Sotto lo sguardo del nostro sociologo: una dura analisi degli effetti negativi sulle città siciliane della “vastaseria” Occorre un’azione pedagogica della società civile e della politica
Ignoranza eTurismo: un binomio
impossibile!
ovvero
SICILIA: Il braccio di ferro tra
Cittadini e “facchini”
Di
Santo
Pecoraro
Sociologo
e
Criminologo
Introduzione
Sono passati ben tre anni dal mio ultimo
intervento sul tema della diseducazione civica, che cresce più rapidamente della
gramigna; comportamenti il cui focus è la mancanza reciproca del rispetto degli
altri, specie dei più fragili come gli anziani o i portatori di handicap.
Episodi personali o accaduti a miei amici
mi inducono ad una nuova incursione sul tema dell’educazione civica; non con
intenti moralizzatori, ma con lo scopo di rendere meno difficile la
quotidianità di tutti noi!
Poiché la somma dei cattivi comportamenti
di ciascuno di noi è quella che poi rende faticosa la nostra convivenza con la
gente ed il territorio.
Per rendere più comprensibile la
motivazione che mi ha spinto a scrivere su questo tema racconterò in forma
breve tre episodi.
Primo episodio
Qualche mese fa in piazza incontrai un
mio amico che, nervoso, mi comunicava che doveva recarsi in Ospedale per una visita importante, era
agitato perché si trovava ad essere in ritardo.
Mi
misi a disposizione per accompagnarlo, ma Lui mi disse di avere la sua macchina,
con dentro tutta la documentazione sanitaria, parcheggiata nei “micro”-stalli
della piazza, ma che non era ancora andato perché davanti e dietro la sua auto
due automobilisti avevano “parcheggiato”
la loro auto. Avendo anch’io fretta, mi offrii di accompagnarlo in Ospedale; ma
lui rifiutò, dicendomi che suonando il clacson, come già faceva da qualche
minuto, i “signori “ autisti delle auto,
che lo bloccavano, sarebbero sicuramente arrivati. Passai dalla piazza dopo trenta
minuti e trovai il mio amico con la sua auto ancora bloccati .
Sul come sia andata a finire ve lo
lascio immaginare …: male!
Secondo Episodio
Esco dal salone da barba bello fresco e
rasato, sento un motore d’auto ad alto regime e mi accosto istintivamente al
marciapiede; ma non basta, un colpo di specchietto retrovisore destro di un
fuoristrada mi colpisce con forza al braccio sinistro ( ancora mi duole il
braccio ). Il “ signore” (si fa per dire signore) sente il colpo e guarda il retrovisore
accorgendosi di me, ma, invece di fermarsi, l’irresponsabile accelera e se ne
va! Leggo alcune lettere della targa…
Terzo Episodio
Mi trovavo qualche giorno fa con degli amici in piazza” e
vidi un signore, avanti con gli anni, che spingeva la carrozzina di una
persona impossibilitata a deambulare. Dovendo scendere dal marciapiede, il
poveretto trovò il relativo scivolo, riservato alle persone con difficoltà
motorie, bloccato da un’auto parcheggiata. In difficoltà la persona ci chiese
aiuto per far scendere l’alto marciapiede all’ammalato ed io, essendo stato
pratico negli ultimi anni di movimentazione di carrozzine, mi prestai a togliere
i manubri di mano al conduttore e, agevolmente, feci scendere il mezzo ruotato.
D’un tratto, un Signore, a bordo della sua auto, suonò all’impazzata e pensai:
“ E’ pazzo!?”; invece questi fu il nostro salvatore( mio e del signore sulla
carrozzina), poiché un autista spericolato, nel parcheggiare l’auto, dove tra
l’altro non si poteva parcheggiare, stava per travolgere me e l’ammalato che
stavo aiutando.
L’intervento sonoro del primo autista e
di un mio amico che si mise a battere sulla carrozzeria dell’auto del provetto
parcheggiatore ci ha salvato, il secondo
autista( per intenderci quello della
parcheggiata bullesca) se n’è andato come se nulla fosse.
Ma non è finita qui … poiché mi riservai
di aspettare la persona che, parcheggiando avanti allo scivolo riservato ai
disabili, aveva attivato tutta questa serie di eventi pericolosi. Gli amici mi
dissero di lasciar perdere, ma io non lasciai
perdere e quando è arrivò quel signore gli raccontai i fatti che stavano
accadendo per sua colpa.
