E’ chiaro che anche a livello provinciale di questo governo regionale non condividiamo nulla. Inoltre – continua Teodoro Ribilotta – non capiamo come Ferrara, che rappresenta solamente 3 consiglieri comunali ed una parte molto minoritaria del partito, possa in nome e per conto del PD fare accordi politici senza consultare prima gli organi democratici interni. Doveva venire nel direttivo ed insieme avremmo scelto un candidato del PD alla presidenza. Da soli potevamo anche avere i voti per eleggerlo. Invece no, ha fatto di testa sua. A questo punto, considerato che non rappresenta la maggioranza, dovrebbe avere il coraggio di dimettersi e permettere a questo partito di crescere. Adesso – conclude Ribilotta – individueremo noi un candidato del PD alla presidenza del consiglio”. Intanto si da indiscrezioni pare che il sindaco Nigrelli stia per nominare, dopo un anno, il settimo assessore al posto del dimissionario Restivo. Pare che in una riunione dei giorni scorsi in sala delle luci tra il primo cittadino e i sei consiglieri comunali del PD che lo sostengono, siano venuti fuori i nomi di Tina Caliota e Filippo Campisi. Due nomi che - secondo alcuni voci in ambienti vicini al PD - sono legati ai consiglieri comunali Monasteri ed Azzolina, che dopo aver appoggiato la linea autonomista di Ferrara e Capizzi sono tornati indietro rimanendo fedeli alla politica di Nigrelli. Intanto la battaglia tra le due frange del partito continuerà nei prossimi consigli comunali per l’elezione del presidente del consiglio. A decidere chi siederà sullo scranno più alto del consesso civico saranno probabilmente i voti degli indipendenti Incardona e Fioriglio e quelli del PDL che - con Gagliano e Paternicò - potrebbe rappresentare l’ago della bilancia.
Agostino Sella