Ieri sera ho goduto.
Per la prima volta, dopo aver passato addirittura la quarantina, ho mangiato una insalata con pomodori coltivati da me stesso.
Cavolo, mi sono sentito realizzato. Mio padre non capiva la mia eccitazione. Per lui è normale.
Altro che lavoro, reddito e cavolate varie.
Sentire l'odore della piantina mentre la innaffio ed il gusto del pomodoro coltivato da me mentre lo mangio è bellissimo.
Certo è più comodo comprarli al supermercato: si comprano, si tagliano e si mangiano
Piantarli, impalarli, innaffiarli ogni sera e poi raccoglierli è frutto di un processo più lungo e faticoso. Però è molto più bello.
Scusate questa escursione rispetto ai temi del blog ma stavo impazzendo dalla voglia di dirvelo.
In questi giorni, mi sta ritornarndo in testa il tema della "decrescita".
L'altra mattina, mentre ascoltavo la radio facendomi la barba, sentivo un tale che aveva cambiato la sua vita in meglio perchè aveva scelto di lavorare di meno, guadagnando di meno e gustarsi le cose che gli piacevano della vita. Io la mia vita non la voglio cambiare, mi piace com'è ma la posso certamente migliorare.
Dovremo imitarlo.
Lavorare di meno e fare le cose che ci piacciono.
In fondo i bisogni primari dell'uomo sono due: mangiare e dormire. Di tutto il resto se ne può fare a meno.
Non occorre per forza guadagnare per poi spendere soldi in cose inutili.
Oggi lavoriamo come i cani e facendo lavori che non piacciono per comprarci delle cose che gli altri vogliono vedere.
Basta. Ma chi se ne frega.
Impariamo ad acquisire consapevolezza.
A fare solo le cose che ci piacciono.
W i pomodori
Arai