Com’ è finita?
Il signore si è rese conto d’aver
rischiato corresponsabilità di tipo civile e penale e molto civilmente ha
spostato la sua auto. Bravo! Perché ha capito l’errore.
Errare umanum est, perseverare autem
diabolicum, et tertia non datur (Errare
è umano, ma perseverare è diabolico, e la terza possibilità non è concessa).
Che dire dunque se non “Sustentat ne
cadat!”
E’ una frase latina che fa mostra di sé in
una delle più belle chiese della Diocesi di Piazza Armerina, ai curiosi il
suggerimento di scoprire dove si trova la didascalia.
Quello, comunque, che più importa è
l’immagine di sostegno alla quale la massima è legata.
E’ arrivato, infatti, il momento che le
forze positive del paese riprendano in mano la situazione: che sostengano
appunto l’impianto delle regole della convivenza civile che hanno sempre
contraddistinto la nostra storica città normanna. Inciviltà e maleducazione
imperversano?!
Questo sembra diventato il paese de “ Il mio diritto è mio e quello degli
altri è pure mio!”; è questo quel filo rosso che collega in maniera poco apparente, ma
sostanziale la mentalità balorda e criminogena
di bulli, maleducati, delinquenti, incivili; tutte quelle persone, insomma, che
credono di essere titolari solo di diritti e vedono gli altri titolari solo di
doveri, quali altri? Gli altri: gli anziani, i disabili,i più deboli, le
persone più educate, la brava gente, la società civile per l’appunto.
Da criminologo normocentrico ( La scuola
criminologica del Prof. G.V. Pisapia n.d.r.) comincio ad allarmarmi
dell’andazzo ir-regolare della convivenza sociale; tant’è che uno sparuto
manipolo di devianti, una sparuta minoranza di gente problematica o vaistasa ( termine palermitano n.d.a.) riescono a rendere fastidiosa la vita alla
maggioranza dei cittadini.
Non ci si nasconda come gli struzzi poiché
le cronache dei giornali non vanno dimenticate: l’attacco a luoghi e a persone
simboliche dell’organizzazione sociale e a parti di essa non va sottovalutata,
così come lo stato disordinato degli spazi collettivi della città.
Il senso della sregolatezza nel sistema della città tende ad aumentare il senso dell’insicurezza individuale e per conseguenza la temperatura dell’aggressività
collettiva, e con questa frase abbiamo citato l’analisi sociologica sulle
città di un grande antropologo come Corradini: sic!
La politica ed i politici li ho visti
silenti,rispetto a questo subdolo sgretolarsi della convivenza civile, salvo
che qualche nota mi sia sfuggita, essendo spesso per motivi di lavoro fuori
sede, e in tale ipotesi mi scuso anticipatamente con cotali persone,
associazioni, partiti, etc.
Ciò che non mi è sfuggito sicuramente è
invece la grande sensibilità dimostrata, sul campo dell’ordine sociale, dagli
uomini delle forze dell’ordine operanti nel territorio della città e dai loro
Dirigenti, a questi va dato il merito di avere capito, forse più di altri
deputati a farlo, il pericolo subdolo di questo modus vivendi che rischia di avvolgere la città in un
bozzolo da cui non nascerà sicuramente una farfalla, ma un mostro collettivo.
Il punto è che il loro impegno rischia di diventare quasi vano se li lasciamo
soli, senza il grazie “espresso” della cosiddetta società civile e l’esercizio
da parte di questa del controllo civico.
Occorre un grande progetto educativo,
collettivo, condiviso e sinergico che lavori per il recupero di condotte civili
e comportamenti eterocentrici; non possiamo lasciare questo compito titanico
solo sulle spalle della Scuola, della Chiesa, delle Forze dell’Ordine e della Stampa. Sveglia: Sustentat ne cadat!
E’ necessario mettere i riflettori sull’imbarbarimento dei comportamenti individuali e
collettivi palpabili nella nostra cittadina.
Qui non si parla di grandi eventi, dei
grandi crimini, ma di piccoli comportamenti devianti, di pillole di
quotidiana inciviltà, di squarci nel tessuto ordinato della convivenza, di
maleducazione la quale è molto più contagiosa dell’influenza A!
