domenica 10 giugno 2012

Il segreto della villa del Casale

di Concetto Prestifilippo
da REPUBBLICA
La Villa romana del Casale di Piazza Armerina continua a riservare continui colpi di scena. Un eccezionale ritrovamento ha svelato un nuovo insediamento archeologico. A pochi metri dall’ingresso principale della Villa romana è stato rinvenuto un vasto nucleo abitativo. Dal primo saggio di scavo sono emerse due imponenti colonne e un ampio pavimento mosaicato. La scoperta sembra accreditare quelle che, per anni, sono state solo vaghe indicazioni degli archeologi. La Villa romana del Casale fino ad oggi conosciuta, potrebbe rappresentare solo una minima parte di quanto ancora celato sotto il terreno che circonda il sito archeologico. I reperti sono emersi nel settore che sorge a sud della villa. È questo un inaspettato preludio all’ormai imminente chiusura di quello che è considerato il più grande cantiere di restauro del Mediterraneo. La villa e i suoi quasi quattromila metri quadri di pavimenti a mosaico, da quattro anni, sono interessati da complessi lavori di recupero. Anni nel corso dei quali è stata sostituita l’obsoleta copertura progettata negli anni Sessanta dall’architetto Franco Minissi. I restauratori sono stati impegnati nel recupero dei danni arrecati ai mosaici da decenni di inadeguatezze e sciatterie. Rifacimento e restauro che hanno registrato anche accese polemiche legate ai ritardi nella consegna dei lavori.

«Non vorrei scadere nel sensazionalismo ma questo ritrovamento potrebbe rappresentare un punto di svolta storico per la Villa romana del Casale – Il commento entusiasta è dell’architetto Guido Meli, direttore del Parco archeologico del Casale e autore del progetto di restauro della Villa romana – I tecnici incaricati stavano effettuando i lavori di preparazione per il tradizionale saggio di scavo archeologico estivo. Un appuntamento che, con cadenza annuale, vede coinvolti gli studenti dell’università romana de La Sapienza. Dal terreno sono affiorate tracce evidenti di reperti. Nel più attento e cauto abbassamento delle quote del terreno sono emerse due colonne e un ampio ambiente che presenta un pavimento con decorazioni a mosaico. Tracce evidenti di un insediamento ancora inedito. Non vorrei azzardare ipotesi avventate, ma credo di poter dire che questo rinvenimento costituisce la prova incontrovertibile, da tempo attesa, che la Villa del Casale non è un insediamento isolato. Come già affermato nel corso degli anni da autorevoli archeologi, potrebbe essere questa l’inizio di una più vasta campagna di scavo che potrebbe condurre alla scoperta di un complesso archeologico ancora più vasto e imponente di quello attuale. Abbiamo già inoltrato all’amministrazione regionale la richiesta di un finanziamento adeguato che consenta di approfondire lo scavo e l’analisi del ritrovamento ». Già nel 2003 gli archeologici dell’università La Sapienza di Roma, guidati dal professore Patrizio Pensabene, avevano portato alla luce un vasto insediamento bizantino. Un nucleo abitativo che sorge a pochi metri dall’imponete aula del Triclinium della Villa romana. Gli scavi effettuati dagli archeologi romani hanno consegnato agli studiosi numerose testimonianze del periodo che va dal XI al XII secolo. Sono state rinvenute numerose monete e suppellettili che hanno consentito di aggiungere un altro tassello al complesso mosaico della Villa romana del Casale.

«Le colonne rinvenute nel corso di questo ultimo scavo presentano quasi intatto il loro basamento – aggiunge ancora l’architetto Guido Meli – Per il momento è emersa solo una porzione minima della costruzione inedita. Il pavimento della sala svelata lascia intravedere un ricco mosaico con decori geometrici a fasce. Non è escluso che al centro dell’ambiente parzialmente visibile, siano ospitati ornamenti figurati come quelli che impreziosiscono le sale della Villa del Casale. Questa prima ricognizione ci ha restituito questo portico colonnato, una vasca absidata, un pavimento mosaicato di oltre 80 metri quadri e numerosi affreschi ben conservati. In precedenza, alcuni scavi superficiali avevano permesso di ritrovare una parte di colonna spezzata, che era sembrata fuori contesto, adagiata su uno strato alluvionale. Ora pensiamo che si tratti di un edificio completo. La seconda zona di scavo ha fatto emergere una vasca absidata, rivestita di mosaico, parte di un più ampio complesso termale, ancora non identificato con certezza. Il ritrovamento è stato facilitato dalle piogge dei mesi scorsi. È ancora presto per azzardare un’ipotesi storica ma credo di poter affermare che questo ritrovamento ha il carattere di un rinvenimento eccezionale».

