Agostino Sella
venerdì 30 novembre 2007
L'MPA: "Siamo pronti ad accordo con il centro sinistra per la sfiducia".
Agostino Sella
giovedì 29 novembre 2007
Questa è la vera rivoluzione. di Paolo di Tarso
Per la grazia che mi è stata concessa, io dico a ciascuno di voi: non valutatevi più di quanto è conveniente valutarsi, ma valutatevi in maniera da avere di voi una giusta valutazione, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha dato.
La carità non abbia finzioni: fuggite il male con orrore, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non siate pigri nello zelo; siate invece ferventi nello spirito, servite il Signore. Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, 13solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell'ospitalità.
Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. Rallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto. 16Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate a cose troppo alte, piegatevi invece a quelle umili. Non fatevi un'idea troppo alta di voi stessi.
Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli uomini. Se possibile, per quanto questo dipende da voi, vivete in pace con tutti. Non fatevi giustizia da voi stessi, carissimi, ma lasciate fare all'ira divina. Sta scritto infatti: A me la vendetta, sono io che ricambierò, dice il Signore. Al contrario, se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere: facendo questo, infatti, ammasserai carboni ardenti sopra il suo capo. Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male.
Il vescovo in conferenza alle quinte classi del pedagogico
Agostino Sella
Pastorale giovanile diocesana. Incontro a Montagna Gebbia
Agostino Sella
lunedì 26 novembre 2007
La distrazione dell'opposizione e la sincerità del sindaco.
sabato 24 novembre 2007
Grimaldi. "A disposizione solo un assessorato". Trebastoni: "Firmeremo la sfiducia"
Agostino Sella
Fioriglio. Mal di pancia nell'Mpa
Agostino Sella
PGS. Cominciano i campionati salesiani. Due le squadre piazzesi.
Agostino Sella
venerdì 23 novembre 2007
Cigl e Cisl contro i Cobas
Agostino Sella
Cinema per studenti: convenzione con Etanapolis
Agostino Sella
giovedì 22 novembre 2007
Mattia: ora basta farò un nuovo movimento.
Piazza Armerina. “Ora basta. Farò un nuovo movimento che rappresenti i veri bisogni della gente”. Giuseppe Mattia, consigliere provinciale di Forza Italia, spiega così il suo nuovo progetto politico, dopo le vicende che hanno caratterizzato le ultime settimane della vita politica piazzese. “La querelle sulla sfiducia a Prestifilippo dimostra che non si ci può fidare di nessuno: né del centro destra e neanche del centro sinistra. Il centro sinistra – dice Mattia - con le firme che compaiono e scompaiono come nei giochi di prestigio, sta dimostrando di non essere alternativo a Prestifilippo, così come – continua Mattia – il centro destra di Grimaldi non è alternativa a quello di Crisafulli. C’è uno stato di confusione creato ad arte è la vicenda di Piazza né è l’esempio lampante. Ancora oggi dopo mille promesse e propositi e gli impegni di tutti i deputati mancano le firme di Grillo e Venezia, che pure avevano firmato il primo documento. Qualcuno del centro sinistra sta dimostrando di non saper rispettare gli impegni, ed in politica non c’è di peggio. E’ – continua Mattia – un centro sinistra litigioso e privo di un progetto in grado di dare una svolta alla città”. Poi il consigliere forzista tira in ballo anche l’Mpa. “In questa occasione – dice Mattia – il movimento per l’autonomia ha dimostrato tutta la sua fragilità. Ha dato cinque ultimatum a Prestifilippo senza mai mettere in atto quanto dichiarato, segno di scarsa serietà. Ha solo cercato di alzare il prezzo ma alla fine si accontenterà del classico “piatto di lenticchie”, nascondendosi dietro la farsa del progetto per la città che invece rimane fallimentare in mano a Prestifilippo”. Con Mattia nel nuovo soggetto si dovrebbe schierare un numeroso gruppo compreso il consigliere comunale di Forza Italia Giuseppe Falcone, anche se non si è capito se i due faranno la nuova esperienza dentro il nuovo Partito delle Libertà. Alla fine Mattia lancia la sua proposta. “Penso di fare un nuovo movimento che interpreti realmente i bisogni dei cittadini che ormai sono stufi della politica che si fa solo nella stanza dei bottoni. Purtroppo – continua Mattia - sia nel centro destra che nel centro sinistra molti pensano solo a garantirsi poltrone e sottogoverni, facendo “inciuci” a più non posso alle spalle dei cittadini come dimostrano le ultime vicende sull’Ato rifiuti. Ci vuole una forza nuova movimentista che prenda il meglio di quello che c’è uscendo fuori dai soliti schemi della politica”.
Agostino Sella
Protestano i lavoratori della Promo Coop. Da due mesi senza stipendio
Agostino Sella
mercoledì 21 novembre 2007
La sfiducia? Ormai una minestra riscaldata.