Gli squarci non vanno mai sottovalutati;
lo squarcio nella vela va ricucito, lo squarcio nella chiglia può procurare un
affondamento, uno squarcio nelle indagini può capovolgere il piano
investigativo,insomma nel bene e nel male uno squarcio va sempre accuratamente
valutato. Anche gli squarci nelle norme dei comportamenti collettivi non vanno
sottovalutati, anzi, proprio questi, vanno attentamente tenuti sotto
osservazione.
Gli squarci di cui mi voglio occupare in
questo numero sono quelli provocati nella convivenza quotidiana del paese da
quattro vastasi ( termine in uso nella città dò liotru) all’assalto delle regole della buona
educazione e del rispetto del prossimo loro. In verità la categoria della vastaseria è diffusa su tutto il territorio nazionale,
ma qui vogliamo occuparci dei vastasi autoctoni o d’importazione, che rischiano di diventare
un modello di comportamenti, specie tra i giovani!!!
Chi sono i vastasiani?
Uno dei segnali di riconoscimento del vastasiano è il suo modo di parcheggiare, infatti
per l’imbecille la sua auto è come una supposta: la deve avere sempre a portata
di …., sicchè se la parcheggia sempre a portata, diciamo,…. di mano: dovunque a
destra o a sinistra, anche nelle strade strette; per gli altri automobilisti
difficoltà di manovra? Ma che gliene frega, il territorio è suo, è segnato come
fanno i cani di cantunera, lui il vastaso parcheggia dove gli pare e come gli pare. E la Gente che aspetta
l’ambulanza, il mezzo di soccorso? Si arrangino: troveranno loro una soluzione!
Diversa è la storia se un altro vastaso ha osato parcheggiare come lui fa
normalmente, perché il vastaso 1 si ricorda immediatamente di essere titolare del diritto di passare con la sua supposta (.. pardon! Con la
sua auto!) senza il rischio di aver danni o di faticare nella manovra a causa
delvastaso 2.
Altro modo di parcheggio del vastaso 1/2 o della vastasa xx è quello di bloccare l’uscita di altre
auto ferme in sosta, ma mossi sempre da motivi nobilissimi: come quello di comprare le sigarette,
prendere un caffè “veloce” di venti minuti, comprare la scalora, salutare un amico che non vedeva da un
sacco di tempo (.. almeno almeno da 2/3ore), comprare un gratta e vinci o
ricaricare il telefonino per far buttare giù la pasta, e basta con gli esempi.,
anche perché chi legge potrebbe aggiungerne a iosa di motivazioni vastasiane udite con le proprie orecchie.
In sintesi il maleducato non parcheggia, ma… porcheggia! Tutti hanno presenti code interminabili
di madri e padri di famiglia imbottigliati nelle auto a causa del maleducato/a
di turno. Ma la cosa di sapore faunistico deibeoti 1 e 2 è il sorriso ebete e la voce garrula con
i quali tornano sul luogo del misfatto, spinti da quel solo neurone che
all’interno della scatola cranica si è attivato, e che grida sconsolato, come
fa la particella di sodio della nota pubblicità dell’acqua minerale,:
“ Scùùsaaatiii……!”
A parte va analizzato il comportamento
del/la supervastaso/a il/la quale non si degna neanche di
scusarsi con una stupidaggine, ma ti guarda come a dire: “ MaTU non sai chi sono io? …e noi? Ne conosciamo la risposta: “Sì,
lo so chi è LEI… un/a maleducato/a!” Certo per evitare il comportamento
scorretto di questi pochissimi vastasi dal parcheggio selvaggio un grande aiuto sarebbero gli
stalli non i micro-stalli (molti di colore blu, e pochi di colore bianco, e che
non scompaiano dopo pochi mesi dalla messa in opera..),
Insomma, per mettere i parcheggiatori
maleducati in riga, ci vogliono anche le strisce bianche e bianchi passaggi
pedonali!!
