Nell’ambito delle politiche e
delle attività culturali, le affermazioni risultano addirittura paradossali.
Dal punto di vista delle
manifestazioni culturali ricordo, solo a mo’ di esempio, come nella seconda
metà del 2009, per sei mesi ininterrottamente, gli ex granai di Monte Prestami
hanno ospitato mostre di arte contemporanea, per lo più di artisti non locali,
tra le quali, quella sul futurismo patrocinata dalla Presidenza della
Repubblica.
Ricordo, solo a mo’ di
esempio, che all’interno delle iniziative estive che hanno di fatto prolungato
anno dopo anno la stagione da metà luglio a metà settembre (tanto da rendere
desueto il nome “agosto armerino” che abbiamo fin dall’inizio sostituito con
“Piazza d’estate”) con eventi per tutti i gusti e tutti i palati, per una
quarantina di serate, sono state inserite occasioni culturali come le
presentazioni di libri nel chiostro di S. Anna alle quali hanno partecipato
personalità di livello nazionale tra cui l’ex ministro Giovanna Meladri;
ricordo ancora le presentazioni di volumi e le conferenze in inverno nella sala
Alfredo Chiara; il supporto alle associazioni che hanno proposto iniziative
particolarmente interessanti come la pubblicazione della biografia di Angelo La
Cara da parte della Fidapa, o lo studio sui lamenti del venerdì Santo con il
volume e il cd pubblicati a cura dell’associazione dei lamentatori.
Ricordo solo a mo’ di esempio
altre manifestazioni che hanno avuto risonanza ben oltre la nostra città o la
nostra provincia come il tributo a Fabrizio De André nel decennale della morte,
o l’incontro su Danilo Dolci, o l’Assemblea regionale dell’associazione di Don
Ciotti Libera, o la mostra dedicata a Salvatore Principato che, dopo essere
stata esposta nel 2010 a Piazza, sarà inaugurata il 25 aprile 2012 a Milano,
nella Loggia dei Mercanti, per volontà del sindaco Giuliano Pisapia, con il
patrocinio del Comune di Milano.
Ricordo solo a mo’ di esempio
che Piazza Armerina è vicepresidente nazionale dell’Associazione Beni italiani
patrimonio mondiale UNESCO e componente del Direttivo nazionale
dell’Associazione nazionale centri storico artistici, quella del celeberrimo
Premio internazionale Gubbio.
Pensate che siano risultati
scontati? O che non sia l’esito di un ruolo culturale che comincia ad essere
riconosciuto anche a livello nazionale, laddove Piazza non aveva mai fatto
capolino in maniera così costante e qualitativamente significativa.
Ricordo a mo’ di esempio che
dopo avere scelto di aderire al prestigiosissimo Istituto Cervi, Piazza
Armerina ha avuto l’onore di incontrare, unica città in aggiunta a Reggio
Emilia, direttamente attraverso il suo Sindaco, il Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano in occasione dell’apertura delle iniziative per il 150°
dell’Unità d’Italia il 7 gennaio 2011; che una mostra sul paesaggio degli Erei
è stata ospitata nella Casa Cervi nell’agosto scorso in occasione della Summer
school sul paesaggio; che il 28 dicembre scorso per la prima volta la più
importante giornata dell’istituto Cervi, coincidente con l’anniversario della
fucilazione, ha visto il protagonismo di una città del sud, con l’inaugurazione
della mostra che avremo a Piazza tra due giorni. E che in quella occasione gli
unici sindaci invitati ad accompagnare quello di Reggio Emilia erano quello di
Piazza e quello di Torino.
Ricordo, a mo’ di esempio, che la città di Piazza, unica
città del sud, sta partecipando al progetto “Memorie in cammino”, un archivio
su internet che raccoglierà le memorie di uno dei periodi più duri della storia
d’Italia dal fascismo, alla seconda guerra mondiale, fino alla Resistenza e
alla Liberazione e che la redazione locale, coordinata dal prof. Salvatore Lo
Re e dal Direttore della Biblioteca, è considerata insieme a quella di Brescia,
la migliore d’Italia.
Si tratta di un lavoro che risponde esattamente all’obiettivo
di affermare la nostra città sul piano nazionale come luogo riconosciuto della
cultura, capace di ritagliarsi spazi significativi nell’ambito della cultura
contemporanea e non solo in quela ereditata dai secoli passati.
A questo rispinde anche Piazzajazz, evento che ha assunto, in
appena tre anni, una notorietà nazionale,
e non solo, e che ha avuto un amplissimo riscontro nei mezzi di
comunicazione di massa (la rassegna stampa nazionale, che comprende tutti i
principali quotidiani nazionali, vede oltre 100 articoli solo per l’edizione
2011). Una manifestazione che riempie le strutture ricettive e di ristorazione
della città per 5 giorni, come mostrano i dati ufficiali e che ha ricadute
positive in tutto il commercio nel centro storico, con un investimento pubblico
che è pari a meno di un quarto di quanto viene mobilitato in termini economici.
