Riceviamo da Angela Lo Re e pubblichiamo:
Gli ultimi avvenimenti che agitano la maggioranza di governo ci impongono alcune riflessioni di carattere sociale e politico. E’ noto come, in occasione della presentazione in Consiglio Comunale del Bilancio di previsione, si siano registrati comportamenti insoliti e inadatti a un pubblico consesso: oltre alle dimissioni dell’Assessore Restivo e del tecnico Costa, cinque consiglieri di maggioranza si sono dichiarati “autonomi” rispetto all’azione del governo cittadino, dagli stessi dichiarata fallimentare e non rispettosa delle promesse elettorali. In nome dei concetti di legalità, correttezza e trasparenza, i cinque consiglieri si sono ufficialmente staccati dalla maggioranza che, a questo punto, non è più tale. Vogliamo fare finta di niente? Come risposta, invece, il primo cittadino ha bacchettato gli “autonomisti”, facendo un discorso fuori luogo, arrogante, con riferimenti personali, discorso che avrebbe trovato miglior palco presso la sede del suo partito. Ma eravamo nell’Aula Consiliare, e il Sindaco poteva risparmiarci questa ignobile sceneggiata!
Non si può negare come il problema sia interno al PD piazzese e che tali avvenimenti, che confermano il completo fallimento politico e amministrativo dell’attuale maggioranza, dovrebbero essere affrontati politicamente prima che civicamente. La città di Piazza Armerina non può pagare dazio per le beghe di un partito! Le strade percorribili, è evidente, sono due, una antitetica all’altra: o il partito di maggioranza si ricompone, o il Sindaco sarà costretto a trarre le dovute conclusioni e presentarsi quanto prima in Consiglio Comunale per prendere atto delle inevitabili conseguenze. Non può illudersi di poter continuare sulla strada finora percorsa con atteggiamenti irresponsabili. A tutt’oggi il Sindaco ha di fatto allontanato le problematiche cittadine, trincerandosi dietro una frase ricorrente: “non sono atti miei”, salvo attribuirsi in qualche caso meriti che non gli spettano. La Città sta morendo, sul piano economico e sociale, e non ha bisogno di un Sindaco che, anziché affrontare i problemi anche delle precedenti amministrazioni, apportando le dovute modifiche, vive fuori dalla realtà, inseguendo solo le proprie fantasie. La Città esige che il proprio Sindaco la governi, e non le interessa questa continua ingerenza negli affari di un partito, il PD, che le sta succhiando ogni prospettiva di futuro, trascinando per di più nell’Aula consiliare problemi tutti interni a una compagine politica. Il PD risolva i suoi problemi, governi col suo Sindaco, e la smetta di fare un giorno la maggioranza e un giorno l’opposizione. O abbia il coraggio di sfiduciare pubblicamente un primo cittadino che non rispetta la volontà del suo partito e nel quale il suo partito non si riconosce più.
L’MPA piazzese abbraccia l’iniziativa dei cinque consiglieri “autonomi”, ma non può prescindere dal fatto che politicamente sia un problema del partito di maggioranza. I consiglieri MPA, infatti, svolgono il proprio lavoro in Aula, sempre nel rispetto del proprio mandato, disponibili al dialogo, ma senza l’obbligo di avere un rappresentante unico, così come non è accaduto in campagna elettorale. Le accuse ai consiglieri d’opposizione, di non aver saputo cogliere il momento propizio per sfiduciare l’attuale amministrazione, risultano dunque pretestuose. La nostra opposizione è costruttiva, come sempre dovrebbe essere: non si vota un emendamento solo perché presentato da una fazione avversa al Sindaco. Se parte della maggioranza si pronuncia contro la stessa maggioranza, siamo pronti ad accogliere le sue istanze, ma la soluzione deve essere trovata nelle decisioni della compagine politica di appartenenza. Se il Sindaco non è capace di governare il suo partito, come la sua Città, si faccia da parte, per il bene di tutti.
Non si può negare come il problema sia interno al PD piazzese e che tali avvenimenti, che confermano il completo fallimento politico e amministrativo dell’attuale maggioranza, dovrebbero essere affrontati politicamente prima che civicamente. La città di Piazza Armerina non può pagare dazio per le beghe di un partito! Le strade percorribili, è evidente, sono due, una antitetica all’altra: o il partito di maggioranza si ricompone, o il Sindaco sarà costretto a trarre le dovute conclusioni e presentarsi quanto prima in Consiglio Comunale per prendere atto delle inevitabili conseguenze. Non può illudersi di poter continuare sulla strada finora percorsa con atteggiamenti irresponsabili. A tutt’oggi il Sindaco ha di fatto allontanato le problematiche cittadine, trincerandosi dietro una frase ricorrente: “non sono atti miei”, salvo attribuirsi in qualche caso meriti che non gli spettano. La Città sta morendo, sul piano economico e sociale, e non ha bisogno di un Sindaco che, anziché affrontare i problemi anche delle precedenti amministrazioni, apportando le dovute modifiche, vive fuori dalla realtà, inseguendo solo le proprie fantasie. La Città esige che il proprio Sindaco la governi, e non le interessa questa continua ingerenza negli affari di un partito, il PD, che le sta succhiando ogni prospettiva di futuro, trascinando per di più nell’Aula consiliare problemi tutti interni a una compagine politica. Il PD risolva i suoi problemi, governi col suo Sindaco, e la smetta di fare un giorno la maggioranza e un giorno l’opposizione. O abbia il coraggio di sfiduciare pubblicamente un primo cittadino che non rispetta la volontà del suo partito e nel quale il suo partito non si riconosce più.
L’MPA piazzese abbraccia l’iniziativa dei cinque consiglieri “autonomi”, ma non può prescindere dal fatto che politicamente sia un problema del partito di maggioranza. I consiglieri MPA, infatti, svolgono il proprio lavoro in Aula, sempre nel rispetto del proprio mandato, disponibili al dialogo, ma senza l’obbligo di avere un rappresentante unico, così come non è accaduto in campagna elettorale. Le accuse ai consiglieri d’opposizione, di non aver saputo cogliere il momento propizio per sfiduciare l’attuale amministrazione, risultano dunque pretestuose. La nostra opposizione è costruttiva, come sempre dovrebbe essere: non si vota un emendamento solo perché presentato da una fazione avversa al Sindaco. Se parte della maggioranza si pronuncia contro la stessa maggioranza, siamo pronti ad accogliere le sue istanze, ma la soluzione deve essere trovata nelle decisioni della compagine politica di appartenenza. Se il Sindaco non è capace di governare il suo partito, come la sua Città, si faccia da parte, per il bene di tutti.
Mpa di Piazza Armerina