lunedì 13 febbraio 2012

Nigrelli pensiero. Sulla strategia di sviluppo di Piazza


Ma vedete, signor Presidente, signori Consiglieri, è la parte finale del documento che fa capire perché tante notizie inesatte, tante falsità palesi e dimostrabili, tanto polverone e, al, tempo stesso, perché si è omesso di parlare di tutti i fondamentali atti di programmazione, dal PRG al PIST al Distretto Turistico,  che sono stati condotti in porto e i cui effetti si sentiranno per almeno due decenni. Perché si è omesso di dire che si stanno risolvendo problemi ultradecennali che nessuna amministrazione aveva voluto o saputo affrontare come il dissesto idrogeologico nel quartire Itria (lavori in corso); come il sistema di raccolta delle acque bianche e nere e la sistemazione dell’accesso alla città da sud (lavori in corso); come l’attivazione del depuratore di contrada Indirizzo. Perché si è omesso di parlare dell’attuazione seria di politiche energetiche con la realizzazione degli impianti fotovoltaici sulle scuole e l’adesione, sulla quale dovete ancora esprimervi, al Patto dei Sindaci delle città europee. Perché si è omesso di dire che il nostro comune, insieme a solo altri 67 su oltre 8 mila in Italia, è stato inserito tra quelli che già dall’1 gennaio sperimentano il nuovo bilancio degli enti locali che rivoluziona la gestione economica del’ente. Perché si è omesso di dire che una città che era ormai isolata da tutte le altre istituzioni per la autoreferenzialità dei precedenti amministratori, ha oggi relazioni intense e proficue con tutte le istituzioni europee, nazionali, regionali, provinciali, con decine di comuni anche fuori dalla provincia di Enna e dalla Sicilia e da tutti è trattata con il rispetto che le è dovuto non solo per la storia, ma per il ruolo attuale e quello che tutti vedono che avrà nel futuro.
Perché si è omesso di dire che dopo venti anni questa amministrazione ha cominciato a stabilizzare i precari del comune, usati per 4 lustri come merce di scambio ad ogni elezione e che oggi rappresentano una parte sostanziale della macchina burocratica comunale.

Nel programma l’impegno per accompagnare il PRG fino alla approvazione era esplicitamente scritto, l’impegno a progettare nella prima metà della legislatura tutte le opere possibili per rimettere in valore il patrimonio storico e creare il secondo magnete turistico da affiancare alla Villa era scritto.
Ma, soprattutto, in premessa si affermava:
“Il quinquennio 2008 – 2012 rappresenta un momento cruciale nel percorso di sviluppo della comunità e della città di Piazza Armerina.
Il POR che ha seguito quello concluso nel 2006 costituisce, infatti, l’ultima possibilità di utilizzare le risorse europee, nelle forme che abbiamo fin qui conosciuto, per programmare e realizzare interventi coordinati finalizzati ad affermare il modello di sviluppo scelto dalla nostra comunità.
Occorre pertanto agire, fin da subito, per essere pronti con progetti la cui realizzazione possa essere perseguita nel quinquennio, nel pieno rispetto dei principi di trasparenza, legalità e buona amministrazione ed esaltando la condivisione degli obiettivi con i diversi organismi pubblici coinvolti e con la popolazione.”
Esattamente quello che abbiamo fatto con il supporto, in particolare, dei settori tecnici sotto la guida dell’assessore Guccio.

