Subito dopo le immagini choc del terremoto dell’Aquila e dei comuni limitrofi, il nostro pensiero la nostra domanda è stata: ma le case del Centro Storico in cui viviamo sono a prova di terremoto?; o sono necessari interventi per evitare immani catastrofi, qualora una simile sciagura dovesse percorrere il nostro sottosuolo!!.
Questo Comitato di Quartiere, riunito in assemblea, ha discusso e dibattuto questo argomento, facendo emergere dagli interventi, “che se è vero che un terremoto non si può prevedere, si può invece sapere che certe zone sono più soggette di altre al rischio sismico e che alcuni edifici sono costruiti meglio o peggio di altri; e su quelli costruiti peggio bisogna intervenire”.
Dal programma televisivo trasmesso da RAI 3 “Presadiretta” siamo venuti a conoscenza che già nel 1999, dieci anni fa, Franco Barberi, all'epoca sottosegretario alla Protezione civile aveva elaborato un dossier sugli edifici più a rischio e sui quali bisognava agire al più presto.
Aveva, quel dossier, censito la vulnerabilità degli edifici pubblici strategici e speciali in zone a rischio, anche della città dell’Aquila, ebbene, gli immobili crollati in questa città, ci sono tutti, all'appello non manca nessuno.
Si parla, nel dossier, delle regioni del Sud, dalla Campania alla nostra Sicilia.
Una mole di informazioni enciclopedica: 42.106 schede su altrettanti edifici speciali e strategici nelle regioni meridionali.
In Sicilia su 2.326 edifici scolastici in calcestruzzo armato ce ne sono 512 nella fascia ad “alta vulnerabilità” e 538 in quella “medio alta”, mentre a proposito degli edifici civili su 1.109 ce ne sono 267 ad alto rischio e 292 in quella immediatamente successiva. Anche per le strutture in muratura la situazione non si presenta affatto rosea: il 22,84% degli edifici civili sono a rischio vulnerabilità così come il 12,31% delle strutture sanitarie.
Tutto questo a fronte di un rischio sismico preoccupante.
Nel corso del servizio RAI visibile anche su “youtube” venivano intervistati diversi tecnici campani, calabresi, e alla domanda: conoscete il dossier Barberi, molti dicevano di sconoscere di cosa si trattasse e altri ancora di averne sentito parlare, ma di non avere ricevuto nessun dossier.
Poiché riteniamo il dossier Barberi un documento straordinario, testimonianza del vero scandalo italiano: l’assenza di una seria politica di prevenzione, ora, la domanda nasce spontanea; ma il Comune di Piazza Armerina, ha mai ricevuto il dossier Barberi?
E se lo ha ricevuto, nel corso di questo decennio, ha predisposto dei piani di intervento per gli edifici pubblici, scuole, abitazioni civili?.
Pertanto, vista l’importanza dell’argomento, abbiamo ritenuto spontaneo prendere penna e carta e chiedere, alle Autorità in indirizzo, anche in considerazione delle lievi scosse sismiche registrare dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia nel nostro territorio, il 01 agosto e giorno 9 ottobre, e degli avvenimenti alluvionali in provincia di Messina, l’apertura di un “Dialogo di un filo-diretto” con l’Amministrazione Comunale e gli Uffici preposti, affinché non succeda, che trascorso qualche mese, come ogni cosa, tutto cada nel dimenticatoio, per ricordarcene solo quando, dopo una calamità, con morti e ingenti danni, si torni a dire: tutto questo si sarebbe potuto evitare se si fossero rispettati i fondamentali criteri di prevenzione e/o di costruzione antisismica.
Allo scopo, sarebbe importante sapere e conoscere i dati raccolti dal rapporto Barberi, sulla nostra città, città che vanta oltre otto secoli di storia, dal 1163, un consistente numero di palazzi nobiliari seicenteschi, le decine e decine di chiese, ex conventi costruiti in secoli diversi, per non parlare delle migliaia di abitazioni civili collegate le une alle altre, che compongono il tessuto urbano del nostro centro storico.