Agostino Sella
PRG bloccato nel pantano...
Agostino Sella
martedì 20 novembre 2007
L'ggemc i carti. La vittoria del prestigiatore.
Ecco come andrà a finire. Il sindaco darà un solo assessorato, l’unico libero al Mpa con la vicesindacatura, che accetterà. O questo... o il tram. Agli altri prometterà sottogoverni, ma alla lunga non darà nenache quelli. AN ed UDC (soprattutto An) faranno un poco di casino ma si adegueranno, in nome della pax provinciale.
Il centro sinistra, alla fine presenterà la mozione, arriverà in consiglio ed avrà 8 voti. Forse 10. Visto che il topolino ha partorito dalla montagna è probabile che anche i più tenaci "mozionisti" come Trebastoni e Manuella, facciano un passo indietro. Sul piatto c’è la candidatura di Colianni a presidente della provincia e l’unione della CDL.
Prestifilippo, con un colpo di prestigio di quelli che non piacciono a Di Giorgio, ha mandato tutto ad Enna per posta celere. Là, quelli del centro destra, Grimaldi, , Ferrari e Colianni e gli altri dovrebbero essere proprio dei “babbei della politica” per mandare all’aria l’unità delle provinciali per Piazza.
Anche se c’è da dire che qualcuno, dentro il centro destra, potrebbe fare il gioco del centro sinistra perché amico del “grande capo” Mirello Crisafulli. Però farlo in questo modo sarebbe troppo evidente. Grimaldi e compagnia eventuali inciuci li sanno fare bene.
Ad Enna tutto andrà alle lunghe. Grimaldi ha la febbre (almeno così dicono) quindi niente riunioni provinciali per ora. Peraltro il virus influenzale che si contagia in questo periodo dura qualche giorno.
Bisticciarsi per Piazza proprio non ne vale la pena e Colianni, che dice di avere tutto sotto controllo, ci tiene a fare il candidato presidente e zittirà i dissidenti autonomisti anche perchè qualcuno di loro vuole candidarsi alle provinciali.
Gli sconfitti della mozione saranno due: il centro sinistra, o meglio, il PD e Giuseppe Mattia.
Il Partito democratico ne esce bastonato da se stesso. Un esempio di "buona pratica" della serie "facciamoci del male". Infatti, se la mozione era presentata al momento giusto, aveva qualche possibilità di passare. Tutti insieme dovrebbero chiudersi in una stanza e darsele di santa ragione. Prendersi a mozziconi e poi, tornare a fare pace. Così almeno, si sfogano.
Mattia e Falcone prima o poi usciranno da Forza Italia. Li stanno facendo morire (politicamente s'intende) "n'suppilu n'suppilu" stretti come sono tra Tudisco e Prestifilippo. Quandro andranno via da Forza Italia o dal Partito delle Libertà sarà sempre troppo tardi.
lunedì 19 novembre 2007
Teatrino a Piazza, politica ad Enna. di Carmelo Nigrelli
Ma procediamo con ordine. Nel centro destra il sindaco dice di essere disponibile a risolvere la contrapposizione con Mpa, ma non a cambiare gli assessori. Se mai, potrebbe attribuire il settimo assessorato, mai assegnato, agli uomini di Lombardo. Nel Movimento per l'Autonomia tre su sei dei consiglieri sono disponibili a un tale accordo al ribasso, mentre gli altri tre tuonano pretendendo tre assessorati e la vice sindacatura. Il sindaco non sembra cedere, non solo per testardaggine, ma perché è obiettivamente difficile decidere chi sacrificare, come ben spiega Agostino Sella sul suo blog.La questione, con tutta evidenza non è che marginalmente politica e, in ogni caso, non riguarda Piazza.Nessuna discussione, nessun confronto sugli esiti di tre anni e mezzo di amministrazione da salotto, buona per guadagnare ai suoi rappresentanti qualche tavolo d'onore nelle serate dei club service e a consentire qualche viaggio a spese di Pantalone, con la scusa di fiere e mercati, possibilmente del turismo. I consiglieri del Mpa vogliono l'assessorato per questioni di potere e prestigio, senza alcun progetto per la città. Come sempre. Il Sindaco non vuole cedere perché in questi anni ha cercato di assumere il piglio del decisionista e dell'uomo-che-non-si-piega, ma, così come si è evidentemente ritenuto soddisfatto del nulla prodotto in questi anni, non ritiene di dovere cambiare strategia e qualità dell'azione amministrativa.Di fronte all'incapacità di trovare una soluzione politica, ché, infatti non di questione politica si tratta, ma solo di spartizione del supposto tesoro, la questione viene avocata ai leader provinciali che dovrebbero decidere le soluzioni buone per l'amministrazione di Piazza, non sulla base di quanto serve alla città, ma degli equilibri che servono loro in vista delle