Noi non avevamo chiesto ai nostri concittadini di essere eletti per gestire l’ordinario, magari con l’obiettivo di ampliare il consenso elettorale per garantirci ulteriori elezioni. Noi abbiamo proposto un programma che avviasse un processo di sviluppo locale che, necessariamente, dovrà proiettarsi in un ventennio.
Questo fa una classe dirigente o, come dicono gli storici, una élite chiamata a guidare una comunità. E questo voi rimproverate a me e alla mia squadra. Avere non programmato, ma progettato opere per trenta milioni di euro di cui alcune in fase di realizzazione, altre in fase di finanziamento, molte già dichiarate ammissibili e finanziabili e avere chiaro il quadro generale nel quale queste opere sono collocate significa operare per il futuro della città. E non sono, come dite voi, affermazioni megalomani. È la verità sancita dall’”Osservatorio sui finanziamenti pubblici e le principali progettualità rilevate nel territorio provinciale” che lo conferma con le tabelle che allego. Da qui emerge il frutto della collaborazione tra gli enti per lo sviluppo di questo territorio, voluto, cercato e ottenuto. E non vi sono ancora gli ultimi tre progetti finanziati dal MIbac per la Villa in concorso tra il Parco e il comune che li cofinanzia, tra i quali i mezzi elettrici per chi ha difficoltà di deambulazione.

Mi accusate di usare il futuro invece che il passato. Questo è vero ed è la nostra scommessa: pensare il futuro per costruire il futuro. E lo abbiamo fatto e lo facciamo e lo possiamo fare perché conosciamo il passato, vicino e lontano.

Per questo abbiamo chiesto e ottenuto dalla Presidenza del Consiglio l’autorizzazione a fregiare la nostra città anche della bandiera nella quale è scritto il titolo che ha avuto d secoli: urbs opulentissima, città ricchissima: di storia, di talenti, ma anche di potenzialità e che potrà tornare ad essere ricca anche di benessere se il percorso che abbiamo avviato non verrà interrotto e se verrà perseguito negli anni futuri, indipendentemente da chi sarà alla guida della comunità. E quella bandiera sventola, accanto a quelle europea, italiana e siciliana accanto al nostro monumento più significativo: il monumento ai Caduti di tutte le guerre.

Quindi, caro Presidente e signori Consiglieri comunali, l’affermazione contenuta nel documento non è solamente un pretesto per ancorare una censura che assai difficilmente può fare riferimento a inadempienze programmatiche come richiedono lo spirito e la lettera della legge vigente che la àncora appunto al patto con gli elettori. È anche la prova che l’opposizione non solo non è in grado oggi di costruire una alternativa seria, omogenea, capace di produrre frutti, ma non è neanche in grado di farsi carico del futuro di questa comunità, non ne comprende l’importanza.

Nelle azioni dei partiti dell’opposizione in tre anni e mezzo non si è sentito un solo sospiro, un purchè minimo intervento sulle politiche di sviluppo per questa città, ma essi sono stati capaci solo di bofonchiare ogni tanto agli organi di stampa o specifiche lamentele su piccoli fatti ordinari o giochi che copiano anzi sono parodia dei grandi giochi politici nazionali o regionali (alleanze, accordi, schieramenti).

Né la presunta maturazione di diverse posizione politiche di consiglieri eletti nelle liste che sostenevano questa aministrazione (dimostrata dalla mancata adesione al partito cui pure aderiscono persone che non condividono l’azione del Governo della Città), rappresenta un presupposto per la mozione di sfiducia.

Io so che in questo Consiglio comunale anche alcuni dei firmatari della mozione l’hanno sottoscritta quasi accettando i diktat di segretari senza spessore, pur consapevoli che le parole che ho appena pronunciato non possono essere smentite.

A questi consiglieri comunali mi rivolgo, in conclusione, oltre che a coloro che hanno sempre e lealmente sostenuto l’azione dell’amministrazione e a coloro che l’hanno affiancata nella prima parte della legislatura, per poi distaccarsene.

Qui e ora non c’è una alternativa strategica al nostro progetto di sviluppo che sia diversa dalla piccola gestione quotidiana, del “momento per momento”, privo di ogni visione strategica che è quello che sostengono i referenti politici cittadini del centro destra. L’unica alternativa è quella di un approccio che non può che avere come scopo l’autoconservazione dell’eletto che deve coltivare il suo elettorato per avere garantita ad ogni tornata elettorale la rielezione.

