Ma vedete, signor Presidente,
signori Consiglieri, è la parte finale del documento che fa capire perché tante
notizie inesatte, tante falsità palesi e dimostrabili, tanto polverone e, al,
tempo stesso, perché si è omesso di parlare di tutti i fondamentali atti di
programmazione, dal PRG al PIST al Distretto Turistico, che sono stati condotti in porto e i cui
effetti si sentiranno per almeno due decenni. Perché si è omesso di dire che si
stanno risolvendo problemi ultradecennali che nessuna amministrazione aveva
voluto o saputo affrontare come il dissesto idrogeologico nel quartire Itria
(lavori in corso); come il sistema di raccolta delle acque bianche e nere e la
sistemazione dell’accesso alla città da sud (lavori in corso); come
l’attivazione del depuratore di contrada Indirizzo. Perché si è omesso di
parlare dell’attuazione seria di politiche energetiche con la realizzazione
degli impianti fotovoltaici sulle scuole e l’adesione, sulla quale dovete
ancora esprimervi, al Patto dei Sindaci delle città europee. Perché si è omesso
di dire che il nostro comune, insieme a solo altri 67 su oltre 8 mila in
Italia, è stato inserito tra quelli che già dall’1 gennaio sperimentano il
nuovo bilancio degli enti locali che rivoluziona la gestione economica
del’ente. Perché si è omesso di dire che una città che era ormai isolata da
tutte le altre istituzioni per la autoreferenzialità dei precedenti
amministratori, ha oggi relazioni intense e proficue con tutte le istituzioni
europee, nazionali, regionali, provinciali, con decine di comuni anche fuori
dalla provincia di Enna e dalla Sicilia e da tutti è trattata con il rispetto
che le è dovuto non solo per la storia, ma per il ruolo attuale e quello che
tutti vedono che avrà nel futuro.
Perché si è omesso di dire
che dopo venti anni questa amministrazione ha cominciato a stabilizzare i
precari del comune, usati per 4 lustri come merce di scambio ad ogni elezione e
che oggi rappresentano una parte sostanziale della macchina burocratica comunale.
Nel programma l’impegno per
accompagnare il PRG fino alla approvazione era esplicitamente scritto,
l’impegno a progettare nella prima metà della legislatura tutte le opere
possibili per rimettere in valore il patrimonio storico e creare il secondo
magnete turistico da affiancare alla Villa era scritto.
Ma, soprattutto, in premessa
si affermava:
“Il quinquennio 2008 – 2012
rappresenta un momento cruciale nel percorso di sviluppo della comunità e della
città di Piazza Armerina.
Il POR che ha seguito quello
concluso nel 2006 costituisce, infatti, l’ultima possibilità di utilizzare le
risorse europee, nelle forme che abbiamo fin qui conosciuto, per programmare e
realizzare interventi coordinati finalizzati ad affermare il modello di
sviluppo scelto dalla nostra comunità.
Occorre pertanto agire, fin
da subito, per essere pronti con progetti la cui realizzazione possa essere
perseguita nel quinquennio, nel pieno rispetto dei principi di trasparenza,
legalità e buona amministrazione ed esaltando la condivisione degli obiettivi
con i diversi organismi pubblici coinvolti e con la popolazione.”
Esattamente quello che
abbiamo fatto con il supporto, in particolare, dei settori tecnici sotto la
guida dell’assessore Guccio.
Noi non avevamo chiesto ai
nostri concittadini di essere eletti per gestire l’ordinario, magari con
l’obiettivo di ampliare il consenso elettorale per garantirci ulteriori
elezioni. Noi abbiamo proposto un programma che avviasse un processo di
sviluppo locale che, necessariamente, dovrà proiettarsi in un ventennio.