provinciali di aprile 2008. E su questa base, si spartiscono le spoglie della seconda città della provincia.Prosit!Dall'altra parte dello schieramento, il centro sinistra di burloni e giocherelloni viene - giustamente - richiamato dagli zii ennesi. I segretari e i consiglieri che avrebbero dovuto fare opposizione all'amministrazione, in questi tre anni hanno solo saltuariamente svolto il loro compito, impegnati soprattutto in estenuanti contrapposizioni tra loro. Le infinite mancanze dell'amministrazione comunale sono state taciute e politica di Ds e Margherita (quando esistevano) è scomparsa mentre, per fare finta di essere fieri avversari del sindaco, avviavano discussioni infinite sulla Presidenza del Consiglio, prima, e sulla mozione di sfiducia, dopo. L'atteggiamento su quest'ultima vicenda ricorda tanto quei finti bulli che ogni tanto capita di incontrare, che cercano la rissa e poi, mostrando in modo molto appariscente la loro rabbia e la voglia di menar le mani, gridano agli intervenuti: "tinìtimi, tinìtimi, sennò l'ammazzo!" puntando sulla solidarietà degli astanti che, infatti trattengono il violento, per "evitare che si rovini". Ma, se nessuno lo trattiene, il bullo si guarda intorno tra l'incredulo e l'angosciato pensando: "e ora? Vuoi vedere che mi tocca azzuffarmi veramente?".Così i valorosi dirigenti del centro sinistra hanno urlato per mesi e mesi "tinìtimi, tinìtimi, sennò l'ammazzo!" e, quando nessuno li ha più tenuti, sono caduti con il culo a terra e ora si guardano tra loro attoniti: "e ora? Vuoi vedere che dobbiamo presentare davvero la mozione?".Anche qui, in mancanza di un'autorità politica di un qualche valore riconosciuta in città, è stato necessario l'intervento dei dirigenti di Enna che, ieri, dovrebbero avere convinto i consiglieri e gli ex segretari di Piazza che la mozione era ed è atto politico (sebbene depotenziato dal teatrino degli ultimi mesi) e come tale va portato fino in fondo contro un'amministrazione comunale quanto meno fallimentare.Prosit! agli esponenti del centro sinistra di Piazza.Le due situazioni speculari hanno però prospettive diverse. Nel centro destra, sin da quando è stato introdotto il sistema bipolare nel 1993, non è mai emerso un politico capace di tratteggiare una strategia di sviluppo per la città e, ancora oggi, i vari protagonisti battagliano solo sulle poltrone.Nel centro sinistra, invece, c'è da recuperare una capacità politica più volte mostrata nel passato anche se non sempre premiata dall'elettorato e c'è, soprattutto, lo strumento, sempre che si voglia e si sappia usare.Il Partito Democratico a livello locale dovrebbe servire a questo: superare le contrapposizioni personalistiche sterili e costruire una strategia di sviluppo della città nel quadro del più ampio sviluppo della provincia di Enna, in cui ciascuno potrebbe poi avere il giusto ruolo.Sarebbe indispensabile, per questo, aprire confronti non tra i soliti dieci autoproclamati dirigenti del Pd, ma con tutta la cittadinanza o, almeno, con il migliaio di cittadini che hanno votato alla primarie. Invece i sostenitori di Veltroni e quelli di Letta sembrano solo preoccupati di farsi dispetti reciproci e di cercare posizioni di vantaggio nella redistribuzione degli incarichi di partito: entro il 23 dicembre si dovrebbe eleggere il segretario comunale, ma senza assemblee sulla situazione politica locale, tutto si concretizzerà, certamente attorno al 15-16 dicembre, con una elezione in cui si confronteranno solo i clientes dei due schieramenti, senza confronto tra linee politiche.Triste spettacolo finora, ancor più triste se questa previsione dovesse avverarsi.Rivolgo dunque un appello a chi può decidere: organizzare due, tre assemblee del Pd sulle prospettive politiche locali e, nel frattempo, portare la sfiducia in Consiglio. Ma fate in fretta, il tempo è quasi scaduto.
domenica 18 novembre 2007
Dante Ferrari di AN: vogliamo anche noi un assessorato
Agostino Sella
Nasce Assoturismo a Piazza Armerina
Agostino Sella
FI di Tudisco in piazza contro Prodi.
Agostino Sella
venerdì 16 novembre 2007
Le segreterie provinciali si incontrano per fare la giunta a Prestifilippo
Agostino Sella
La Confesercenti a Piazza Armerina
Agostino Sella
giovedì 15 novembre 2007
"Chiello e malasanità". Caro Sebastiano...
ero indeciso se riprendere l’argomento o lasciarlo perdere, considerato il tono, ingiustificato, ingiusto, e peraltro “irricevibile”, usato da te che sei pure amico mio.
