venerdì 5 febbraio 2010

Da Agrigento una bella notizia. Finge l'aborto e da alla luce una bimba

Sola contro tutti. Contro l'uomo che l'ha messa incinta e che poi l'ha lasciata, forse perché sposato; contro i genitori che per vergogna volevano che abortisse; contro i pregiudizi. Così una ragazza di 25 anni ha deciso di portare avanti la gravidanza, fingendo di avere abortito, sfidando chi le stava accanto e dando alla luce, il 26 gennaio, nell'ospedale di Niscemi, una bimba. Lei è una studentessa di un paese della provincia di Agrigento , frequenta l'università di Palermo. Conosce un uomo e se ne innamora. A maggio del 2009 si rende conto di essere rimasta incinta; lo dice al suo compagno, lo rivela ai suoi genitori. Il consiglio, quasi un ordine, è univoco: abortire. Ma lei non è d'accordo. La sua coscienza di cattolica professante glielo impedisce. Prende tempo. E si convince sempre più di tenere il piccolo che porta in grembo. Ma se la gravidanza ha terrorizzato il compagno, scomparso dalla sua vita nel giro di pochi giorni, ci sono i genitori che insistono perché eviti a tutta la famiglia i giudizi feroci della gente del paese. La giovane si inventa un trucco: si procura una ferita e con il sangue in un panno si presenta alla madre dicendole di avere avuto un aborto spontaneo. Convince papà e mamma che deve andare a Palermo per motivi di studio ma anche per eventuali controlli ginecologici. Così parte. Ma non va a Palermo bensì a Niscemi, al centro di accoglienza "Don Pietro Bonilli", nella piazza dell'ospedale, dove l'aspettano le suore della sacra famiglia. Glielo hanno indicato le monache del suo paese, con le quali si era confidata e alle quali si era affidata come "ultima spiaggia". La ragazza viene accolta con affetto e porta a termine la gravidanza. Ai suo familiari parla di impegni di studi che la tengono lontana da casa. La scorsa settimana il parto, naturale, e la nascita della piccola. I genitori hanno capito e si sono recati a Niscemi, dalla figlia e dalla nipotina, che nel frattempo sono uscite dall'ospedale, per tornare a vivere nel centro don Bonilli. Dicono che i neo-nonni si sono mostrati felici. Ma al paese sono tornati da soli. Il pregiudizio è ancora più forte dell'amore. Il vescovo di Piazza Armerina, monsignor Michele Pennisi, ha detto che "la decisione della ragazza è stata una scelta eroica, coraggiosa, una scelta contro corrente. E' un segnale importante in una società dominata dalla cultura abortista". "Domenica si celebra la giornata per la vita - ha aggiunto il prelato - e quella di Miriam diventa una testimonianza significativa di amore per la vita". "Altri casi simili al suo, che noi seguiamo con discrezione - rivela monsignor Pennisi - si sono verificati a Mazzarino e a Gela". Poi lancia un appello "a quelle ragazze incinte che si trovano in difficoltà: rivolgetevi con fiducia alle suore di Niscemi, al Cav di Gela, che ha aiutato migliaia di mamme, o al centro per immigrate di Enna. Troverete sempre un aiuto generoso e solidale per voi e per le vostre creature".

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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