Carissimi confratelli , Gentili Autorità, fratelli e sorelle , che oggi siete venuti per partecipare a questa celebrazione eucaristica, prima che io lasci il servizio pastorale a questa Chiesa Piazza Armerina, vi saluto con tanto affetto e riconoscenza.
Ho accolto la scelta del Santo Padre Benedetto XVI di nominarmi Arcivescovo della Chiesa di Dio pellegrina in Monreale con comprensibile trepidazione e commozione ma anche in spirito di ubbidienza alla volontà di Dio.
Ho cercato di amare con tutto me stesso e di servire la Chiesa di Piazza Armerina, per quanto ne sono capace per oltre un decennio, come collaboratore della gioia di tutti.
In questi anni
sono stato sostenuto, non ostante le mie deficienze e fragilità, dalla certezza
espressa nel motto del mio episcopato "charitas Christi urget nos"( 2
Cor 5,14), che l’amore di Gesù Cristo non mi abbandona ma mi possiede e mi
spinge a vivere non più per me stesso , ma per Lui che è morto e risorto per
me.
Ci
siamo conosciuti, accolti , stimati e voluti bene. Abbiamo rivissuto insieme
l’avventura dell'incontro e della sequela di Gesù Cristo nella vita della
nostra Chiesa ed in quest’Anno della fede abbiamo riscoperto la bellezza di essere crrstiani e la gioia di
testimoniarlo a tutti attraverso iniziative missionarie.
Conserverò per tutta la
vita una gratitudine grande a tutti voi, che siete stati miei fratelli, amici e
collaboratori e mi avete consentito di fare un’esperienza indimenticabile di
fede e di carità pastorale.
Non è possibile ricordare in modo preciso tutti i volti incontrati e tutti i
momenti vissuti in questi dieci anni:
gli incontri personali con molti di voi presbiteri, diaconi, seminaristi e
fedeli laici; le visite pastorali alle parrocchie, alle scuole, alle
fabbriche,alle carceri, agli ospedali e ai malati nelle case; le visite ai
nostri missionari in Perù e in Brasile; la celebrazione delle cresime a
migliaia di ragazzi e ragazze, la partecipazione alle feste patronali, i
convegni diocesani ; gli incontri con i giovani e le famiglie,i catechisti e i
volontari della Caritas; i membri degli Istituti di Vita consacrata e i
ministri straordinari dell’eucaristia; le confraternite e le aggregazioni laicali;
gli incontri pubblici dove ho avuto modo di incontrare le autorità civili e
militari , gli esponenti del mondo
politico ed economico, i sindacalisti e gli operai; le iniziative di culturali con professionisti e insegnanti e caritative
con gli immigrati, gli ex carcerati e i
poveri. Con la colalborazione di alcuni di voi abbiamo avviato diverse opere:
la creazione del Polo di Eccelelnza “Luigi e Mario Sturzo” affidata alla
Fondazione Mons. Di Vincenzo, la continuazione dell’ISSR “Mario Sturzo” adeguandola
alla nuova normativa della Chiesa e della Comunità Europea, il settimanale
diocesano “Settegiorni”, la costruzione di
nuove chiese e il restauri di parecchi edifici sacri di valore storico, l’acquisto e il
restauro del vecchio ospedale per
insediarvi l’episcopio, la curia e la casa del clero, le varie opere e
inziative promosse dalla Caritas Diocesana.
Sono lieto di annunciare che domani sera ci sarà la sessione di apertura
del processo diocesano sulla vita, virtù e fama di santità del Servo di Dio
mons. Mario Sturzo, di venerata memoria, alla cui intercessione presso Dio
possiamo rivolgerci.
Affidiamo al giudizio di Dio ricco di
misericordia ciò che abbiamo fatto insieme sicuri che Egli sapra distinguere
l’oro dalla paglia.
Chiedo perdono per tutti quei momenti
in cui i miei limiti personali hanno reso meno limpida l'esperienza della fede
e la testimonianza della carità pastorale.
Oggi la liturgia ci
presenta un'immagine antica e sempre nuova, quella del bel pastore che
conosce le sue pecore , che ha "l'odore delle pecore" come ha detto
Papa Francesco, le ama e dà loro la sua stessa vita per poi riprenderla di nuovo.
Gesù si presenta come il pastore buono: lui conosce le sue pecore,
ed esse ascoiltano la sua voce e lo
seguono; c' è un legame di conoscenza reciproca, tra il pastore e il gregge,
tra Cristo e quanti lo seguono, e questa conoscenza è un rapporto di comunione,
nel quale il Figlio fa dono della vita eterna.
Gesù risorto Gesù è l’unico maestro buono, l’unico pontefice
santo, l’unico bel pastore, colui che ci viene sempre a cercare. Con lui che è una sola cosa con il Padre abbiamo
la certezza che nessuno ci potrà strappare dalle sue mani che sono le mani di
Dio. Mani di padre che ci abbracciano, mani di pastore che ci proteggono,mani di sposo che ci scaldano,
mani di servo che ci lavano i piedi, mani inchiodate in un atto di amore fino
alla fine, mani offerte per la salvezza
di tutti.
Gesù è il pastore che apre il recinto, non per scacciare fuori ma per far entrare tutti gli altri figli che Dio ha
generato e appartengono ad altre nazioni; popoli che ancora non conoscono
questo Padre buono. Gesù è il Pastore che apre il recinto a tutti, affinché
ogni popolo faccia parte del gregge che ascolta la sua voce.
S.
