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Agostino Sella
Piazza Armerina. “Ora basta. Farò un nuovo movimento che rappresenti i veri bisogni della gente”. Giuseppe Mattia, consigliere provinciale di Forza Italia, spiega così il suo nuovo progetto politico, dopo le vicende che hanno caratterizzato le ultime settimane della vita politica piazzese. “La querelle sulla sfiducia a Prestifilippo dimostra che non si ci può fidare di nessuno: né del centro destra e neanche del centro sinistra. Il centro sinistra – dice Mattia - con le firme che compaiono e scompaiono come nei giochi di prestigio, sta dimostrando di non essere alternativo a Prestifilippo, così come – continua Mattia – il centro destra di Grimaldi non è alternativa a quello di Crisafulli. C’è uno stato di confusione creato ad arte è la vicenda di Piazza né è l’esempio lampante. Ancora oggi dopo mille promesse e propositi e gli impegni di tutti i deputati mancano le firme di Grillo e Venezia, che pure avevano firmato il primo documento. Qualcuno del centro sinistra sta dimostrando di non saper rispettare gli impegni, ed in politica non c’è di peggio. E’ – continua Mattia – un centro sinistra litigioso e privo di un progetto in grado di dare una svolta alla città”. Poi il consigliere forzista tira in ballo anche l’Mpa. “In questa occasione – dice Mattia – il movimento per l’autonomia ha dimostrato tutta la sua fragilità. Ha dato cinque ultimatum a Prestifilippo senza mai mettere in atto quanto dichiarato, segno di scarsa serietà. Ha solo cercato di alzare il prezzo ma alla fine si accontenterà del classico “piatto di lenticchie”, nascondendosi dietro la farsa del progetto per la città che invece rimane fallimentare in mano a Prestifilippo”. Con Mattia nel nuovo soggetto si dovrebbe schierare un numeroso gruppo compreso il consigliere comunale di Forza Italia Giuseppe Falcone, anche se non si è capito se i due faranno la nuova esperienza dentro il nuovo Partito delle Libertà. Alla fine Mattia lancia la sua proposta. “Penso di fare un nuovo movimento che interpreti realmente i bisogni dei cittadini che ormai sono stufi della politica che si fa solo nella stanza dei bottoni. Purtroppo – continua Mattia - sia nel centro destra che nel centro sinistra molti pensano solo a garantirsi poltrone e sottogoverni, facendo “inciuci” a più non posso alle spalle dei cittadini come dimostrano le ultime vicende sull’Ato rifiuti. Ci vuole una forza nuova movimentista che prenda il meglio di quello che c’è uscendo fuori dai soliti schemi della politica”.
Agostino Sella
- a luglio, che scrivevo male dell’ospedale, riprendendo giudizi pessimi espressi da voi medici nella struttura in cui lavorate, la mia penna non era dittatoriale mentre adesso lo è;
- se voi, medici piazzesi, scrivete male dell’ospedale piazzese va tutto bene, se invece scrivo male io che sono un cronista piazzese (non sono giornalista) sono il peggior nemico dei piazzesi;
- se voi, medici piazzesi, scrivete male dell’ospedale piazzese in cui lavorate non infangate il nome del Chiello e danneggiate la sua immagine, se ci scrivo io, invece, il danno diventa enorme.
Non vorrei caro Sebastiano, che per prendere la difesa d’ufficio dei tuoi colleghi, di cui peraltro ho stima, hai preso qualche abbaglio?!?
Mi dispiace, però, il tono che hai usato e le parole, non certo leggere, nei miei confronti che credo, francamente, di non meritare.
Quando al fatto di “essere sollecitato da Santa Madre Chiesa” che peraltro hai scritto erroneamente in minuscolo, te lo potevi risparmiare.
Anche perché mi conosci e sai che non sono facilmente “sollecitabile” come tu hai inteso da nessuno.
Se vengo a conoscenza di una notizia, da qualunque fonte questa venga, e la ritengo degna di nota, da chiunque arrivi, dopo averla verificata, cerco di pubblicarla, o provenga da “Santa Madre Chiesa” o dal sindaco o dagli oppositori del sindaco, o dai medici o dai pazienti.
Allora, secondo la tua tesi, per ogni cosa che scrivo sono sollecitato da qualche “santo”!?
Quando ho scritto dell’ospedale sono allora stato sollecitato dalla “Santa madre categoria dei medici” oppure quando scrivo di politica sono sollecitato da “qualche santo politico di turno….
Ma che vuol dire…
Peraltro, non capisco che ruolo, secondo te, dovrebbe avere uno che scrive notizie.
Cos’è notizia un medico che fa il proprio lavoro e per il quale è pagato!?
Allora perché non dovrei scrivere di un barista che fa bene il caffè che il cliente paga o di un barbiere che tagli bene la barba, o di un ingegnere che fa bene i suoi progetti e per cui è pagato.
Chi scrive, come credo pensi anche tu, o almeno hai pensato finora, deve servire da pungolo, deve mettere in risalto anche le cose che non funzionano, per cercare di migliorarle.
Allora a cosa serve la stampa…
E poi, quando eravamo uniti dalla militanza nella Rete e facevamo opposizione mettendo anche in risalto le cose che non funzionavano eravamo dei distruttori della città di Piazza Armerina…
Comunque, non so se so usare la penna, come dici, ma certamente non la uso in maniera dittatoriale e credo neanche in modo offensivo, come forse la hai usata tu con me.
Con la consueta cordialità e il tradizionale affetto.