Il sito archeologico del Casale non finisce mai di stupire dunque. Balza di volta in volta al centro dell’attenzione mediatica per spiacevoli episodi di cronaca, polemiche, ritardi, animati dibattiti sulle scelte più adeguate da adottare, smentite, conferme e continui colpi di scena. Quella che sorge a pochi chilometri da Piazza Armerina è una località visitata ogni anno, prima dell’inizio dei lavori di restauro, da quasi quattrocentomila turisti. Ovviamente, le operazioni di ricopertura della villa, la conseguente fruizione parziale degli ambienti del sito archeologico, hanno fatto calare drasticamente il numero dei visitatori che negli ultimi due anni si sono dimezzati. Un danno economico spaventoso per gli operatori turistici, le attività commerciali e le strutture ricettive che rappresentano l’unico volano economico della provincia di Enna, da sempre fanalino di coda di ogni classifica economica. Questo eccezionale rinvenimento archeologico sembra foriero di un nuovo corso. È stata annunciata ormai ufficialmente la consegna dei lavori. Dopo una serie di aperture parziali, l’inaugurazione completa della Villa romana del Casale è stata prevista nella prima settimana di luglio. Un’altra inedita e interessante anticipazione è quella che prevede, per la prima volta, anche la possibilità di visite serali del sito. Questa inedita proposizione di una visita serale imprimerà un impulso straordinario all’aumento del numero di visitatori che giungeranno a Piazza Armerina dalle località di soggiorno dell’Isola. Sembrano dunque lontane le polemiche legate alle difficile di fruizione del complesso monumentale. Per anni le comitive dei turisti sono state costrette ad estenuanti visite all’interno di ambienti oppressi dalla calura insopportabile. Nel novero delle attività di rilancio del secondo sito archeologico siciliano, sono state programmate una serie di attività. Manifestazioni volte a valorizzare il sito dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanità nel 1997. Dopo anni di attesa, sono stati completati anche i lavori di restauro del settecentesco palazzo Trigona che sorge nel centro storico di Piazza Armerina a pochi metri dal duomo. Il palazzo nobiliare, ospita da qualche settimana il Museo del territorio ed è sede del Parco archeologico del Casale. Gli ampi saloni del palazzo Trigona hanno ospitato ieri la conferenza organizzativa per la presentazione del Piano di attività didattiche. Un progetto dedicato agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado. Attività che consentirà di approntare un più adeguato piano di divulgazione didattico della Villa del Casale. La Società di Storia Patria di Piazza Armerina e la fondazione “Prospero Intorcetta” hanno organizzato un convegno che ha registrato la partecipazione di due insigni studiosi dell’università La Sapienza di Roma: il professore Mario Mazza, ordinario di Storia romana e il professore Patrizio Pensabene, ordinario di archeologia. In questa intricata vicenda politico-amministrativa rimangono però ancora alcuni nodi irrisolti. Le carovane di turisti che raggiungeranno il sito archeologico dell’Ennese si troveranno a fare i conti con una rete di collegamenti ampiamente inadeguata. Da cinque anni, un’ineffabile frana precipitata sulla carreggiata, rende impraticabile la provinciale che collega Piazza Armerina con lo svincolo autostradale di Mulinello. Alle migliaia di visitatori non resta che affrontare i tornanti di una mulattiera neorealista. Un improvvido brivido esotico-folkloristico che rischia di invalidare gli sforzi e gli ingenti investimenti operati. Rimane ancora irrisolta l’ipotesi di rendere operativo un distretto turistico integrato che veda coinvolti il sito della villa romana del Casale, quello di Morgantina e la celebre Venere, la scultura restituita lo scorso anno dal Getty Museum di Los Angeles. Così come incerta appare la posizione di Vittorio Sgarbi. Il critico d’arte ferrarese era stato nominato commissario straordinario della Villa romana del Casale. Un recente provvedimento regionale annunciava la fine del rapporto di collaborazione tra la Regione Sicilia e Sgarbi.

Concetto Prestifilippo

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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