E, se le condizioni di bilancio lo renderanno possibile, altre iniziative con
lo stesso format, rivolte ad altre forme d’arte musicale e di passioni,
condotte in collaborazione con altri soggetti privati, verranno organizzate nel
2012, con il duplice scopo di creare economia e dare visbilità ulteriore alla
nostra città.
Questa attività non è che secondariamente rivolta ai
residenti ai quali offre, comunque, opportunità di alta qualità, poiché il suo
obiettivo è quello che ho sopra esposto, analogo, cioè, a quello che quasi
sessant’anni fa portò giovani lungimiranti dell’epoca a strutturare il Palio
dei Normanni nelle forme che conosciamo oggi. E, a proposito del Palio, le
ultime edizioni hanno riportato la più importante manifestazione cittadina agli
antichi fasti, sotto la guida dell’assessore Cimino, componente del Direttivo
nazionale della Federazione Giochi storici, e con la collaborazione di tutti i
comitati e le associazioni che si occupano del Palio e che gli hanno offerto
grande ribalta mediatica.
E questa attività non solo ha avuto riscontro nella stampa,
tra le “città della cultura” di diverse parti d’Italia, ma anche ha portato il
Partito Democratico regionale a organizzare a Piazza gli “stati generali della
cultura” siciliani e il sindaco di Piazza a rappresentare le istanze della
Sicilia agli “stati generali della cultura” nazionali a Roma, alla presenza del
Ministro dei beni e delle attività culturali e di alcuni leader politici
nazionali. Ma già, nell’ottobre 2010, aveva spinto la Fondazione Fitzcarraldo,
centro indipendente che svolge attività di progettazione, ricerca, formazione e
documentazione sul management, l'economia e le politiche della cultura, delle
arti e dei media e che ha sede a Torino, a invitare Piazza in occasione del X
incontro annuale sul management culturale, sia per partecipare al seminario“Camera
con vista.
Il paesaggio come risorsa per lo sviluppo territoriale e la qualità della
vita”, sia per essere presentata come best practice, cioè caso esemplare, in un
incontro dal titolo “La nascita di un distretto turistico culturale integrato”.
Tutto ciò non ci ha spinto a tralasciare la giusta attività
dedicata al tempo libero dei concittadini, in particolare nel periodo estivo.
In quattro estati abbiamo organizzato oltre 150 eventi popolari di cui quelli a
pagamento, solo tre, organizzati e pagati da imprenditori privati per cercare
di portare qui artisti i cui costi non erano sostenibili per le casse comunali
come Pino Daniele o Piero Pelù. Gli eventi hanno accontentato tutti i gusti,
indipendentemente da quelli del sindaco o degli altri esponenti dell’amministrazione:
dai concerti in piazza Falcone e Borsellino come quelli di Marco Carta, dei
Cugini di Campagna, di Alex Britti, Antonella Ruggero alla rassegna Orgoglio di
Sicilia che ha riempito oltremisura il chiostro dei Gesuiti nel 2010, alle
rappresentazioni teatrali sempre nel chiostro dei Gesuiti o all’atrio S. Pietro
tra cui quelle con Gianfranco Iannuzzo, Enrico Guarneri o i comici di Zelig.
E abbiamo avuto attenzione anche per quella cultura popolare
che molti guardano storcendo il naso, come è avvenuto con alcuni concerti di un
idolo della musica melodica qual’è Nino Fiorello o come quando in contrada
Indirizzo, in occasione del 3 maggio, la festa più popolare e agreste delle
nostre tradizioni, 5000 persone hanno assistito al concerto di Brigan Tony. Non
sono qui in discussione i gusti miei o vostri, ma quelli di parte della nostra
comunità che ha diritto di cittadinanza alla pari degli altri.
Il documento di supporto alla richiesta di mozione, dunque,
ancora una volta racconta una verità separata dai fatti.
Come si fa a dire che il teatro comunale è stato
ridimensionato, se in esso si sono svolti, grazie alla collaborazione di
compagnie ed artisti tra cui, soprattutto, Il Sipario, non solo numerosissimi
eventi teatrali, ma ogni anno almeno due rassegne, quella di teatro popolare
senza l’intervento finanziario diretto del Comune, e quella di teatro borghese
con il contributo pubblico di supporto. E se, dopo vent’anni in cui non si
faceva manutenzione straordinaria, sono stati sostituiti il pavimento della platea,
le poltrone, tutte le sedie dei palchi e i caloriferi? E se un progetto da 160
mila euro è inserito nel PIST e approvato?