Agostino
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Articolo pubblicato da La Sicilia nella prima decade di luglio 2007
Piazza Armerina. “Al Chiello persiste uno stato di malessere costante. L’ospedale è in balia di chiunque notte e giorno. Non esistono ne portieri e ne vigilantes”. Lo gridano con forza, non gli utenti, ma i medici dell’ospedale piazzese che hanno proclamato lo stato di agitazione per le carenze ormai croniche del nosocomio. I dottori hanno costituito l’Osservatorio Sanitario Permanente con lo scopo di monitorare le disfunzioni e le carenze che sono sorte negli ultimi tempi nel nosocomio della città dei mosaici. I medici mettono in risalto una serie di problemi e criticano la Direzione generale e la Direzione sanitaria sia aziendale che ospedaliera che definiscono un vero e proprio “muro di gomma”. Tra i problemi evidenziati dall’osservatorio c’è quello della scarsa organizzazione ospedaliera, con l’emissione di ordini di servizio che “non si preoccupano dei regolamenti vigenti”. Forte protesta anche per la carenza di personale medico ed infermieristico in quasi tutti i reparti. Un problema questo “che non permette di sostituire le unità mediche che vanno in malattia” con gravi difficoltà per i reparti e gli ambulatori. La protesta più eclatante è quella relativa alla sicurezza dei luoghi ospedalieri. I medici accusano lo smantellamento del servizio di guardiania e del sistema di video-sorveglianza. Poi riferendosi alle aree parcheggio dicono che in esse “regna il caos più assoluto” con un accesso non controllato nei reparti che sono invasi in tutte le ore dai visitatori. Insomma una protesta a 360° che presto dovrebbe sfociare in una forte ed eclatante azione di protesta. Dietro lo smantellamento dei servizi, secondo alcuni componenti dell’osservatorio, si potrebbe nascondere la volontà di far chiudere definitivamente l’ospedale che rappresenta un punto di riferimento importante per l’utenza sanitaria del centro Sicilia. Alle proteste dei medici si aggiungono quelle del comitato per la salute che ha visto nei giorni scorsi organizzare un sit in per scongiurare la chiusura dell’ex Inam. Nei prossimi giorni dovrebbe celebrarsi un consiglio comunale convocato esclusivamente per affrontare il problema. Queste iniziative, mettono in risalto un netto scontro tra la classe medica locale e le direzioni sanitarie, che potrebbero portare ad imminenti operazioni di protesta compreso lo sciopero nei prossimi giorni di alcune categorie.
Agostino Sella
Piazza Armerina. “Se non ci danno i soldi ci buttiamo giù e ci ammazziamo”. Sono le sette della sera e Salvatore Balbera e Gino Oste sono ancora sul tetto della chiesa del casa di riposo. Sono in protesta dalla mattinata insieme ad una trentina di altri dipendenti incatenati all’ingresso. Anche il Vescovo cerca di convincerli a desistere. “Ho fatto tutto quello che potevo - dice Pennisi che ha già donato ai lavoratori un assegno di 5000 euro – queste persone hanno le loro ragioni, 11 mensilità non sono poche. Mi dicono addirittura che a qualcuno stanno pignorando delle cose”. In mattinata si respirava un clima pesante. Alle 10 circa era arrivato il commissario della casa di riposo Pappalardo accompagnato da un autista. “Ci avete preso in giro – gli ha grida la signora Lavuri una tra le più esasperate – ci avete detto che entro il 31 dicembre pagavate gli stipendi ed invece non è vero. Ieri – continua la Lavuri – Colianni al telefono mi ha trattato in maniera indegna. Mi ha pure preso a parolacce. Una cosa vergognosa”. Tra gli incatenati anche Franco Zummia, una delle figure storiche della casa di riposo “Colianni la scorsa settimana – ha detto Zummia - ci ha promesso che sarebbe venuto entro sette giorni ma oggi non lo vediamo. A Palermo ci hanno trattato a pesci in faccia. Adesso basta. O i soldi o lotta ad oltranza”. In un volantino distribuito dai lavoratori in protesta si legge “Chi lotta può perdere chi non lotta ha già perso”. Pappalardo cerca di difendersi “Oggi Colianni aveva una giunta ed assemblea. Verrà il prossimo lunedì”. “E noi di qua non ci muoviamo – rispondevano i lavoratori – vogliamo risposte certe e che Colianni venga subito”. L’assessore regionale al telefono cerca di spiegare “abbiamo finalmente portato il bilancio dell’ente a pareggio – dice Colianni - La colpa di quello che sta accadendo è della precedente amministrazione della casa di riposo che ha causato un buco di oltre 600 mila euro”. Per ripianarlo si sta pensando ad un mutuo ipotecario. “A breve i lavoratori potranno intanto pendere un paio di mensilità. Purtroppo – continua Colianni – sono fomentati e strumentalizzata”. Il sindaco Prestifilippo sta con Colianni “Le rivendicazioni esasperate finiscono per nuocere. Tutto quello che si doveva fare si sta facendo. Per il resto il mutuo la regione lo farà. Colianni – conclude il Sindaco - mi ha detto che ha avuto tutti i permessi dal Banco di Sicilia. Adesso ci vogliono i tempi tecnici”. Intanto Maurizio Campagna, incatenato davanti la casa, non ci crede “Ormai se non vedo i soldi non credo più a niente. La verità è solo una - dice in dialetto uno sconsolato Campagna - “U sazio non crid a chiddu mortu di fam” che tradotto significa “il sazio non crede a quello morto di fame”.
Agostino Sella