- Il caso di cui parlo nell’articolo esiste, non è inventato, è stato da me approfondito quanto meritava. La suora è rimasta al pronto soccorso per oltre 24 ore, i medici si sono “acchiappati” davanti a tutti, ecc, ecc. Sulle disquisizioni dell’ospedale di Caltanissetta non è il caso di entrarci nel merito, perché non è quello il problema, ma il teatrino creato dai medici…Peraltro, caro Sebastiano, tu stesso lo confermi tra le righe. Forse per il ruolo che ricopri ti sei spinto ad una difesa d’ufficio della tua classe, tra l’altro non essendo presente durante l’accaduto, come hai confermato tu stesso;
- che l’ospedale Chiello sia in dismissione, prima di me lo hai detto tu insieme ai tuoi colleghi. Ti ricordo, che durante il mese di luglio, voi medici, ne avete dette di cotte e di crude sull’ospedale in cui lavorate, inviando una durissima lettera al direttore generale. Una lettera, ripresa da me, per un articolo su La Sicilia che allego che inizia così “Al Chiello persiste uno stato di malessere costante. L’ospedale è in balia di chiunque notte e giorno. Non esistono ne portieri e ne vigilantes”. Lo gridano con forza, non gli utenti, ma i medici dell’ospedale piazzese che hanno proclamato lo stato di agitazione per le carenze ormai croniche del nosocomio”…In quella lettera scritta, ripeto, da voi medici, vi spingevate ad altre affermazioni del tipo “lo smantellamento dei servizi” ecc, e cose ancora più pesanti. Peraltro, non capisco perché qualche mese fa eravate in protesta ad oltranza ed adesso non lo siete più considerato che niente nei piani di Iudica è cambiato. Non capisco perché è calato il silenzio totale da parte di tutti sulla questione dell’ospedale.
- E ancora non capisco perché:
- a luglio, che scrivevo male dell’ospedale, riprendendo giudizi pessimi espressi da voi medici nella struttura in cui lavorate, la mia penna non era dittatoriale mentre adesso lo è;
- se voi, medici piazzesi, scrivete male dell’ospedale piazzese va tutto bene, se invece scrivo male io che sono un cronista piazzese (non sono giornalista) sono il peggior nemico dei piazzesi;
- se voi, medici piazzesi, scrivete male dell’ospedale piazzese in cui lavorate non infangate il nome del Chiello e danneggiate la sua immagine, se ci scrivo io, invece, il danno diventa enorme.
Non vorrei caro Sebastiano, che per prendere la difesa d’ufficio dei tuoi colleghi, di cui peraltro ho stima, hai preso qualche abbaglio?!?
Mi dispiace, però, il tono che hai usato e le parole, non certo leggere, nei miei confronti che credo, francamente, di non meritare.
Quando al fatto di “essere sollecitato da Santa Madre Chiesa” che peraltro hai scritto erroneamente in minuscolo, te lo potevi risparmiare.
Anche perché mi conosci e sai che non sono facilmente “sollecitabile” come tu hai inteso da nessuno.
Se vengo a conoscenza di una notizia, da qualunque fonte questa venga, e la ritengo degna di nota, da chiunque arrivi, dopo averla verificata, cerco di pubblicarla, o provenga da “Santa Madre Chiesa” o dal sindaco o dagli oppositori del sindaco, o dai medici o dai pazienti.
Allora, secondo la tua tesi, per ogni cosa che scrivo sono sollecitato da qualche “santo”!?
Quando ho scritto dell’ospedale sono allora stato sollecitato dalla “Santa madre categoria dei medici” oppure quando scrivo di politica sono sollecitato da “qualche santo politico di turno….
Ma che vuol dire…
Peraltro, non capisco che ruolo, secondo te, dovrebbe avere uno che scrive notizie.
Cos’è notizia un medico che fa il proprio lavoro e per il quale è pagato!?
Allora perché non dovrei scrivere di un barista che fa bene il caffè che il cliente paga o di un barbiere che tagli bene la barba, o di un ingegnere che fa bene i suoi progetti e per cui è pagato.
Chi scrive, come credo pensi anche tu, o almeno hai pensato finora, deve servire da pungolo, deve mettere in risalto anche le cose che non funzionano, per cercare di migliorarle.
Allora a cosa serve la stampa…
E poi, quando eravamo uniti dalla militanza nella Rete e facevamo opposizione mettendo anche in risalto le cose che non funzionavano eravamo dei distruttori della città di Piazza Armerina…
Comunque, non so se so usare la penna, come dici, ma certamente non la uso in maniera dittatoriale e credo neanche in modo offensivo, come forse la hai usata tu con me.
