siete degli stupidi e dei teppisti così come non mi sognerei di paragonare il vostro gesto forte ed eclatante a quello compiuto da criminali comuni o mafiosi. Non rientra nella mia educazione e cultura. Il vostro è stato un gesto che contiene un messaggio politico e come tale è stato raccontato, pertanto, dovevate aspettarvi la risposta dei vostri avversari politici. Non ho scomodato le vacche sacre della politica ma ho pubblicato dei comunicati che sono arrivati a noi così come il vostro volantino di rivendicazione che pubblicheremo per intero quando la Polizia di Stato ci darà il permesso di farlo.
Per ultimo vorrei anche precisare che fuori dalla logica delle regole democratiche non significa affatto che siete matti ma avete sposato una strategia di lotta che va fuori dal normale rapporto dialettico e democratico che intercorre tra le forze politiche rappresentate in aula fatto seguire da un gesto forte, accompagnato da un simbolo e purtroppo dall’anonimato!
Secondo dite di essere l’estremo centro alto e di interpretare i sentimenti della popolazione. Scusatemi ma anche con il massimo sforzo di immaginazione che mi sono dato in queste ore non riesco a capire cosa significhi. Così come interpretare i sentimenti della popolazione mi sembra un qualcosa di aver sentito parecchie volte nella mia breve esperienza politica da militante attivo ma con l’unico gap che a distanza di anni ho capito che la massa di rivoluzionari, la massa proletaria pronta a prendere le armi della cultura per liberare il nostro paese dagli oppressori, dagli imperialisti o dallo stato imperialista delle multinazionali non esisteva così come la intendevo io. Ma questo è un’altra storia. Ciò che conta e chi siete? Cosa volete? Rendete pubblico il vostro messaggio e le vostre facce. Fateci conoscere la vostra piattaforma di lotta e anche se questa va fuori dal palazzo e nasce in mezzo alla gente, insieme al popolo, come lo chiamate voi, sarò il primo ad essere presente e darvi voce con il nostro piccolo blog. A cominciare dalla battaglia sulle strisce blu.
Non ho scritto che siete degli stupidi e dei teppisti così come non mi sognerei di paragonare il vostro gesto forte ed eclatante a quello compiuto da criminali comuni o mafiosi. Non rientra nella mia educazione e cultura. Il vostro è stato un gesto che contiene un messaggio politico e come tale è stato raccontato, pertanto, dovevate aspettarvi la risposta dei vostri avversari politici. Non ho scomodato le vacche sacre della politica ma ho pubblicato dei comunicati che sono arrivati a noi così come il vostro volantino di rivendicazione che pubblicheremo per intero quando la Polizia di Stato ci darà il permesso di farlo.
Per ultimo vorrei anche precisare che fuori dalla logica delle regole democratiche non significa affatto che siete matti ma avete sposato una strategia di lotta che va fuori dal normale rapporto dialettico e democratico che intercorre tra le forze politiche rappresentate in aula fatto seguire da un gesto forte, accompagnato da un simbolo e purtroppo dall’anonimato!