Ora, signor Presidente, signori consiglieri, di questo approccio Piazza non ha bisogno, anzi è la piccolezza, la miopia, il provincialismo che vi sono riflessi e che hanno permeato buona parte delle amministrazioni degli ultimi venti anni, da quando è in vigore l’elezione diretta del Sindaco, che hanno dato un colpo quasi letale alla nostra comunità e alla nostra città, allontanandola drammaticamente dal rango e dal ruolo che le competono sul piano regionale e, perché sia chiaro a tutti, su quello nazionale e, addirittura, internazionale.

La nostra comunità nel 2008 ha condiviso una visione prospettica che ho spesso riassunto nella frase: fare di Piazza la capitale turistica e culturale del centro della Sicilia, restituirle la leadeship nel suo ambito territoriale di sempre. Una visione che, come tutte non può che proiettarsi nei tempi medi e lunghi. Un punto di arrivo che bisogna intravedere perché i passi compiuti giorno dopo giorno vadano sempre nella stessa direzione. E se in questi anni siamo stati noi a guidare la comunità in questa direzione, se negli anni immediatamente precedenti, magari più timidamente, sono stati altri, domani potranno essere altri ancora. Ma la visione deve esserci, deve pregnare la nostra azione e deve essere trasmessa alla comunità. Perché il compito delle élites che guidano le comunità – di cui fanno parte amministratori, consiglieri, opinion maker, leader delle parti sociali - non è quello di appiattirsi sulle richieste quotidiane e individuali, ma quello di indicare una strada.

Questo abbiamo proposto alla comunità e questo stiamo facendo,  attuando con costanza quasi maniacale il programma elettorale. Perché la nostra azione non è misurata sul tempo del nostro mandato, ma su un tempo lungo che consentirà a Piazza di tornare ad avere la leadership che ha sempre avuto nel centro Sicilia e dalla quale classi politiche inadeguate come quella che ha ispirato la mozione di sfiducia in discussione oggi, l’hanno allontanata.

Lo ribadisco: la visione per la quale abbiamo lavorato è l’unica – a meno che non si dimostri altro e in questi tre anni e mezzo non si è fatto – capace di produrre economia stabile, lavoro sicuro in un quadro in cui non è più il pubblico impiego la prospettiva della maggior parte dei nostri giovani.

E questo è tanto più vero in un momento in cui anche l’assetto istituzionale della nostra regione potrebbe cambiare se venissero abolite le province.
Di tutto ciò sono convinto che, intimamente, sono consapevoli anche alcuni consiglieri dell’opposizione odierna.
A loro chiedo un atto di coraggio politico, un investimento non nel futuro della carriera di ciascuno di noi, ma un investimento nel futuro della città e della comunità, alla guida della quale potremo alternarci nel prossimo ventennio, ma che dovrà camminare in questa direzione.

Se la mozione dovesse essere approvata, in palese contrasto con lo spirito della legge che la giustifica solo per inadempienze programmatiche che, come dimostrato, non esistono, la conseguenza più importante non sarebbe l’interruzione della nostra esperienza di governo, ma sarebbe l’impossibilità per Piazza di essere protagonista nella fase di finanziamento dei PIST, di avvio dei distretti turistici, di riorganizzazione territoriale in vista dell’abolizione delle province, di trasformazione del sistema integrato dei rifiuti, del finanziamento del POIN, della sperimentazione finanziaria sul bilancio e di tanto altro ancora. Sarebbe la impossibilità di procedere al completamento delle stabilizzazioni dei precari che avranno tempi strettissimi per la loro attuazione con la vigente normativa.

Tutto questo anche alcuni consiglieri dell’opposizione hanno chiaro e non vogliono. Per questo chiedo che, per una volta, si mettano da parte i giochi di bassa politica locale in nome dei quali troppe volte è stato trascurato l’interesse della comunità. Alle prossime elezioni si confronteranno due o più idee alternative, ma, spero, con alcuni capisaldi condivisi, senza traumi che provocherebbero danni irreversibili.

Nella coscienza di ciascuno di voi è la responsabilità

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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