Con la consueta cordialità e il tradizionale affetto.
Agostino
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Articolo pubblicato da La Sicilia nella prima decade di luglio 2007
Piazza Armerina. “Al Chiello persiste uno stato di malessere costante. L’ospedale è in balia di chiunque notte e giorno. Non esistono ne portieri e ne vigilantes”. Lo gridano con forza, non gli utenti, ma i medici dell’ospedale piazzese che hanno proclamato lo stato di agitazione per le carenze ormai croniche del nosocomio. I dottori hanno costituito l’Osservatorio Sanitario Permanente con lo scopo di monitorare le disfunzioni e le carenze che sono sorte negli ultimi tempi nel nosocomio della città dei mosaici. I medici mettono in risalto una serie di problemi e criticano la Direzione generale e la Direzione sanitaria sia aziendale che ospedaliera che definiscono un vero e proprio “muro di gomma”. Tra i problemi evidenziati dall’osservatorio c’è quello della scarsa organizzazione ospedaliera, con l’emissione di ordini di servizio che “non si preoccupano dei regolamenti vigenti”. Forte protesta anche per la carenza di personale medico ed infermieristico in quasi tutti i reparti. Un problema questo “che non permette di sostituire le unità mediche che vanno in malattia” con gravi difficoltà per i reparti e gli ambulatori. La protesta più eclatante è quella relativa alla sicurezza dei luoghi ospedalieri. I medici accusano lo smantellamento del servizio di guardiania e del sistema di video-sorveglianza. Poi riferendosi alle aree parcheggio dicono che in esse “regna il caos più assoluto” con un accesso non controllato nei reparti che sono invasi in tutte le ore dai visitatori. Insomma una protesta a 360° che presto dovrebbe sfociare in una forte ed eclatante azione di protesta. Dietro lo smantellamento dei servizi, secondo alcuni componenti dell’osservatorio, si potrebbe nascondere la volontà di far chiudere definitivamente l’ospedale che rappresenta un punto di riferimento importante per l’utenza sanitaria del centro Sicilia. Alle proteste dei medici si aggiungono quelle del comitato per la salute che ha visto nei giorni scorsi organizzare un sit in per scongiurare la chiusura dell’ex Inam. Nei prossimi giorni dovrebbe celebrarsi un consiglio comunale convocato esclusivamente per affrontare il problema. Queste iniziative, mettono in risalto un netto scontro tra la classe medica locale e le direzioni sanitarie, che potrebbero portare ad imminenti operazioni di protesta compreso lo sciopero nei prossimi giorni di alcune categorie.
Agostino Sella
Giorni decisivi per Prestifilippo ed il PD.
Agostino Sella
Trebastoni: la villa non chiuderà più
Agostino Sella
Il 25 novembre incontro di pastorale giovanile.
Agostino Sella
Mpa. Bruno rettifica Scollo. "Ci vuole una giunta politica con AN e UDC"
Agostino Sella
martedì 13 novembre 2007
Protesta alla casa di riposo San Giuseppe. I lavoratori incatenati. Barbera e Oste minacciano di buttarsi dal tetto della chiesa.
Piazza Armerina. “Se non ci danno i soldi ci buttiamo giù e ci ammazziamo”. Sono le sette della sera e Salvatore Balbera e Gino Oste sono ancora sul tetto della chiesa del casa di riposo. Sono in protesta dalla mattinata insieme ad una trentina di altri dipendenti incatenati all’ingresso. Anche il Vescovo cerca di convincerli a desistere. “Ho fatto tutto quello che potevo - dice Pennisi che ha già donato ai lavoratori un assegno di 5000 euro – queste persone hanno le loro ragioni, 11 mensilità non sono poche. Mi dicono addirittura che a qualcuno stanno pignorando delle cose”. In mattinata si respirava un clima pesante. Alle 10 circa era arrivato il commissario della casa di riposo Pappalardo accompagnato da un autista. “Ci avete preso in giro – gli ha grida la signora Lavuri una tra le più esasperate – ci avete detto che entro il 31 dicembre pagavate gli stipendi ed invece non è vero. Ieri – continua la Lavuri – Colianni al telefono mi ha trattato in maniera indegna. Mi ha pure preso a parolacce. Una cosa vergognosa”. Tra gli incatenati anche Franco Zummia, una delle figure storiche della casa di riposo “Colianni la scorsa settimana – ha detto Zummia - ci ha promesso che sarebbe venuto entro sette giorni ma oggi non lo vediamo. A Palermo ci hanno trattato a pesci in faccia. Adesso basta. O i soldi o lotta ad oltranza”. In un volantino distribuito dai lavoratori in protesta si legge “Chi lotta può perdere chi non lotta ha già perso”. Pappalardo cerca di difendersi “Oggi Colianni aveva una giunta ed assemblea. Verrà il prossimo lunedì”. “E noi di qua non ci muoviamo – rispondevano i lavoratori – vogliamo risposte certe e che Colianni venga subito”. L’assessore regionale al telefono cerca di spiegare “abbiamo finalmente portato il bilancio dell’ente a pareggio – dice Colianni - La colpa di quello che sta accadendo è della precedente amministrazione della casa di riposo che ha causato un buco di oltre 600 mila euro”. Per ripianarlo si sta pensando ad un mutuo ipotecario. “A breve i lavoratori potranno intanto pendere un paio di mensilità. Purtroppo – continua Colianni – sono fomentati e strumentalizzata”. Il sindaco Prestifilippo sta con Colianni “Le rivendicazioni esasperate finiscono per nuocere. Tutto quello che si doveva fare si sta facendo. Per il resto il mutuo la regione lo farà. Colianni – conclude il Sindaco - mi ha detto che ha avuto tutti i permessi dal Banco di Sicilia. Adesso ci vogliono i tempi tecnici”. Intanto Maurizio Campagna, incatenato davanti la casa, non ci crede “Ormai se non vedo i soldi non credo più a niente. La verità è solo una - dice in dialetto uno sconsolato Campagna - “U sazio non crid a chiddu mortu di fam” che tradotto significa “il sazio non crede a quello morto di fame”.
