Proseguendo nelle risposte,
punto per punto, al documento di sostegno alla mozione di sfiducia, devo fare
riferimento alla questione dell’area ex-Siace. Una situazione ingarbugliata
perché in venti anni non si è voluta risolvere, non si è voluto, cioè, che il
Comune tornasse nella piena proprietà dell’area. La riassunzione della causa
non è stata possibile poiché i termini sono scaduti nel luglio 2008 a causa
della inattività della precedente amministrazione. L’avv. Armao, attuale
assessore regionale, incaricato dalla precedente amministrazione, nel marzo
2008 aveva inviato una nota al Comune, senza sapere che nel 2007 era stata
emessa la sentenza di Cassazione. Il Comune, pertanto, venne a conoscenza del
problema a termini scaduti.
Ora, come prevede la legge,
essendo scaduti questi termini proprio nei giorni del nostro insediamento,
abbiamo iniziato un nuovo procedimento di cui sono tenute le prime due udienze.
E il fatto che, anche in
questa situazione di difficoltà, ci siano imprenditori che stanno investendo
nella nostra città, dimostra che chi sta attento ai trend reali dell’economia,
sta scommettendo su questa realtà. Contrariamente a quanto è affermato nella
mozione, ancora una volta senza il conforto di dati, la situazione delle
imprese mostra che se nel 2010 c’era stato un aumento delle imprese commerciali
in una provincia sostanzialmente statica
(43 imprese in più, di cui 19 commerciali su circa 16 mila imprese in
totale) grazie alle attività commerciali del nuovo outlet, nel 2011 il saldo,
ancora in condizioni di sostanziale staticità, è stato leggermente negativo (37
imprese in meno su 15882), ma vede un aumento di 24 aziende tra quelle che si
occupano di ricettività e ristorazione.
A Piazza, al contrario, le
imprese, anche se di poche decine, aumentano. Nel biennio 2010-2011, rispetto
al 2009, registriamo 30 nuove attività e 8 pubblici esercizi in più, frutto
anche della decisa liberalizzazione che questa amministrazione ha sostenuto fin
dall’insediamento. Tra le attività ricettive sta per aprire il primo albergo
diffuso nel centro storico, frutto di un investimento completamente privato,
che offrirà ricettività di qualità in via Garibaldi e in altre sedi nel
quartiere che la circonda e un altro è già stato approvato e vedrà l’inizio dei
lavori nei prossimi mesi.
Altre affermazioni contenute
nella mozione sono false. Le fiere “estemporanee”, come sono definite dai
consiglieri, indipendentemente dal loro maggiore o minore successo sono state
comunque iniziative attivate da privati che hanno consentito ad artigiani e
commercianti a posto fisso per lo più piazzesi, di avere una ulteriore vetrina
in uno spazio centrale della città.
Il Centro commerciale
naturale è stato fortemente voluto dall’Amministrazione comunale, che continua
a sostenerlo, ed è stato il primo in Sicilia ad essere approvato. Sono stato
l’unico amministratore in provincia a esprimere pubblicamente più di una volta,
anche con lettere all’assessorato regionale, la necessità di un forte sostegno
proprio ai CCN per controbilanciare l’attrattività ingenerata dall’outlet di
Dittaino a danno del commercio locale. I presidenti dei CCN degli altri comuni
hanno altrettanto pubblicamente ringraziato l’amministrazione di Piazza per
questa posizione, a riprova che chi vede oggettivamente le cose, sa bene come
si sono svolte.
Il CCN, di cui avevo parlato
in campagna elettorale anche in mancanza di una specifica legge regionale, è un
esempio di come stiamo affiancando il commercio in un’area, quella del centro
storico, che più di altre soffre le condizioni di crisi attuali.
In maniera capziosa e
sesquipedale voi segnalate la sola tra le dieci proposte sul commercio da me
fatte in campagna elettorale che non è stato possibile attuare.
Vi ricordo, infatti, che le
dieci proposte erano:
1. Incentivi alle nuove
attività commerciali nel centro storico con l’abolizione dell’ICI e delle tasse
comunali.
2 . Collocazione delle
terrazze esterne dei bar per l’intero anno nel rispetto dei diritti dei
residenti.
3. Riqualificazione e differenziazione
delle licenze commerciali in prossimità della Villa romana del Casale.
4. Realizzazione di quattro
mercatini di quartiere per la frutta e verdura nel centro, nella periferia
nord, nella periferia sud, nel centro storico).
5. Riqualificazione e
potenziamento del mercatino di piazza Falcone e Borsellino.
6. No al mercato settimanale
nell’area ex-Siace.
7. Riunificazione dei due
settori del mercato settimanale (alimentari e non).
8. Realizzazione di Zone a
Traffico Limitato lungo gli assi commerciali con il consenso degli operatori
della zona.
9. Riapertura immediata della
Fiera del bestiame con gli adeguamenti necessari.
10. Attrezzare l’area
ex-Siace per esposizioni e manifestazioni temporanee (tettoie, servizi, ecc.)
Di queste dieci proposte,
come nessuno può smentire, non sono state attuate la prima – che non era
consentita in relazione all’ICI, alla TIA e alla TOSAP – e la terza, di cui si
potrà discutere se e quando l’area commerciale della Villa sarà di competenza
comunale. La possibilità di istituire la ZTL in alcuni assi commerciali del
centro storico – via Garibaldi in particolare – è in discussione con il CCN da
alcune settimane e sarà attuata se e non appena verrà raggiunto un accordo. IL
RESTO E’ STATO REALIZZATO PER INTERO, sotto la guida dell’assessore Teodoro
Ribilotta, compresi corsi di inglese per chi lavora nel settore del commercio e
dei servizi.
Il documento sulla mozione fa
poi confusione – non so se involontariamente o consapevolmente – facendo
riferimento all’addizionale sull’accise elettrica che è una norma specifica
introdotta per le regioni in cui c’è l’emergenza rifiuti, come la Sicilia, e i
cui proventi servono esclusivamente a contribuire al pagamento del servizio
integrato dei rifiuti, il cui collasso è, in parte, stato generato anche da
irresponsabili azioni di esponenti politici che stanno dietro alcuni dei
firmatari della mozione, che per alcuni anni hanno spinto i cittadini a non
pagare le tasse sui rifiuti.