mercoledì 11 agosto 2010

Diecimila opuscoli sul Palio in italiano. Cercasi guida che traduca ai turisti stranieri la storia del Palio dei Normanni

Arrivano parecchie mail di protesta alla nostra redazione che ci chiedono di parlare di Palio dei Normanni. Qualcuno la svilupperemo nei prossimi giorni, evitando, oggi, di suscitare le ire o la suscettibilità “interessata” di qualcuno oppure, peggio ancora, l’ipotesi che il nostro blog sia al centro di una congiura contro il Palio dei Normanni. Parleremo dell’insofferenza dei quartieri, di quello che è successo nelle selezioni e daremo spazio allo sfogo di alcuni protagonisti della 55a edizione del Palio. Ovviamente il piazzese che gufa contro il Palio non è un piazzese che ama la propria città. Su questo credo che siamo tutti d’accordo. Però va detto senza mezzi termini che il Palio, da anni, non ha la visibilità che merita e che è fuori da ogni circuito televisivo di rispetto e da un mercato pubblicitario che gli assicuri un respiro regionale e nazionale. Il Palio è qualcosa che dovrebbe ritornare fuori dai confini di Piazza Armerina. Non può limitarsi sempre, e solo, a operazione di marketing, che sebbene utili e di ottima qualità e fattura, non bastano da sole a portare il Palio nel mondo dell’informazione che conta. Premesso che nessuno può sentirsi in dovere di assumere la titolarità delle critiche o delle lodi “interessate” sul Palio o peggio ancora esprimere giudizi, come ha fatto una rispettabilissima testata giornalistica di Piazza, su come si comportano le altre fonti che si occupano di informazione, poiché, credo, la prima regola di questo strano hobby dovrebbe essere il rispetto del lavoro altrui. Precisato ciò, mi preme fare una domanda all’amico assessore alle feste e tradizioni, Lillo Cimino, essendo l’interlocutore istituzionale unico e titolato a dare risposte. Perché tutti i 10.000 mila opuscoli che raccontano la storia del Palio, come mai si è fatto prima, sono rigorosamente in italiano? Ha dimenticato, caro assessore, che per tre giorni potrebbero presentarsi in città parecchi turisti stranieri? Cosa farà? Assumerà una guida per tradurre il libricino che racconta la vera storia del Palio?

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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