Agostino Sella
Il sindaco è un prestigiatore. di Filippo Di Giorgio
Quella richiesta fu da me rifiutata fermamente, ritenendo che il giudizio complessivo su una Amministrazione deve essere espresso solo al termine del mandato, quando tutte le iniziative gestionali sono state espletate ed è possibile, dati alla mano, controllare la corrispondenza fra la piattaforma programmatica elettorale e gli effetti dell’attività di governo.
Devo oggi intervenire per correggere me stesso, ed affermare piuttosto che i risultati maturati, e le attività avviate, consentono già oggi non solo di formulare un giudizio decisamente negativo sull’operato della Giunta in carica, ma anche di preconizzare che dopo questa lunga traversata nel deserto il nostro Paese sarà (non solo metaforicamente parlando) un cumulo di macerie.
Una premessa è però doverosa: chi scrive non si presterà mai a lanciare vacui anatemi ovvero qualsiasi tipo di offesa contro la persona del Sindaco, che continuerà a rispettare, né opererà delegittimando la fondamentale istituzione che Prestifilippo rappresenta.
Dico ciò per ottemperare a una mia profonda convinzione, quella cioè che il dibattito politico deve essere scevro da risentimenti di carattere personale ed essere piuttosto ancorato alla valutazione dei fatti.
In altri termini, l’oggetto delle critiche sono sempre le attività compiute, mai le persone e meno che mai le Istituzioni.
All’amico che me lo ha chiesto, vorrei dire anzitutto che esprimere un giudizio sull’attuale Sindaco è operazione più complessa di quanto sembri, anche perché, a meno di non essere disonesti, non possono che essergli riconosciute delle rilevanti qualità (e ciò lascerà probabilmente confusi gli integralisti della denigrazione).
Non c’è ombra di dubbio, infatti, che se Maurizio Prestifilippo è rimasto in sella fino ad oggi, malgrado non avesse una vera maggioranza, e nonostante i propositi bellicosi (veri o presunti che siano) di alcuni consiglieri comunali, delle doti sono sicuramente da tributargli.
Chi scrive pensa che siano essenzialmente rinvenibili nell’adozione di un linguaggio politico innovativo e nella profonda conoscenza e valutazione degli interlocutori istituzionali.
Non si può negare, invero, che il linguaggio propagandistico del Sindaco abbia un’efficacia dirompente, come dimostrò la campagna elettorale del 2004, complessivamente più efficace di quella del suo avversario, non solo per la stentorea e ammaliante arte oratoria dell’attuale primo cittadino, ma anche e soprattutto per le profonde novità apportate sul piano pubblicitario (basti ricordare il manifesto con le ragazze in Bikini, dal fortissimo impatto visivo, che prevalse nettamente sulla propaganda avversaria, anche se a me, debbo essere franco, parve piuttosto una debole parodia del pavimento musivo).
Il Sindaco ha certamente una grande presenza scenica, è molto telegenico ed è dotato di una grande capacità di improvvisazione, tutte doti che lo renderebbero in grado di sostituire (e lo penso sinceramente) in qualunque momento persino un attore bravo, intelligente e versatile come Luca Barbareschi.
Di fronte a questo modo così diretto di affrontare i problemi, molti suoi avversari inevitabilmente soccombono, spesso sapientemente dirottati sul terreno di scontro preferito dal Sindaco, che è sempre quello della cattiva gestione compiuta dalle pregresse amministrazioni.