Ah… dimenticavo, ci sono anche alcuni
giovani già apprendisti vastasiche scorazzano o parcheggiano sui
marciapiedi i loro motorini,costringendo anziani, signore con le carrozzine
ed i loro bimbi a scendere con grave rischio per la pubblica incolumità; ma sìì!!! Loro possono: hanno imparato
che in branco possono: sporcare, offendere gli adulti, schiamazzare a qualsiasi
ora ed altro…!
A… proposito suggerisco di partire PRIMA con una campagna di sensibilizzazione civica e solo POI… con il rigore!!
E’ più efficace un’azione morbida, ma rigorosa e
costante nel tempo che azioni episodiche e drastiche, anche perché l’influenza di tipo
M…(…aleducazione) a quanto pare è stata molto contagiosa e non ha discriminato
né l’età né la condizione sociale, purtroppo!!
Specie di questi tempi “UNA CITTA’ PIU’
SERENA, PIU’ ORDINATA, PIU’ EDUCATA E TRANQUILLA FAREBBE BENE ALLA SALUTE DELLA CITTA’ E
DI TUTTI!!!
Certo non è facile: code,
imbottigliamenti, transito difficoltoso, confuso e quant’altro; la mancanza di un piano traffico efficace per la
mobilità veicolare complica la vita di noi cittadini , ma è altresì vero che il
ruolo dei maleducati al volante è decisivo.
Infatti, quando la squadraccia dei
maleducati al volante si muove, la prima regola che seguono è quella che la
precedenza è sempre la loro, comunque.
Quando il/la bullo/a è al volante,ed ha
fretta per le ragioni più diverse, guai a chi si frappone tra lui e la sua
destinazione: bambini che attraversano la strada, anziani che si attardano
sulla carreggiata, turisti rompiscatole che ammirano la città, gente che si
attarda nella manovra di parcheggio, guai a loro perché, come minimo, il bullo si attacca al clacson come le
mosche si attaccano sulla m….armellata.
Quando ad un incrocio, gentilmente, cedi
la precedenza al/allavastasiano/a questi non ti ringrazia mai, insomma per
lui/lei hai fatto il tuo dovere, perché al/alla vastasiano/a gli tocca e basta,
sempre!
L’altro giorno ho assistito ad una scena
singolare!
Siamo in esterno giorno, in una delle
vie del centro, primo pomeriggio; un gruppo di turisti spagnoli ammirano i
segni della città dall’altra parte della via si sente un rumore assordante che
la testa vuotache era alla guida dell’auto,
probabilmente, riteneva “musica”, degna di essere ascoltata da tutto il paese,
così da spararla a non so quante centinaia di Watt dentro la sua auto e le sue
orecchie, sicuramente protette da un robusto strato di cerume. Quando Testa Vacante, alias Testa Léggia, si è avvicinato al gruppo dei Turisti, è
successo un mezzo miracolo, poiché il conduttore della discoteca ambulante,
vista l’espressione sbigottita degli ospiti spagnoli, ha abbassato di colpo il volume!! Ma il mezzo miracolo è
durato poco, infatti poco dopo l’assordante defecata pentagrammata ha ripreso vigore, accompagnata
dall’espressione pensierosa di Testa Vacante che si sarà chiesto, senza,peraltro, riuscire a darsi
una risposta: “ Ma perché ho abbassato il volume? Perché questi
stranieri mi guardavano? Come si sono permessi a farmi quella taliata di rimprovero? Loro che sono di fuori… a me…un
paesano: il paese è mio non è loro!”.
Non oso riportare i commenti fatti dal
gruppo dei turisti spagnoli: non farebbero piacere a nessun cittadino sentirli.
Insomma, una grandissimamalafiura!
Un “Bravoo!!” a Testa Vacante da parte di tutti i cittadini della Città dei Mosaici!
Numerosi
sono i consensi tra i cittadini sul tema
del comportamento civile , ma a questi amici, conoscenti ed anche
sconosciuti,che hanno apprezzato l’appello ad attenzionare il rischio di un
preoccupante imbarbarimento nella convivenza civile di questo paese, voglio
dire che non è sufficiente condividere, ma necessario contribuire nel
giorno per giorno a riattivare il controllo sociale: bisogna diventare
educatori e modelli di comportamento, specie nei confronti dei più giovani,
bisogna diventare un po’ tutti Difensori Civici, testimoni della Società
Civile, perché sino ad ora i testimoni della società non civile sono stati più
bravi!!!