In attesa di conoscere ciò che dice il rapporto Barberi sulla nostra città, e poiché riteniamo la prevenzione un atto fondamentale per conoscere lo stato di salute del prestigioso patrimonio immobiliare, proponiamo all’Amministrazione Comunale quanto segue:
* Un Censimento di tutti gli edifici pubblici, civili e religiosi del centro storico, per verificarne il grado di sicurezza, a partire dagli asili, dalle scuole frequentate dai nostri figlioli;
* Un Censimento delle abitazioni civili, anche in considerazione dell’elevato numero di case sfitte, abbandonate dei loro proprietari, perché trasferitisi nelle zone di nuova espansione, in altre città, o ereditate e perciò prive di qualsiasi manutenzione, e quindi un serio pericolo per l’incolumità di quanti ignari cittadini abitano la porta affianco.
Siamo certi che la raccolta di questi dati “sensibili” possa costituire la base per l’avviamento a soluzione dei possibili problemi legati alla sicurezza del territorio urbano dal rischio sismico a quello idrogeologico.
Inoltre, questo Comitato di Quartiere, qualora venisse richiesto è disponibile ad affiancare i tecnici per indicare loro alcuni immobili, che a nostro avviso sono fatiscenti per l’incolumità pubblica.
Altresì, auspichiamo, che questa Amministrazione Comunale, con impegno e gestione lungimirante, possa predisporre progetti finalizzati ad attingere all’ultima tranche (2007-2013) di fondi comunitari, che per la nostra città equivalgono ad una boccata d’ossigeno e benessere.
Concludiamo con una citazione, nata man mano che il dibattito assembleare prendeva forma e che alla fine di queste pagine non può essere omessa:
Il nostro futuro è la nostra memoria storica, fatta da tutto ciò che ci circonda, da ciò che i nostri antenati ci hanno lasciato in eredità; sta a noi preservare ai posteri questo patrimonio di storia e cultura.
A tal fine, in attesa di incontrarvi, augurando buon lavoro,
porgiamo distinti saluti.
Questo Comitato di Quartiere, riunito in assemblea, ha discusso e dibattuto questo argomento, facendo emergere dagli interventi, “che se è vero che un terremoto non si può prevedere, si può invece sapere che certe zone sono più soggette di altre al rischio sismico e che alcuni edifici sono costruiti meglio o peggio di altri; e su quelli costruiti peggio bisogna intervenire”.
Dal programma televisivo trasmesso da RAI 3 “Presadiretta” siamo venuti a conoscenza che già nel 1999, dieci anni fa, Franco Barberi, all'epoca sottosegretario alla Protezione civile aveva elaborato un dossier sugli edifici più a rischio e sui quali bisognava agire al più presto.
Aveva, quel dossier, censito la vulnerabilità degli edifici pubblici strategici e speciali in zone a rischio, anche della città dell’Aquila, ebbene, gli immobili crollati in questa città, ci sono tutti, all'appello non manca nessuno.
Si parla, nel dossier, delle regioni del Sud, dalla Campania alla nostra Sicilia.
Una mole di informazioni enciclopedica: 42.106 schede su altrettanti edifici speciali e strategici nelle regioni meridionali.
In Sicilia su 2.326 edifici scolastici in calcestruzzo armato ce ne sono 512 nella fascia ad “alta vulnerabilità” e 538 in quella “medio alta”, mentre a proposito degli edifici civili su 1.109 ce ne sono 267 ad alto rischio e 292 in quella immediatamente successiva. Anche per le strutture in muratura la situazione non si presenta affatto rosea: il 22,84% degli edifici civili sono a rischio vulnerabilità così come il 12,31% delle strutture sanitarie.
Tutto questo a fronte di un rischio sismico preoccupante.
