lunedì 26 ottobre 2009

Partiti e democrazia. Di Sinuè Curcuraci.

caro Agostino per la prima volta ti scrivo, forse ho sentito che è venuto il momento di non stare solo a guardare
sinuhe curcuraci
Sinuè scusa il ritardo della pubblicazione, ma il discorso è sempre attuale
Agostino
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Domani si celebreranno le primarie del PD e nonostante non mi riveda nelle posizioni di tale partito ho cercato di tenermi comunque informato su questo momento elettorale.
Un appuntamento che, a prescindere dalla propria opinione personale, ha comunque una grande rilevanza, non foss’altro perché nell’attuale immobilismo ideale ed istituzionale, le uniche novità possono essere partorite solo dall’opposizione. Conosciute, ascoltando soprattutto per radio, le tre posizioni dei candidati e dei loro supporters, sono emersi spunti validi sia in ordine ai programmi e anche in ordine alle possibili soluzioni ai problemi del Paese.
Notevoli gli spunti offerti dalla mozione MARINO.
Interessante e concreta anche quella Bersani – Letta.
Anche se meno affascinate, pur sempre valida appare anche la mozione Franceschini.
Devo però ammettere che al di là delle paventate e molto probabili scissioni che potranno avvenire a seguito del voto, noto con dispiacere il vicolo cieco imboccato dal PD con riferimento alla struttura del partito.
Probabilmente la più vicina alle mie posizioni è quella espressa dalla mozione Bersani, quella che punta più realmente a creare un partito non imperniato sulla figura del leader ma sulla classe dirigente, sia in periferia che nelle sedi principali.
Questo è in realtà il punto di rottura con la stasi stagnante in cui si trova la politica attuale.
Il PD ha la grave responsabilità di aver consentito e condisceso l’attuale legge elettorale che ha finanche tolto l’unico strumento di democrazia reale che consente all’elettore di premiare o punire i politici: la preferenza.
Senza questa, i parlamentari vengono scelti dai segretari di questi partiti personali. Conseguentemente non hanno alcun valore neppure le pseudo classi dirigenti dei partiti pur se in qualche modo radicati nel territorio.
Sono state boicottate le correnti di partito, tacciate di essere il lascito della vecchia politica.
Io ritengo che un tempo, durante la c.d prima repubblica, il dibattito in seno ai partiti soprattutto di sinistra non solo rendeva più dinamica la dialettica interna, oggi inesistente, ma anche il senso di appartenenza ad un partito era di ben altro spessore.
Oggi non vi è neppure un barlume della fierezza di essere socialisti, piuttosto che democristiani, o comunisti piuttosto che liberali e quant’altro.
Il senso di appartenenza ideologica e di partito era vivo e forte anche in chi non ricopriva cariche istituzionali e/o di partito.
Oggi si cambia casacca senza batter ciglio.
Per tale ragione ritengo sbagliato valorizzare le primarie rispetto alle elezioni degli iscritti ad un partito.
Ha ragione Emanuele Macaluso quando sostiene che le primarie americane sono ben altra cosa.
E poi non tutto il passato è da aborrire, anzi.
Questo modo c.d. nuovo di far politica mi pare che snaturi il nostro modo di essere italiani anche in politica.
Troppo semplice e per questo mero miraggio cercare un leader che venga profeticamente a risolverci tutti i problemi. Ci basta ed avanza il “berlusca” e non abbiamo bisogno di cloni o surrogati. Sinora abbiamo trovato solo podestà che non interloquiscono ne con l’attuale classe politica ne tanto meno con la società civile.
Non bisogna escogitare formule nuove.
Necessita solo un cambio o, meglio, un ricambio della classe dirigente che non può certo avvenire in questi sporadici momenti elettorali interni di partito ma con la costruzione di percorsi quotidiani di sezione e di convegni ove si partoriscono le soluzioni ai problemi della collettività.
Il partito deve essere il luogo ove si formano non solo le classi dirigenti - che provengano dall’interno dei partiti, selezionato in seno ai partiti - anche le coscienze degli elettori e dei cittadini.
Questo ritorno al passato può farlo solo il PD e sul suo esempio forse - speriamo - altri lo seguiranno. Ricordate il predellino? Fu la risposta di Berlusconi alla nascita del PD.
È chiaro può anche apparire un ritorno al passato, ma mi chiedo dove sono finiti i movimenti giovanili? A destra come a sinistra sono stati soppiantati da nomine verticistiche che non trovano alcuna affectio tra la gente.
Per tale motivo mi chiedo che significato hanno le primarie dopo che i circoli hanno determinato un prevalenza di Bersani?
Che succederà se dovesse prevalere un'altra mozione?
Secondo me il partito PD subirà un ulteriore svuotamento di contenuti e soprattutto le classi dirigenti locali si sentiranno se possibile ancor più esautorate, mentre sono queste le uniche energie per scuotere le sorti del nostro paese. Se anche il PD scimmiotta il PDL con mere operazioni di facciata, credo che ancora una volta “tutto cambia per restare come è”. Staremo a vedere

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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