Questo fa una classe
dirigente o, come dicono gli storici, una élite chiamata a guidare una
comunità. E questo voi rimproverate a me e alla mia squadra. Avere non
programmato, ma progettato opere per trenta milioni di euro di cui alcune in
fase di realizzazione, altre in fase di finanziamento, molte già dichiarate
ammissibili e finanziabili e avere chiaro il quadro generale nel quale queste
opere sono collocate significa operare per il futuro della città. E non sono,
come dite voi, affermazioni megalomani. È la verità sancita dall’”Osservatorio
sui finanziamenti pubblici e le principali progettualità rilevate nel
territorio provinciale” che lo conferma con le tabelle che allego. Da qui
emerge il frutto della collaborazione tra gli enti per lo sviluppo di questo
territorio, voluto, cercato e ottenuto. E non vi sono ancora gli ultimi tre
progetti finanziati dal MIbac per la Villa in concorso tra il Parco e il comune
che li cofinanzia, tra i quali i mezzi elettrici per chi ha difficoltà di deambulazione.
Mi accusate di usare il
futuro invece che il passato. Questo è vero ed è la nostra scommessa: pensare
il futuro per costruire il futuro. E lo abbiamo fatto e lo facciamo e lo
possiamo fare perché conosciamo il passato, vicino e lontano.
Per questo abbiamo chiesto e
ottenuto dalla Presidenza del Consiglio l’autorizzazione a fregiare la nostra
città anche della bandiera nella quale è scritto il titolo che ha avuto d
secoli: urbs opulentissima, città ricchissima: di storia, di talenti, ma anche
di potenzialità e che potrà tornare ad essere ricca anche di benessere se il
percorso che abbiamo avviato non verrà interrotto e se verrà perseguito negli
anni futuri, indipendentemente da chi sarà alla guida della comunità. E quella
bandiera sventola, accanto a quelle europea, italiana e siciliana accanto al
nostro monumento più significativo: il monumento ai Caduti di tutte le guerre.
Quindi, caro Presidente e
signori Consiglieri comunali, l’affermazione contenuta nel documento non è
solamente un pretesto per ancorare una censura che assai difficilmente può fare
riferimento a inadempienze programmatiche come richiedono lo spirito e la
lettera della legge vigente che la àncora appunto al patto con gli elettori. È
anche la prova che l’opposizione non solo non è in grado oggi di costruire una
alternativa seria, omogenea, capace di produrre frutti, ma non è neanche in
grado di farsi carico del futuro di questa comunità, non ne comprende
l’importanza.
Nelle azioni dei partiti
dell’opposizione in tre anni e mezzo non si è sentito un solo sospiro, un
purchè minimo intervento sulle politiche di sviluppo per questa città, ma essi
sono stati capaci solo di bofonchiare ogni tanto agli organi di stampa o
specifiche lamentele su piccoli fatti ordinari o giochi che copiano anzi sono
parodia dei grandi giochi politici nazionali o regionali (alleanze, accordi,
schieramenti).
Né la presunta maturazione di
diverse posizione politiche di consiglieri eletti nelle liste che sostenevano
questa aministrazione (dimostrata dalla mancata adesione al partito cui pure
aderiscono persone che non condividono l’azione del Governo della Città),
rappresenta un presupposto per la mozione di sfiducia.
Io so che in questo Consiglio
comunale anche alcuni dei firmatari della mozione l’hanno sottoscritta quasi
accettando i diktat di segretari senza spessore, pur consapevoli che le parole
che ho appena pronunciato non possono essere smentite.
A questi consiglieri comunali
mi rivolgo, in conclusione, oltre che a coloro che hanno sempre e lealmente
sostenuto l’azione dell’amministrazione e a coloro che l’hanno affiancata nella
prima parte della legislatura, per poi distaccarsene.
Qui e ora non c’è una
alternativa strategica al nostro progetto di sviluppo che sia diversa dalla
piccola gestione quotidiana, del “momento per momento”, privo di ogni visione
strategica che è quello che sostengono i referenti politici cittadini del
centro destra. L’unica alternativa è quella di un approccio che non può che
avere come scopo l’autoconservazione dell’eletto che deve coltivare il suo
elettorato per avere garantita ad ogni tornata elettorale la rielezione.
