AL PRESIDENTE DELLA REGIONE SARO CROCETTA CHE HA DECISO
DI CHIUDERE LA FORMAZIONE PROFESSIONALE PER I MINORI IN OBBLIGO DI ISTRUZIONE E
FORMAZIONE (OIF)
Noi Salesiani e
Salesiane di Sicilia, lusingati dal giudizio del Presidente sulle nostre
manifestate e riconosciute capacità nel fare sana e proficua formazione, poiché
questo a suo dire non giustifica la spesa per il bene dei giovani, non possiamo tacere di fronte ad alcune
affermazioni estemporanee che sono state proclamate durante la conferenza
stampa del 5 marzo u.s. Intendiamo
pertanto affermare con forza e determinazione quanto segue.
La politica
siciliana ed il suo braccio amministrativo ad oggi, è l'unico soggetto che
dequalifica l’impegno professionale profuso dalla missione educativa salesiana
ed inficia la qualità dei risultati che si potrebbero raggiungere con un
regolare sistema che garantisca formazione
e qualità di servizio ai ragazzi e ai giovani che ne hanno diritto.
I costi della formazione in obbligo di istruzione non
sono quelli dichiarati dal presidente.
La politica di questa Regione non permette ai minori di
questa terra, di programmare loro un futuro, avviandosi al mondo del lavoro. Le affermazioni del Presidente del 5 marzo u.s. disconoscono il diritto
differenziato di cui godono i minori, grazie ad una legge dello Stato, a
finanziamenti ministeriali e del Fondo Sociale Europeo.
La politica siciliana, con i suoi ritardi ed inefficienze
è protagonista di dispersione, rischio e foraggia in tal modo la delinquenza
organizzata.
La politica di questa Regione non
riconosce un diritto, dettato dalla nostra costituzione e declinato da una
normativa non più sperimentale ma ordinamentale
(Legge 28 marzo 2003, n. 53; Accordo in
Conferenza Stato Regioni del 15 gennaio 2004; Decreto Legislativo 17 ottobre
2005, n. 226 e successive integrazioni).
Interesse dei
Salesiani, ben noto al nostro Presidente, per l'esperienza fatta e dallo stesso
riconosciuta a Gela e nelle altre province in cui CNOS/FAP e CIOFS-FP sono
presenti, è difendere i minori e di
questi i più poveri, in senso lato, per tirarli fuori dal quel ghetto nel
quale, a suo dire, sono stati precipitati. Lo invitiamo pertanto, a
denunciare e fare i nomi di coloro che hanno sciupato risorse e distrutto il
futuro dei ragazzi, e avrà il nostro plauso!
In riferimento a ciò
che i Salesiani devono fare o non fare,
se formazione o altro, la preghiamo di lasciarlo alla decisione di chi per
vocazione, e non per ideologia o interessi di parte, ha dedicato la vita
ai minori di questa terra. Negando loro un diritto sancito, lei
dimostra di non considerarli, di non voler loro bene e soprattutto di negar
loro la possibilità di un concreto sbocco lavorativo.
Renderà conto del
suo operato al Dio giusto che protegge l’orfano e la vedova e che ha sempre
lottato contro i Faraoni di ogni epoca.
Desideriamo
ricordarle quanto diceva don Bosco che, nonostante le forti divergenze
ideologiche con i governanti del tempo, ha sempre goduto dello loro stima e del
loro rispetto proprio per l’impatto educativo e sociale della sua missione: “Siamo in tempi in cui bisogna operare. Il
mondo è divenuto materiale perciò bisogna lavorare e far conoscere il bene che si fa” .
I Salesiani e le Figlie di Maria
Ausiliatrice di Sicilia