martedì 1 dicembre 2009

“ Scopriamo i luoghi dei Siciliani antichi ”

Il cielo terso, d’un azzurro splendente, come solo il mese di novembre, qui in Sicilia, sa regalare nelle sue giornate migliori. E’ questo lo scenario di incredibile suggestione dopo una faticosa salita, fino a 850 metri di altezza. I monti e le valli che hanno fatto la storia degli Erei, Montagna di Marzo, la Valle del Torrente Olivo, lo sguardo che si perde fin nelle lontananze dell’Isola più bella del Mediterraneo. Se la salita non era riuscita ad affannare il loro apparato respiratorio, l’incantevole scenario ha mozzato il fiato ai cinquanta cultori della Mountain Bike, arrivati sulla sommità di Monte Manganello organizzati da “I Vispi siciliani” per una impegnativa escursione dal sapore della ricerca archeologica.
Un itinerario suggestivo, punteggiato di tappe significative, che si snoda attraverso la strada che da Piazza Armerina porta al Convento di S. Maria di Gesù in Contrada Ramaldo e prosegue verso Piano Cannata-Candiglia. La strada scende poi con stretti tornanti nella valletta del fiume di Giozzo per poi risalire verso Rabottano. Una stretta e sassosa mulattiera porta fino in vetta al monte Manganello.
Archelogia dunque; ricerca sommessa, voglia di conoscenza per questi giovani pedalatori che non si sottraggono al desiderio di approfondire, all’ impeto del sapere, alla voglia di scoprire.
Inizia così una nuova stagione per I Vispi Siciliani-Mtb Piazza Armerina, i quali dopo aver mappato per anni il territorio, attraverso apparecchiature satellitari, adesso promuovono un turismo in Mountain Bike, alla riscoperta di vecchi insediamenti archeologici poco conosciuti.
Ma vediamo più da vicino l’oggetto di tanto entusiasmo, ma anche di tanta fatica domenicale: Monte Manganello si erge fino a 851 metri sul livello del mare, nella contrada Rabottano, sopra il Vallone Cannella; il suo versante Sud-Ovest scende fino a m. 669 creando una sella che risale verso un’altura contigua di m.712 chiamata Cozzo Comune. Fa parte di una corona di alte colline ubicate nella zona nord-occidentale rispetto al centro urbano di Piazza Armerina, rivolte verso la grande vallata del torrente Olivo e delle Contrade di Ballatella, Montagna di Marzo, Vallegrande, Critti, Rabottano.
Monte Manganello entra per la prima volta nell’archeologia siciliana nel 1962 con la menzione che ne fa il grande archeologo rumeno, Dinu Adamesteanu: «La montagna scende lentamente a meridione, avendo i rimanenti tre lati ben difesi dai profondi tagli naturali. La via d’accesso si trova sul lato meridionale e, oltrepassata la linea di difesa, s’inoltra sull’asse nord-sud. Una fortificazione ad aggere tipica dei centri indigeni contorna un’unica porta sul lato meridionale». Attualmente non esiste una indagine sistematica dell’area sommitale e neppure a campionamento. Sulla cima è rintracciabile qualche frammento di ceramica d’importazione a vernice nera e qualche frammento a vernice rossa di tipo aretino, che testimonia l’antica presenza di un insediamento ellenizzato che ha continuato la sua esistenza in epoca romana. Si ha certezza di antropizzazione del sito in epoche più antiche e cioè della tarda Età del Rame e della prima del Bronzo poiché sono stati trovati i segni tipici di un esteso villaggio preistorico nella sella che congiunge il Monte Manganello col Cozzo Comune (Arena 1998). Colà, dopo la scoperta e la segnalazione nel 1988 di un gruppo volontaristico locale, venne effettuata una campagna regolare di scavo dalla Soprintendenza di Enna che confermò la presenza di insediamenti capannicoli e nel contempo venne recuperata una serie molto interessante di manufatti sia litici che fittili.
Una giornata indimenticabile che propone una modalità alternativa di offerta turistica della nostra Città e del territorio.
Ma la serie continua e il gruppo de “I Vispi Siciliani” sta già progettando analoghe escursioni a Monte Navone, Filosofiana, all’Eremo di Leano, a Castel di Gresti e a Rossomanno.
Tenete pronte le vostre bici.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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