Ora, signor Presidente,
signori consiglieri, di questo approccio Piazza non ha bisogno, anzi è la
piccolezza, la miopia, il provincialismo che vi sono riflessi e che hanno
permeato buona parte delle amministrazioni degli ultimi venti anni, da quando è
in vigore l’elezione diretta del Sindaco, che hanno dato un colpo quasi letale
alla nostra comunità e alla nostra città, allontanandola drammaticamente dal rango
e dal ruolo che le competono sul piano regionale e, perché sia chiaro a tutti,
su quello nazionale e, addirittura, internazionale.
La nostra comunità nel 2008
ha condiviso una visione prospettica che ho spesso riassunto nella frase: fare
di Piazza la capitale turistica e culturale del centro della Sicilia,
restituirle la leadeship nel suo ambito territoriale di sempre. Una visione
che, come tutte non può che proiettarsi nei tempi medi e lunghi. Un punto di
arrivo che bisogna intravedere perché i passi compiuti giorno dopo giorno
vadano sempre nella stessa direzione. E se in questi anni siamo stati noi a
guidare la comunità in questa direzione, se negli anni immediatamente
precedenti, magari più timidamente, sono stati altri, domani potranno essere altri
ancora. Ma la visione deve esserci, deve pregnare la nostra azione e deve
essere trasmessa alla comunità. Perché il compito delle élites che guidano le
comunità – di cui fanno parte amministratori, consiglieri, opinion maker,
leader delle parti sociali - non è quello di appiattirsi sulle richieste
quotidiane e individuali, ma quello di indicare una strada.
Questo abbiamo proposto alla
comunità e questo stiamo facendo,
attuando con costanza quasi maniacale il programma elettorale. Perché la
nostra azione non è misurata sul tempo del nostro mandato, ma su un tempo lungo
che consentirà a Piazza di tornare ad avere la leadership che ha sempre avuto
nel centro Sicilia e dalla quale classi politiche inadeguate come quella che ha
ispirato la mozione di sfiducia in discussione oggi, l’hanno allontanata.
Lo ribadisco: la visione per
la quale abbiamo lavorato è l’unica – a meno che non si dimostri altro e in
questi tre anni e mezzo non si è fatto – capace di produrre economia stabile,
lavoro sicuro in un quadro in cui non è più il pubblico impiego la prospettiva
della maggior parte dei nostri giovani.
E questo è tanto più vero in
un momento in cui anche l’assetto istituzionale della nostra regione potrebbe
cambiare se venissero abolite le province.
Di tutto ciò sono convinto
che, intimamente, sono consapevoli anche alcuni consiglieri dell’opposizione
odierna.
A loro chiedo un atto di
coraggio politico, un investimento non nel futuro della carriera di ciascuno di
noi, ma un investimento nel futuro della città e della comunità, alla guida
della quale potremo alternarci nel prossimo ventennio, ma che dovrà camminare
in questa direzione.
Se la mozione dovesse essere
approvata, in palese contrasto con lo spirito della legge che la giustifica
solo per inadempienze programmatiche che, come dimostrato, non esistono, la
conseguenza più importante non sarebbe l’interruzione della nostra esperienza
di governo, ma sarebbe l’impossibilità per Piazza di essere protagonista nella
fase di finanziamento dei PIST, di avvio dei distretti turistici, di
riorganizzazione territoriale in vista dell’abolizione delle province, di
trasformazione del sistema integrato dei rifiuti, del finanziamento del POIN,
della sperimentazione finanziaria sul bilancio e di tanto altro ancora. Sarebbe
la impossibilità di procedere al completamento delle stabilizzazioni dei
precari che avranno tempi strettissimi per la loro attuazione con la vigente
normativa.
Tutto questo anche alcuni
consiglieri dell’opposizione hanno chiaro e non vogliono. Per questo chiedo
che, per una volta, si mettano da parte i giochi di bassa politica locale in
nome dei quali troppe volte è stato trascurato l’interesse della comunità. Alle
prossime elezioni si confronteranno due o più idee alternative, ma, spero, con
alcuni capisaldi condivisi, senza traumi che provocherebbero danni
irreversibili.
Nella coscienza di ciascuno
di voi è la responsabilità