Nel corso del servizio RAI visibile anche su “youtube” venivano intervistati diversi tecnici campani, calabresi, e alla domanda: conoscete il dossier Barberi, molti dicevano di sconoscere di cosa si trattasse e altri ancora di averne sentito parlare, ma di non avere ricevuto nessun dossier.
Poiché riteniamo il dossier Barberi un documento straordinario, testimonianza del vero scandalo italiano: l’assenza di una seria politica di prevenzione, ora, la domanda nasce spontanea; ma il Comune di Piazza Armerina, ha mai ricevuto il dossier Barberi?
E se lo ha ricevuto, nel corso di questo decennio, ha predisposto dei piani di intervento per gli edifici pubblici, scuole, abitazioni civili?.
Pertanto, vista l’importanza dell’argomento, abbiamo ritenuto spontaneo prendere penna e carta e chiedere, alle Autorità in indirizzo, anche in considerazione delle lievi scosse sismiche registrare dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia nel nostro territorio, il 01 agosto e giorno 9 ottobre, e degli avvenimenti alluvionali in provincia di Messina, l’apertura di un “Dialogo di un filo-diretto” con l’Amministrazione Comunale e gli Uffici preposti, affinché non succeda, che trascorso qualche mese, come ogni cosa, tutto cada nel dimenticatoio, per ricordarcene solo quando, dopo una calamità, con morti e ingenti danni, si torni a dire: tutto questo si sarebbe potuto evitare se si fossero rispettati i fondamentali criteri di prevenzione e/o di costruzione antisismica.
Allo scopo, sarebbe importante sapere e conoscere i dati raccolti dal rapporto Barberi, sulla nostra città, città che vanta oltre otto secoli di storia, dal 1163, un consistente numero di palazzi nobiliari seicenteschi, le decine e decine di chiese, ex conventi costruiti in secoli diversi, per non parlare delle migliaia di abitazioni civili collegate le une alle altre, che compongono il tessuto urbano del nostro centro storico.
In attesa di conoscere ciò che dice il rapporto Barberi sulla nostra città, e poiché riteniamo la prevenzione un atto fondamentale per conoscere lo stato di salute del prestigioso patrimonio immobiliare, proponiamo all’Amministrazione Comunale quanto segue:
* Un Censimento di tutti gli edifici pubblici, civili e religiosi del centro storico, per verificarne il grado di sicurezza, a partire dagli asili, dalle scuole frequentate dai nostri figlioli;
* Un Censimento delle abitazioni civili, anche in considerazione dell’elevato numero di case sfitte, abbandonate dei loro proprietari, perché trasferitisi nelle zone di nuova espansione, in altre città, o ereditate e perciò prive di qualsiasi manutenzione, e quindi un serio pericolo per l’incolumità di quanti ignari cittadini abitano la porta affianco.
Siamo certi che la raccolta di questi dati “sensibili” possa costituire la base per l’avviamento a soluzione dei possibili problemi legati alla sicurezza del territorio urbano dal rischio sismico a quello idrogeologico.
Inoltre, questo Comitato di Quartiere, qualora venisse richiesto è disponibile ad affiancare i tecnici per indicare loro alcuni immobili, che a nostro avviso sono fatiscenti per l’incolumità pubblica.
Altresì, auspichiamo, che questa Amministrazione Comunale, con impegno e gestione lungimirante, possa predisporre progetti finalizzati ad attingere all’ultima tranche (2007-2013) di fondi comunitari, che per la nostra città equivalgono ad una boccata d’ossigeno e benessere.
Concludiamo con una citazione, nata man mano che il dibattito assembleare prendeva forma e che alla fine di queste pagine non può essere omessa:
Il nostro futuro è la nostra memoria storica, fatta da tutto ciò che ci circonda, da ciò che i nostri antenati ci hanno lasciato in eredità; sta a noi preservare ai posteri questo patrimonio di storia e cultura.
A tal fine, in attesa di incontrarvi, augurando buon lavoro,
porgiamo distinti saluti.