Rischio cementificazione, degrado, abusivismo, disinteresse. E ancora impegni non mantenuti e lavori di ristrutturazione mai finiti: i sei beni tutelati dall'Unesco della Sicilia sono in pericolo. Dal commissariamento dell'Ente Parco della Valle dei Templi nell'area archeologia di Agrigento, alla copertura non ultimata a protezione degli splendidi mosaici della Villa Romana del Casale, di cui il 20 per cento tutt'oggi rimane esposto a infiltrazioni piovane e cambi climatici. Dagli interessi speculativi, che incombono sulle isole Eolie, minacciandone la bellezza e l'unicità del paesaggio, alla mancata applicazione del piano di gestione, che tuteli il tardo barocco nelle città della Val di Noto.
Dalla costruzione di una passerella in acciaio sulla necropoli rupestre di Pantalica, sino alla non adeguata valorizzazione dell'Opera dei pupi. Ecco l'elenco di negligenze che potrebbe avrebbe come conseguenza l'iscrizione dei nostri beni artistici e monumentali nella Danger list Unesco, con l'eventualità di determinarne l'espulsione. A denunciare i ritardi, le inefficienze, le tutele incompiute sarà un dossier che Gianfranco Zanna, responsabile per i Beni culturali di Legambiente Sicilia, presenterà oggi a Catania (ore 11.00) durante una conferenza stampa che avrà luogo nella chiesa di San Francesco Borgia. Ecco in dettaglio i beni a rischio (GUARDA LE IMMAGINI): L'area archeologica di Agrigento Iscritto nell'elenco dei siti Unesco nel 1997, il parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi con i suoi 1.300 ettari, i suoi templi dorici del periodo ellenistico, è uno tra i più vasti ed unici al mondo. Oggi il sito continua ad essere minacciato dall'irrisolto problema dell'abusivismo edilizio. Sono circa seicento le case costruite illegalmente e prominenti sulla zona A, considerata di massima tutela. Senza alcuna soluzione è rimasta anche la questione relativa all'eccessiva antropizzazione dell'area: ovvero le centinaia di veicoli pesanti che ogni giorno transitano a ridosso della collina dei Templi. In più come se non bastasse dal 2011 è stato commissariato l'Ente Parco Valle dei templi: "Era un modello positivo - spiega Gianfranco Zanna - che per autonomia di gestione e programmazione riusciva a valorizzare molto l'area archeologica". Villa Romana del Casale di Piazza Armerina Divenuta Patrimonio dell'umanità nel 1997. Fra tutti i casi citati nel dossier è quello probabilmente più emblematico. Il 4 luglio 2012 si sono conclusi i lavori di restauro funzionali al recupero e alla costruzione di un'adeguata copertura che custodisse le decorazioni musive. "Ciò nonostante - sostiene Paola Di Vita, responsabile Legambiente presso la Villa- circa il 20 per cento dei mosaici, di cui il Triclinium, con la serie di mosaici dedicati al culto di Ercole e Bacco, e la palestra delle terme, con il ciclo di disegni noti come l'obelisco di Augusto o di Costanzo II, mantengono tutt'oggi il vecchio rivestimento in plexiglas, con i disagi che ciò può comportare". Come il rischio di infiltrazioni d'acqua? "Anche", conclude la Di Vita. Possibile che dopo cinque anni di restauro, 18 milioni di euro di fondi investiti, una parte dei lavori di copertura non sia stata completata? Isole Eolie Situato nel mar Tirreno a Nord della Sicilia questo arcipelago di sette piccole isole d'origine vulcanica, è stato inserito nella lista Unesco nel 2000, non solo per la varietà paesaggistica, ma anche perché considerato luogo di studio in ambito geofisico e vulcanologico. Oggi questo complesso di isolotti è a rischio per i continui interessi di edilizia speculativa, inoltre non è mai stato istituita l'Area Marina Protetta e il Parco Nazionale delle Eolie, né la Riserva Naturale dell'Isola di Lipari, necessarie per la tutela e la salvaguardia di uno dei patrimoni naturalistici unici al mondo. "Per accedere all'interno delle isole Eolie, si paga un biglietto, proprio perché si tratta di un bene protetto dall'Organizzazione delle Nazioni Unite- afferma Gianfranco Zanna- poi però dove finiscono le risorse raccolte? Perché si disperdono?". Città del tardo Barocco del Val di Noto Le otto città della Sicilia sud-orientale fra cui Noto, Modica, Palazzolo Acreide, Ragusa, Scicli, sono divenute Patrimonio dell'Umanita nel 2002, per la loro eccezionalità architettonica ed urbanistica, dovuta alla ricostruzione che subirono nel 1693 dopo il