Nessuno dei suoi diretti oppositori, a parte l’ottimo Ranieri Ferrara, l’amico Massimiliano La Malfa ed il Consigliere Trebastoni, è mai riuscito ad impedirgli di sgusciare in questo modo, facendogli ammettere gli evidenti insuccessi gestionali e le amnesie amministrative macroscopiche.
In questo modo, buttando inchiostro negli occhi degli avversari, egli riesce a sottrarsi ad ogni legittima censura sul suo operato, riuscendo ad affermare tutto ed il contrario di tutto e a dare sempre la sensazione di avere detto la verità.
Ma oltre a questa innegabile dote, al Sindaco deve essere tributata un’altra non indifferente qualità: quella di riuscire rapidamente ad analizzare la pericolosità politica dei suoi interlocutori, e di vagliare altrettanto celermente delle contromisure atte a neutralizzarli.
Il Sindaco, in altri termini, è abilissimo nelle mosse strategiche di breve periodo ed inoltre, alla stessa stregua di un prestigiatore, riesce sempre a tirare dal suo cilindro una sorpresa capace di sbigottire i suoi antagonisti, i cui tempi di reazione, a dire il vero, il più delle volte non sono tanto lontani da quelli dei bradipi.
Fin qui i pregi della sua azione politica (che però servono essenzialmente a garantirgli la sopravvivenza in attesa di poter realizzare gli altri sogni, quali la Presidenza della Provincia e poi una carica parlamentare, perché, è risaputo, egli è molto ambizioso).
Discorso più complesso deve invece essere compiuto a proposito delle molteplici difficoltà della sua attività politica, e delle ragioni che lo hanno portato, spesso e volentieri, a confliggere con la stessa maggioranza che lo ha sostenuto, alla quale ha sempre rinfacciato di essere la causa dei pochi (a suo dire) insuccessi della sua gestione amministrativa..
Il problema principale del Sindaco risiede probabilmente nella insoddisfazione nei confronti dell’attuale diritto amministrativo, e più precisamente nel fatto che egli ritiene il principale organo di controllo della sua attività gestionale, il Consiglio comunale, quale ente pletorico, privo di ogni vitalità e forse persino di un senso.
Probabilmente, “de jure condendo” egli sarebbe molto più a suo agio ove l’assetto degli enti locali facesse a meno di un organo di ben più vasta scala rappresentativa, quale il Consiglio comunale, capace di approvare atti di indirizzo, e con competenza estesa anche al controllo e all’approvazione del bilancio.
Ciò gli darebbe le mani più libere e gli consentirebbe di operare a suo piacimento, secondo l’esperienza imprenditoriale maturata nell’attività di famiglia, che egli, con un processo di osmosi non poco forzosa, gradirebbe importare nella struttura comunale.
Il problema è però che il Comune non è una azienda (o meglio: avrebbe l’obbligo di seguire il più possibile dei criteri aziendali, ma esigenze solidaristiche e garantistiche non sempre – e a ragione – lo permettono), e che talora gli interessi coinvolti nella gestione amministrativa richiedono un esame contestuale di posizioni individuali e collettive, necessarie a contemperare le ragioni dei destinatari dei provvedimenti finali.
Questa lezione, suo malgrado, Prestifilippo l’ha dovuta subire in molte occasioni, la più emblematica delle quali si è rivelata lo spostamento della fiera settimanale, nella quale è reiteratamente intervenuto per correggere il tiro, senza di fatto mai riuscire a trovare una soluzione adeguata ai problemi e senza mai, peraltro, avviare una valida concertazione con le numerose categorie interessate.
Anzi, proprio la concertazione è un’altro dei suoi punti deboli, ma non perché egli non ne capisca le ragioni di fondo, ma perché la sua politica, fin dall’inizio, non prevedeva momenti di sintesi e di raccolta. Prevedeva piuttosto soltanto momenti di dispersione.
Ciò è dimostrato dal fatto che egli non si è posto mai il problema di coagulare il centrodestra, con un disegno organico e capace di superare i particolarismi che scaturiscono da una coalizione con componenti dalla estrazione politica così diversa.
Nelle tante occasioni in cui è intervenuto, egli si è piuttosto premurato di frantumare ogni logica unitaria, cercando progressivamente (e finora in maniera inane) di eliminare tutti gli esponenti politici che questo disegno coltivano (vedasi, in questo senso, l’ostinazione con la quale ha dichiarato guerra a Giuseppe Mattia ed ora anche a Trebastoni e Fioriglio).
Un simile modo di operare, se, come detto prima, nel breve periodo si rivela appagante, in quanto riesce a disorientare i suoi avversari, e ad allontanare la crisi politica, nel lungo periodo non può che essere destinato a penalizzare gravemente la città.
