Domani secondo appuntamento nella ex chiesa di S. Ippolito con la rappresentazione della rassegna Teatri di Pietra 2010. Si tratta di un testo ispirato alla Medea di Euripide e intitolato M. - carne della mia carne con la Regia di Loris Petrillo.
“Questa pièce - commenta Fausto Carmelo Nigrelli amante di teatro - è un viaggio attraverso la mente femminile allo scopo sì di comprenderla ma anche di ironizzarla e Medea ne è la protagonista indiscussa. Descritta dalla tradizione come una maga dotata di poteri addirittura divinila Medea di Loris Petrillo si affida a codesti poteri per meditare come prima vendetta contro Giasone forse la peggiore. Accusato di non essere in grado di capirlaMedea lo condanna a vestire letteralmente i panni di essa stessa. E' a questo punto che M. abbandona paradossalmente i toni cupi della tragedia per trasformarsi in un quadro esilarante dal carattere comico e grottesco di una informalissima famiglia di un condominio popolare in cui i protagonisti della tragedia sono condòmini di Medea. In M.Medea – continua Nigrelli - è un uomoma non un uomo nel ruolo di una donnabensì Giasone nei panni di Medea. I costumi e l'ambientazione sono attualissimi pur richiamando in pochi particolari al gusto accentuato dell'antica Grecia. L'intero spettacolo si svolge in casa luogo delle conversazioni e delle dispute familiari per antonomasiain cui domina la figura casalinga di una Medea accanita nel gioco a carte. Ricco di simbologie e significati senza pretese di sapere specificatamente psicologicoM. è una tragedia familiare raccontata dalla voce di un uomo che viaggia attraverso la mente contorta di una donna.”
“Questa pièce - commenta Fausto Carmelo Nigrelli amante di teatro - è un viaggio attraverso la mente femminile allo scopo sì di comprenderla ma anche di ironizzarla e Medea ne è la protagonista indiscussa. Descritta dalla tradizione come una maga dotata di poteri addirittura divinila Medea di Loris Petrillo si affida a codesti poteri per meditare come prima vendetta contro Giasone forse la peggiore. Accusato di non essere in grado di capirlaMedea lo condanna a vestire letteralmente i panni di essa stessa. E' a questo punto che M. abbandona paradossalmente i toni cupi della tragedia per trasformarsi in un quadro esilarante dal carattere comico e grottesco di una informalissima famiglia di un condominio popolare in cui i protagonisti della tragedia sono condòmini di Medea. In M.Medea – continua Nigrelli - è un uomoma non un uomo nel ruolo di una donnabensì Giasone nei panni di Medea. I costumi e l'ambientazione sono attualissimi pur richiamando in pochi particolari al gusto accentuato dell'antica Grecia. L'intero spettacolo si svolge in casa luogo delle conversazioni e delle dispute familiari per antonomasiain cui domina la figura casalinga di una Medea accanita nel gioco a carte. Ricco di simbologie e significati senza pretese di sapere specificatamente psicologicoM. è una tragedia familiare raccontata dalla voce di un uomo che viaggia attraverso la mente contorta di una donna.”