Agostino dice che “ se coloro che nella
chiesa guidano sono ‘pastori’ c’è però un solo pastore, perché essi sono membra
dell’unico pastore”(Commento al vangelo di Giovanni 46,5).
Il
vescovo,” che lo Spirito Santo ha posto a pascere la Chiesa di Dio”
(At 20,28, chiamato a “pascere il gregge
di Dio sorvegliandolo non per forza ma volentieri, non per vile interesse ma di
buon animo, non spadroneggiando sulle persone
ma facendosi modello del gregge”(I Pt 5,2-4) è solo vicario “del grande
Pastore delle pecole”(Eb 13,20). Egli è chiamato a manifestare la paternità e la misericordia del Padre, la sollecitudine e
la dolcezza del Figlio suo Gesù,la perenne vitalità dello Spirito Santo che
anima la chiesa e la arricchisce di nuovi
e vari doni spirituali.
Il titolo più alto della
nostra dignità , la fonte più genuina
della nostra gioia è quello di essere “pecore”di cui Gesù Cristo è l’unico pastore e custode.
Tutti noi oggi vescovo, presbiteri e fedeli, siamo chiamati a guardare
a Gesù per accoglierlo come il solo vero
pastore della nostra vita;a volgere l'orecchio e il cuore alla sua Parola
allenandoci, nel silenzio e nella preghiera, a riconoscerne la voce per
seguirlo perchè riconosciamo in Lui la
fonte della vita e della gioia.
In
questo cammino non siamo soli: accanto a noi molti altri hanno percorso e percorrono il nostro stesso
pellegrinaggio di fede.
La
seconda lettura, tratta dal Libro dell'Apocalisse, esordisce dicendo:
"Vidi una moltitudine immensa... Tutti stavano davanti al trono e davanti
all'Agnello...". Mentre ci poniamo alla sequela del Pastore, cresciamo,
allora, nella coscienza di essere popolo: "Noi siamo suo popolo e gregge
che egli guida". Popolo formato da "gente di ogni razza, lingua,
nazione". Noi ci sentiamo così allora fratelli di tutti e ci impegniamo
perché la luce del vangelo e "la salvezza del Signore giunga fino
all'estremità della terra".
La prima lettura
(At 13,14.43-52) racconta una serie di fatti che segnano la definitiva
decisione di Paolo di aprirsi ai pagani e annunciare loro il Vangelo di Gesù, in
continuità con il comando di Gesù di andare in tutto il mondo per portare a
tutte le genti il nuovo messaggio della salvezza.
La Parola di Dio è un invito
per tutti a seguire il Cristo che ci indica in se stesso la Via, la Verità e la
Vita, accogliendolo come l'unica voce che dà senso al nostro andare e vivere.
Dio cammina con noi in mezzo
alle nostre alterne vicende e, se noi lo vogliamo, intesse con ciascuno una
meravigliosa storia d'amore, rispondendo alla sua chiamata.
In occasione della giornata mondiale di preghiera per le
vocazioni, siamo invitati a pregare perché il Signore chiami molti giovani a rispondere alla vocazione sacerdotale perché ci siano nuovi
pastori per la sua Chiesa, pastori secondo il suo Cuore.
S. Agostino scrive:
"Dio voglia che non manchino ai nostri giorni buoni pastori; Dio non
permetta che ne rimaniamo privi; la sua misericordia bontà li faccia
germogliare e li costituisca a capo delle chiese. Certo, se vi sono delle buone
pecore, vi saranno anche buoni pastori; perché dalle buone pecore si formano i
buoni pastori".
Accompagnatemi in questo momento e in futuro con la vostra preghiera.
Desidero rinnovare il mio grazie a tutti voi nel vincolo di comunione che ormai
definitivamente mi lega a ciascuno di voi , per i quali sono stato padre,
fratello e amico.
Ora, invito voi tutti a pregare con me, invocando
l'intercessione della Madonna Regina delle Vittorie, patrona della nostra
Diocesi, perché
possa esercitare il mio ministero pastorale a Monreale come ho cercato di
esercitarlo a Piazza Armerina, per edificare con
la parola e con l'esempio il popolo che mi è stato affidato.
Maria Madre di Gesù Tu che
al tuo figlio Gesù hai dato il corpo di carne per l'unzione del Santo
Spirito a salvezza dei poveri e contriti di cuore, custodisci nel tuo cuore il
popolo santo di Dio e i pastori posti al suo servizio.
Madre della fede, che hai accompagnato al tempio il Figlio
dell'uomo, compimento delle promesse date ai Padri, consegna al Padre per la
sua gloria tutti i fedeli e i ministri del Tuo Figlio.
Madre della Chiesa, generata dal
costato di Cristo morente, innalzato da terra, come vessillo regale,
sull’altare della croce per l’unico ed eterno sacrificio, Tu, che fosti eletta
tenerissima madre dei credenti ai piedi del dolore salvifico, accogli tutti
coloro che partecipano al Suo sacerdozio, proteggi la loro crescita, accompagna
nella vita e nel ministero tutti i tuoi figli.
Regina degli
Apostoli
che nel Cenacolo pregavi lo Spirito per il Popolo nuovo ed i suoi Pastori,
ottienici la pienezza dei doni spirituali e la grazia di non venire mai meno
alla consegna d'amore che Cristo ci ha affidato.
Regina delle
vittorie sul male, sul peccato e sulla morte,
brilla, come stella del mattino, innanzi
al peregrinante Popolo di Dio – e in particolare dinanzi a noi, che ne siamo i
Pastori – quale segno di sicura speranza e di consolazione, fino a quando non
verrà il giorno dell’abbraccio eterno del Signore .
Amen!