mercoledì 31 marzo 2010

L'offerta politica e il partito dell'astensione. Un terzo degli italiani decide di non votare

Mi capita stamane di leggere l’ articolo di Andrea Romano dal titolo “L'astensionismo è un'espressione di democrazia” pubblicato su “Il Cannocchiale”, particolarmente interessante per l’analisi attenta ed accurata sul fenomeno (cito quasi testualmente) dell’uso consapevole del non voto.
Perché “uso consapevole” di questa dignitosissima astensione? Un terzo dell’Italia non ha voluto cedere al “ricatto” di una scelta senza scelta, nemmeno al minore dei mali, a partire da una campagna elettorale deludente dove, a mio parere, e di altri ben più autorevoli di me, non si è accennato a quanto di autenticamente allarmante andiamo incontro: il problema energetico, con il quale a breve dovremo fare i conti, il dilagare della corruttela, che non ci garantisce nemmeno la giustizia ordinaria, e la crescita esponenziale di un garantismo che non è più democrazia.
Piuttosto si è preferito, con voluta omissione, ripetere fino alla noia quello che da ormai una quindicina di anni è lo spauracchio della sinistra: il regime e il paventato golpe (qualora non ce ne fossimo accorti il regime mediatico è già in vigore) piuttosto che l’allarme per le vere grandi questioni: sanità, rifiuti, energia, infrastrutture.
Ad una campagna elettorale priva di contenuti l’elettore ha reagito scegliendo di non scegliere la non scelta. Già in Francia e Gran Bretagna si è registrata periodicamente una astensione al voto variabile, non già in crescita o in diminuzione, ma legata all’offerta politica del momento, scrive sempre Andrea Romano. Ad una offerta politica che non risponde alle esigenze minime si preferisce non votare. Non votare, dunque, come espressione massima di scelta democratica – voi mi deludete ed io non voglio scegliere il meno peggio-.
In questa povertà di offerta, dalla quale la sinistra non è riuscita ad affrancarsi comunque (è un dato di fatto!) emergono ancora una volta una certa fascia di qualunquisti con il “partito dell’amore” e questa destra che dando un colpo al cerchio ed uno alla botte riesce ad averla vinta sulla sinistra troppo aristocratica per fare un serio e rigenerante “mea culpa”.
Non a caso il dato elettorale è stato diverso per le comunali, dove sostanzialmente il centrosinistra ha tenuto, facendo anche vittime illustri. Nelle campagne elettorali per le comunali i grandi temi, quelli veramente importanti (acqua, spazzatura, energia), vengono dibattuti e i programmi e proclami elettorali devono riguardare da vicino gli interessi delle Città per portare ai risultati. Tutto il resto e gossip e non importa a nessuno.

Andrea Maria Bisanzio

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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