venerdì 16 luglio 2010

Disoccupazione giovanile al 29,3 per cento


LAVORO. LA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE SALE AL 29,2 PER CENTO

L’EMERGENZA RICHIEDE EMERGENZA


Leggendo la lettera pastorale del Vescovo, viene spontaneo porsi alcune riflessioni che si traducono in consigli pratici, condividendone positivamente tutti gli aspetti della lettera pastorale stessa.
La prima riflessione è una presa d’atto della crisi che stiamo attraversando tutti, con lo stipendio delle famiglie, non si arriva alla fine del mese, per le esigenze familiari alle quali siamo costretti a cercare di fare fronte, non si arriva nemmeno a metà mese, nonostante ciò ci viene chiesta solidarietà concreta verso casi concreti di bisogno e di necessità, sembra ovvio che la richiesta non sia conciliabile, pur essendo sacrosanta.
La seconda riflessione e che, prendiamo atto che si stanno prendendo provvedimenti di emergenza, senza guardare ai normali canoni di comportamento economico-finanziario in presenza di una crisi economica che richiede provvedimenti di emergenza.
Ciò porta a pensare a quale sia la vera emergenza delle nostre popolazioni, per potere poi intervenire con provvedimenti di emergenza che non guardano ai normali canoni di amministrazione economica finanziaria. Credo di potere affermare, con certezza assoluta, che la nostra vera emergenza è la disoccupazione gravissima e senza prospettiva che stiamo attraversando, in special modo i giovani che non vedono l’orizzonte di prospettive alcune.
Credo anche, che siamo alla vigilia di una rivoluzione sociale, senza alcuna previsione di sbocco positivo.
Conseguentemente, occorre adottare, subito, misure di emergenza, per evitare che si arrivi ad una rivoluzione che distruggerebbe tutto irrimediabilmente.
Le misure di emergenze che intravedo sono dettate dai comportamenti degli imprenditori seri, che cercano allocazione in paesi dell’est o dell’oriente, dove produrre costa meno e vendere diventa competitivo.
Se questo diventa possibile in altri paesi, occorre subito renderlo possibile nei nostri territori, mettendo a disposizione aree industriali con rustici idonei e infrastrutture idonee, gratuitamente per un ventennio a tutti quei imprenditori che investono in attività manifatturiera, che presuppone grossa occupazione manuale e poche macchinari costosissimi.
Occorre anche, detassare subito gli oneri sociali, in maniera seria, per consentire, appunto agli imprenditori di trovare convenienza ad investire nei nostri territori.
Altro provvedimento di emergenza è rappresentato dal piano casa del presidente del consiglio, lo si faccia partire subito dai nostri territori, senza intralci burocratici di natura urbanistica, affinchè le maestranze locali si mettano tutte a lavoro, la manovalanza vada nei cantieri e le coppie giovani abbiano una casa dove andare ad abitare a costi possibili , sposandosi e formando una famiglia su basi e principi solidi.
Il Vescovo, queste cose li sa bene, credo anche che sia favorevolissimo, occorre che li dica anche lui con tutta l’autorevolezza che gli è consona, ovviamente la solidarietà quotidiana e di circostanza, alla quale si riferisce, deve essere raccolta da tutti gli uomini di buona volontà, che hanno, o meno, una formazione e una fede cattolica, praticanti e non, ma se non si mette in dito sulla piaga e le mani all’aratro, non c’è solidarietà che tenga, anzi diventa, anche quella quotidiana e di circostanza, una vera e propria presa in giro, perché non si può chiedere sempre solidarietà a chi non può più arrivare alla fine del mese con l’indispensabile, che è già diventato un lusso.
Allora, riflettiamo seriamente ed agiamo subito, per evitare che succeda l’irreparabile, emergenza sì, interventi di emergenza subito senza stare a guardare tante quisquilie.
Solidarietà sì, a patto che si veda il potere muoversi verso la politica sociale con la “P” maiuscola, con atti e provvedimenti chiari e urgenti.
Al mondo i potenti sono due, chi ha troppo e chi non ha niente, ma dei due il vero potente è chi non ha niente, perché da perdere non ha proprio niente.
A tutti coloro, invece, che pur vivendo nel mondo, non appartengono a questo mondo, cioè tutti coloro che hanno donato la loro vita a Gesù Cristo, mi permetto un umile suggerimento, organizziamo una grande veglia di preghiera in tutte le chiese della Diocesi in contemporanea,pregando il Nostro Onnipotente Signore, Dio dell'impossibile, di illuminare i governanti nel vedere la vera grande emergenza di oggi, che è la disoccupazione, specie quella giovanile, dove occorre intervenire subito, con immediatezza , adoperandosi con provvedimenti d'urgenza, affinchè si garantisca il lavoro, onesto e decoroso , a tutti coloro che hanno diritto, consentendogli di vivere una vita qualitativamente migliore, creando una famiglia su cui riporre tutto l'amore che Dio ha donato, che altro non è che il compiere tutto per gli altri, il donarsi totalmente per gli altri.
Noi crediamo fermamente che Dio ascolta sempre il grido del suo popolo e sempre viene in aiuto delle nostre debolezze.

Angelo Baglio

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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