Come non notare, del resto, che le numerose opportunità che la passata finanziaria aveva assegnato ai Comuni (basti pensare all’imposta di scopo) non saranno mai attuate in virtù del continuo scontro che il Sindaco ha oramai intrapreso con il Civico consesso?
Ma andando ancora oltre i profili problematici sopra evidenziati, credo di poter dire che a nuocere all’azione politica del Sindaco non sia solo il conflitto (esterno) con gli altri organi istituzionali, ma soprattutto quello (interno) con la sua stessa coscienza politica, in gran parte ancora dominata dalle dottrine collettiviste e dirigiste di cui si sono liberate persino le sinistre più radicali.
Sotto questo profilo, come non ricordare quella proposta di cessione gratuita dei beni immobili nel centro storico (tanto azzardata che a me parve inizialmente una simpatica provocazione), che non solo contrasta con i programmi nazionali di Forza Italia, cui egli dice di aderire, ma che sarebbe indigesta persino a Sindaci collocati politicamente ben più a sinistra?
Ma ancora, come non rammentare le esilaranti assemblee dell’ATO, nelle quali l’inquilino di Sala delle Luci ha di fatto patrocinato la gestione inefficiente del sistema dei rifiuti (vedasi verbale di assemblea ATO del 09/12/2004, che conservo come una reliquia), votando unitamente (e senza il minimo distinguo) insieme ai Sindaci della Sinistra?
La verità è che il primo cittadino nella coalizione di centrodestra è a suo agio come un elefante in un negozio di cristalli, e forse rimpiange ancora i tempi in cui la mano pesante di Mirello Crisafulli si posava sulla sua fronte determinata e combattiva, e a lui sembrava di essere il predestinato della politica armerina.
Ma come sempre accade, il futuro non è mai come uno se lo immagina, e quando la sinistra gli voltò le spalle, preferendogli l’icona più semplice ed anche un po’ più triste dell’Onorevole Tumino, il nostro Sindaco, con una maestria acrobatica al limite dell’incredibile, seppe inventare una coalizione elettorale dal nulla (o del nulla?), e infliggere alla sinistra locale uno degli schiaffi più sonori nella storia degli ultimi cinquanta anni.
Purtroppo, però, proprio perché Prestifilippo è maestro solo nelle scelte di breve periodo, dopo la vittoria gli toccò governare, e scoprire che la mancanza di una vera coalizione gli avrebbe comportato una notevole serie di problemi, e cagionato alla città una perdita di competitività che sconteremo per altri venti anni.
Né peraltro la mancanza di una maggioranza politica stabile in Consiglio comunale, che a Prestifilippo è direttamente ed unicamente imputabile, è stata in qualche modo resa meno pesante dai componenti della Giunta che lui stesso si è scelto.
Mauro Farina c’entra con la delega che ricopre come i cavoli a merenda; Fabrizio Tudisco continua stancamente e ostinatamente a spendere cifre faraoniche per manifestazioni dagli esiti fallimentari (basti pensare a “Cortili e balconi fioriti (o appassiti?)”, o al Palio dei Normanni, di cui la diretta televisiva ha ingigantito oltre ogni limite i difetti e le discrasie); Massimo Di Seri, amabile persona, avrebbe bisogno probabilmente di rivedersi la L. R. 28/99 e ss. modifiche ed integrazioni; di Paola Di Vita si sono perse le tracce, ed infine, dell’Assessore Gagliano e dell’assessore Cammarata (e prima ancora della di lui coniuge), l’unica cosa che si possa dire è che sono in uno stato (politico) vegetativo perenne.
Manca insomma nella sua Giunta un supertecnico alla Nigrelli, capace di impedirgli di calpestare i principi, anche più elementari, suggeriti dalle scienze giuridiche, economiche e sociali.
Tante altre sarebbero le censure da muovere all’operato di questa Giunta, e credo che a volerne discutere anche in maniera sintetica potrebbe redigersi un manuale di tecnica amministrativa, cosa che è lontana dalle mie intenzioni e che stancherebbe oltre ogni limite i lettori di questo gradevole e libero Forum.
Per questa ragione, voglio concludere con l’auspicio sincero che il Sindaco tiri fuori dal suo cilindro non più abili mosse di propaganda o l’inchiostro per disorientare gli avversari, ma la vera riscossa politica, economica, culturale, sociale e anche morale della città, in uno stato di agonia quasi irreversibile.
Purtroppo, ben più realisticamente, penso invece che il prossimo gioco di prestigio che Prestifilippo compirà sarà la definitiva battuta d’arresto della mozione di sfiducia, rinviando per un altro anno e mezzo un diritto fondamentale della collettività armerina: quello di avere una Giunta che intraprenda un percorso di efficacia, di efficienza e di economicità dell’azione amministrativa. In altre parole, il diritto di vincere.
Piazza Armerina, 10/11/2007.
Filippo Andrea Di Giorgio
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