terribile terremoto che ne aveva causato la distruzione. Oggi uno dei problemi che riguarda le città del tardo Barocco della Val di Noto è l'assenza di un piano di gestione, strumento obbligatorio per ciascun sito Unesco, ma in questo caso di difficile realizzazione, perché ad esser coinvolte sono tre province e otto comuni. Come riuscire quindi a rispettare le prescrizioni dell'Unesco? Un grave pericolo è rappresentato poi dall'oleodotto che attraversa le province di Ragusa e Siracusa, e che sfocia nella "penisola di Magnesi", sede di una delle più antiche civiltà pre-elleniche (l'antica città di Thapos) la quale si trova in mezzo al cemento, al petrolio, ai fumi delle ciminiere. Siracusa e la Necropoli di Pantalica Con le sue 5.000 mila tombe scavate nella roccia del XIII sec. a. C sia Pantalica, che Siracusa, con l'isola di Ortigia, il Teatro greco e le tante aree archeologiche, sono divenute beni protetti dall'Unesco nel 2005. Anche in questo caso una delle questioni urgenti è quella degli stravolgimenti causati dalla continua cementificazione e dalle tante costruzioni ormai a ridosso delle zone archeologiche. Per di più la Necropoli e la riserva naturale di Pantalica sono colpite dai frequenti incendi, spesso di natura dolosa, che ogni estate vengono appiccati distruggendo flora e fauna. Come se non bastasse, sempre nella riserva, sarebbe in cantiere la progettazione di un ponte-passerella, lungo tre metri, in acciao e legno, che dovrebbe unire le gole profonde del Calcinara. L'ennesimo scempio ai danni del paesaggio. Opera dei Pupi Nel 2008 l'Unesco ha iscritto l'Opera dei Pupi tra i "Patrimoni Orali e Immateriali dell'Umanità", dopo averla originariamente proclamata nel 2001. E' stato il primo Patrimonio italiano a esser inserito in tale lista. Nonostante ciò alla proclamazione da parte dell'Organizzazione della Nazioni Unite non è seguita un'adeguata valorizzazione né da parte delle istituzioni nazionali, né tanto meno locali. Manca, ad esempio, nel Codice dei beni culturali e del Paesaggio il riferimento ai beni "immateriali", ne consegue quindi un vuoto sul piano normativo. La Regione Siciliana sostiene l'Opera dei Pupi con la legge n. 25, "Interventi a favore delle attività teatrali", ma le risorse messe a disposizione sono insufficienti, inoltre anche in questo caso non è mai stato realizzato un piano di gestione.
INVIATO DA REPUBBLICA MOBILE
Visita m.repubblica.it dal tuo telefonino o se hai un iPhone scarica gratis da iTunes l'applicazione di Repubblica Mobile.
Dalla costruzione di una passerella in acciaio sulla necropoli rupestre di Pantalica, sino alla non adeguata valorizzazione dell'Opera dei pupi. Ecco l'elenco di negligenze che potrebbe avrebbe come conseguenza l'iscrizione dei nostri beni artistici e monumentali nella Danger list Unesco, con l'eventualità di determinarne l'espulsione. A denunciare i ritardi, le inefficienze, le tutele incompiute sarà un dossier che Gianfranco Zanna, responsabile per i Beni culturali di Legambiente Sicilia, presenterà oggi a Catania (ore 11.00) durante una conferenza stampa che avrà luogo nella chiesa di San Francesco Borgia. Ecco in dettaglio i beni a rischio (GUARDA LE IMMAGINI): L'area archeologica di Agrigento Iscritto nell'elenco dei siti Unesco nel 1997, il parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi con i suoi 1.300 ettari, i suoi templi dorici del periodo ellenistico, è uno tra i più vasti ed unici al mondo. Oggi il sito continua ad essere minacciato dall'irrisolto problema dell'abusivismo edilizio. Sono circa seicento le case costruite illegalmente e prominenti sulla zona A, considerata di massima tutela. Senza alcuna soluzione è rimasta anche la questione relativa all'eccessiva antropizzazione dell'area: ovvero le centinaia di veicoli pesanti che ogni giorno transitano a ridosso della collina dei Templi. In più come se non bastasse dal 2011 è stato commissariato l'Ente Parco Valle dei templi: "Era un modello positivo - spiega Gianfranco Zanna - che per autonomia di gestione e programmazione riusciva a valorizzare molto l'area archeologica". Villa Romana del Casale di Piazza Armerina Divenuta Patrimonio dell'umanità nel 1997. Fra tutti i casi citati nel dossier è quello probabilmente più emblematico. Il 4 luglio 2012 si sono conclusi i lavori di restauro funzionali al recupero e alla costruzione di un'adeguata copertura che custodisse le decorazioni musive. "Ciò nonostante - sostiene Paola Di Vita, responsabile Legambiente presso la Villa- circa il 20 per cento dei mosaici, di cui il Triclinium, con la serie di mosaici dedicati al culto di Ercole e Bacco, e la palestra delle terme, con il ciclo di disegni noti come l'obelisco di Augusto o di Costanzo II, mantengono tutt'oggi il vecchio rivestimento in plexiglas, con i disagi che ciò può comportare". Come il rischio di infiltrazioni d'acqua? "Anche", conclude la Di Vita. Possibile che dopo cinque anni di restauro, 18 milioni di euro di fondi investiti, una parte dei lavori di copertura non sia stata completata? Isole Eolie Situato nel mar Tirreno a Nord della Sicilia questo arcipelago di sette piccole isole d'origine vulcanica, è stato inserito nella lista Unesco nel 2000, non solo per la varietà paesaggistica, ma anche perché considerato luogo di studio in ambito geofisico e vulcanologico. Oggi questo complesso di isolotti è a rischio per i continui interessi di edilizia speculativa, inoltre non è mai stato istituita l'Area Marina Protetta e il Parco Nazionale delle Eolie, né la Riserva Naturale dell'Isola di Lipari, necessarie per la tutela e la salvaguardia di uno dei patrimoni naturalistici unici al mondo. "Per accedere all'interno delle isole Eolie, si paga un biglietto, proprio perché si tratta di un bene protetto dall'Organizzazione delle Nazioni Unite- afferma Gianfranco Zanna- poi però dove finiscono le risorse raccolte? Perché si disperdono?". Città del tardo Barocco del Val di Noto Le otto città della Sicilia sud-orientale fra cui Noto, Modica, Palazzolo Acreide, Ragusa, Scicli, sono divenute Patrimonio dell'Umanita nel 2002, per la loro eccezionalità architettonica ed urbanistica, dovuta alla ricostruzione che subirono nel 1693 dopo il terribile terremoto che ne aveva causato la distruzione. Oggi uno dei problemi che riguarda le città del tardo Barocco della Val di Noto è l'assenza di un piano di gestione, strumento obbligatorio per ciascun sito Unesco, ma in questo caso di difficile realizzazione, perché ad esser coinvolte sono tre province e otto comuni. Come riuscire quindi a rispettare le prescrizioni dell'Unesco? Un grave pericolo è rappresentato poi dall'oleodotto che attraversa le province di Ragusa e Siracusa, e che sfocia nella "penisola di Magnesi", sede di una delle più antiche civiltà pre-elleniche (l'antica città di Thapos) la quale si trova in mezzo al cemento, al petrolio, ai fumi delle ciminiere. Siracusa e la Necropoli di Pantalica Con le sue 5.000 mila tombe scavate nella roccia del XIII sec. a. C sia Pantalica, che Siracusa, con l'isola di Ortigia, il Teatro greco e le tante aree archeologiche, sono divenute beni protetti dall'Unesco nel 2005. Anche in questo caso una delle questioni urgenti è quella degli stravolgimenti causati dalla continua cementificazione e dalle tante costruzioni ormai a ridosso delle zone archeologiche. Per di più la Necropoli e la riserva naturale di Pantalica sono colpite dai frequenti incendi, spesso di natura dolosa, che ogni estate vengono appiccati distruggendo flora e fauna. Come se non bastasse, sempre nella riserva, sarebbe in cantiere la progettazione di un ponte-passerella, lungo tre metri, in acciao e legno, che dovrebbe unire le gole profonde del Calcinara. L'ennesimo scempio ai danni del paesaggio. Opera dei Pupi Nel 2008 l'Unesco ha iscritto l'Opera dei Pupi tra i "Patrimoni Orali e Immateriali dell'Umanità", dopo averla originariamente proclamata nel 2001. E' stato il primo Patrimonio italiano a esser inserito in tale lista. Nonostante ciò alla proclamazione da parte dell'Organizzazione della Nazioni Unite non è seguita un'adeguata valorizzazione né da parte delle istituzioni nazionali, né tanto meno locali. Manca, ad esempio, nel Codice dei beni culturali e del Paesaggio il riferimento ai beni "immateriali", ne consegue quindi un vuoto sul piano normativo. La Regione Siciliana sostiene l'Opera dei Pupi con la legge n. 25, "Interventi a favore delle attività teatrali", ma le risorse messe a disposizione sono insufficienti, inoltre anche in questo caso non è mai stato realizzato un piano di gestione.
INVIATO DA REPUBBLICA MOBILE
Visita m.repubblica.it dal tuo telefonino o se hai un iPhone scarica gratis da iTunes l'applicazione di Repubblica Mobile.
Un abbraccio e tanta serenità.
Agostino Sella